Ho avuto modo di parlarne recentemente anche in televisione, l'argomento è chiaramente antipopolare, ma una volta spiegati i benefici che verrebbero generati il consenso è stato veramente notevole con elevato apprezzamento. La Health Tax (volgarmente la tassa sulla salute) rappresenta uno dei sette pilastri sui quali poggia il piano di rilancio dell'economia italiana che ho proposto nella speranza che qualche forza politica se ne faccia portavoce (il primo pilastro è costituito dagli OTIF). La Tassa sulla Salute nasce con lo scopo principe di eliminare la tanto odiata IRAP che contribuisce con i suoi 40 miliardi di gettito alla copertura della spesa sanitaria (112 miliardi stimati per il 2012). Chi fa impresa sa che cosa significa pagare l'IRAP, un'imposta che grava sulle aziende a prescindere dalla effettiva redditività conseguita (vi rimando al calcolo del relativo imponibile per comprenderla fino in fondo). L'IRAP non esiste negli altri paesi occidentali, se provi a spiegarla ad un giornalista straniero, ti guarda come se gli stessi facendo una candid camera. Si parla tanto di rilanciare il lavoro in Italia, ma con la presenza di una questa tassa è impossibile raggiungere questo fine.
Proprio l'IRAP è inoltre ad essere maggiormente responsabile di un Total Tax Rate
in Italia di oltre il 60%. Non è possibile pertanto eliminare l'IRAP se
non si individua una copertura finanziaria residua di oltre 40 miliardi
di euro di gettito annuo. L'IRAP può essere pertanto solo sostituita da
un'altra imposta per adesso. La mia proposta prevede l'istituzione
della Health Tax appunto, ovvero una tassa che non colpisce chi crea
lavoro, occupazione e gettito fiscale, ma casomai che colpisce tutti i
contribuenti fisici (quindi non le aziende) che devono partecipare alla
spesa sanitaria in base a quanto gli stessi per ragioni di probabilità saranno imputati a generarla nel corso degli anni.
Questo significa che qualora questa imposta venisse istituita i
contribuenti italiani dovranno pagare in base a determinati livelli e
parametri fisiologici caratterizzanti un determinato stile di vita
alimentare. Ad esempio chi è obeso, chi fuma, chi beve smodatamente, chi
non cura la propria salute, chi abusa di un regime alimentare ricco di
zuccheri e proteine sarà chiamato a pagare notevolmente di più di chi
invece non rientra in queste categorie.
Il
calcolo dell'imposta avverrebbe attraverso un algoritmo che riepiloga
le principali variabili fisiologiche dell'organismo umano (dai
trigliceridi al colesterolo e così via). La Health Tax rappresenta una strada obbliga
se vogliamo mantenere in piedi un sistema di assistenza sanitaria il
più efficiente possibile in quanto genererebbe meccanismi virtuosi di
consapevolezza e responsabilità nei contribuenti stessi, chiamati a
rispondere per le loro scelte di vita. Un ragazzo obeso ad esempio è
destinato a diventare un cardiopatico o un diabetico a 50 anni, e questo
impatterà sui costi della spesa sanitaria complessiva negli anni
a venire. Chi sceglie di ingozzarsi di hamburger o di fumare
accanitamente è destinato ad avere una elevata probabilità di contrarre
una neoplasia al colon o ai polmoni, rappresentando quindi attraverso le
sue cure un costo da scaricare sulla fiscalità diffusa. La
dinamica demografica che caratterizza il nostro paese al pari di altre
economie occidentali non ci permette di mantenere in essere l'attuale
modo di erogare prestazioni di assistenza sanitaria per i prossimi anni,
obbligando ad alzare progressivamente la contribuzione privata
obbligatoria (leggasi aumento dei ticket).
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