domenica 26 ottobre 2008

COME PULIRE LA BIANCHERIA SENZA DETERSIVI

Siamo stati al Delirio tour di Beppe Grillo, grande comico e grande politico..... Tra gli argomenti trattati ci ha dimostrato l'utilizzo della BIOWASHBALL, un prodotto economico ed ecologico per pulire la biancheria nella nostra lavatrice senza l'utilizzo dei detersivi. La BIOWASHBALL è composta da ceramica naturale messa all'interno di una sfera di plastica, il costo è di 35,00 € + 8,00 € di spese spedizione (fisse, quindi per esempio ne puoi ordinare 100 le spese rimangono 8,00 €) totale 43 € ,dura tre anni, ha bisogno di un ora di sole al mese per essere carica, permette anche un risparmio di energia in quanto richiede temperature più basse per fare un bucato. Made in Svizzera. I blogger che l'hanno già provata sono rimasti entusiasti . Il fatto che non sia pubblicizzata, sta sempre dietro ad interessi economici. Per ulteriori informazioni e se siete interessati potete acquistarla sul sito ufficiale della BIOWASHBALL. Noi ne abbiamo ordinate 4 ci aggiorniamo con i prossimi post e se riusciremo faremo delle prove e le filmeremo per voi.
Per ulteriori domande chiarimenti basta lasciare uno o più commenti sotto in modo tale che possano servire a tutti i nostri visitatori. Passaparola.

P.S.1 Se si vuole facendo un eventuale ordine consistente, come ho visto nei forum dei meet-up amici di Beppe Grillo, si potrebbre riuscire ad abbassare notevolmente il prezzo sopra citato.
P.S.2 potete vedere i nostri video del Delirio Tour a Verona qui di fianco o sul LanebbiaelaneveTV.

Postato dall'Arciere, Trilly e Wind

venerdì 24 ottobre 2008

Beppe Grillo delirio (deliriuos) tour Verona

Si c'erano anche i miei scrivani al Delirio tour il 20 ottobre a Verona!
Grillo ha trattato svariati temi che gli scrivani di sua Maestà non ricordan tutti , così mi dice il mio Arciere, ma per fortuna una fotocamera del LanebbiaelaneveTV ha potuto filmare qualche spezzone dello spettacolo, durato ben 2:30 ore..... nessuno riusciva a fermarlo più, ed allora ascoltate tutto sui lodi da psiconani, sul discorso che fece Beppe durante il NOCAV-DAY di Piazza Navona a Roma nel Luglio 2008 rivelatosi profezia,sulla verità dei Rom altro che Lega, su Mediobanca, su Colaninno, Ligresti, Marina Berlusconi,il Tronchetto dell'infelicità Provera, le code ai bancomat,la Banca Popolare di Vicenza e chi più ne ha più ne metta.
Rigrazio gli inviati de LA NEBBIA E LA NEVE e anche gli altri che son andati insieme e che spero diventino abituali della corte pur Loro.
Oltre che a quello sopra, potete vedere i video di Grillo facendo un click sui riquadri di fianco sotto la scritta LanebbiaelaneveTV oppure collegandoti direttamente sul nostro canale LanebbiaelaneveTV clikkando QUI.

lunedì 20 ottobre 2008

Gomorra fronte del nord



Articolo e relativa foto segnalatici da una nuova e cara amica de "La nebbia e la neve".


Bologna, Modena, Parma, Reggio: è la nuova terra di conquista dei casalesi. Il pentito Bidognetti descrive l'assalto camorrista. Con il gioco d'azzardo, il racket, l'ingresso nei cantieri. E con la sfida dei padrini campani a Felice Maniero: 'Fatti da parte'
da l'Espresso del 18 settembre 2008

Autori Gianluca Di Feo e Emiliano Fittipaldi


Tra la via Emilia e il West, nella Modena cantata da Francesco Guccini, c'è gente che le pistole le usa davvero. "Gli interessi dell'organizzazione dei casalesi si estendono oltre la provincia di Caserta, anche ai territori dell'Emilia-Romagna, e in particolare alle province di Modena, Reggio Emilia e Bologna. L'interesse dei casalesi e la loro presenza sul territorio inizia sin dalla fine degli anni Ottanta, ma in realtà molti miei concittadini, per motivi attinenti ad attività da loro prestate, in modo particolare nel settore edile, si trasferirono in Emilia già negli anni '70. Oggi si può dire che, vista la numerosa presenza di casalesi in quella zona, Modena e Reggio Emilia corrispondono a Casal di Principe e San Cipriano D'Aversa....".

Domenico Bidognetti è stato un protagonista del romanzo criminale che in vent'anni ha portato i camorristi di tre paesini alla costruzione di un impero. Lui Gomorra l'ha vista crescere e prosperare. È cugino del padrino Francesco Bidognetti, quel Cicciotto 'e Mezzanotte che anche dal carcere ha dominato l'ascesa dei mafiosi campani. La sua collaborazione con i magistrati, che va avanti da un anno, sta svelando nuove dimensioni della conquista casalese. Partendo dall'occupazione di quelle province del Nord dove maggiore era la prospettiva di guadagno e minore il rischio di entrare in guerra con le cosche siciliane e calabresi, radicate in Lombardia e Piemonte: l'Emilia-Romagna, appunto, e parte del Veneto. Con il sogno proibito di mettere un piede a Milano, realizzando quell'assalto alla capitale morale già tentato da Raffaele Cutolo nei primi anni Ottanta.


Giochi d'azzardo

Il contagio avviene sempre partendo dai soldi. Prima le bische e gli investimenti immobiliari. Solo in una seconda fase si mettono sul tavolo le armi e la violenza per imporre il racket. Con un obiettivo strategico: entrare nel giro delle grandi opere, trasferendo sopra la linea gotica gli accordi con le aziende padane collaudati nei cantieri campani dell'Alta velocità. Si comincia quindi dall'industria dell'allegria. Bidognetti elenca night e ristoranti gestiti dagli affiliati, racconta della spartizione del territorio con i calabresi e con il boss del Brenta Felice Maniero, parla delle mazzette estorte ai costruttori Pizzarotti di Parma, in un'Emilia inedita in cui i camorristi sembrano muoversi come fossero a casa loro.


Rivelazioni pagate a caro prezzo

Il padre di Bidognetti è stato assassinato tre mesi fa. Lui invece è andato avanti. Le sue parole intersecano e completano anni di indagini della Procura antimafia di Napoli, che già hanno svelato la penetrazione della famiglia Zagaria a Parma. Ma anche l'altro collaboratore di giustizia, Gaetano Vassallo, fornisce retroscena illuminanti sui traffici di cocaina tra Riviera romagnola e Costa domiziana, completando l'affresco dell'arrembaggio malavitoso.

Soldi facili
La scoperta della terra promessa avviene secondo il modello classico: il soggiorno obbligato. Un capoclan spedito dai giudici a Modena fa di necessità virtù criminale: sfrutta le colonie di emigrati campani onesti per imporre il modello camorrista. "Accadeva tra l'89 e il '90. All'epoca noi ritenevamo questa zona molto sicura, una sorta di fortezza. Sui casalesi e i sanciprianesi residenti lì esercitavamo pressioni, quando eravamo a Modena o Reggio per latitanza o provvedimenti di natura giudiziaria". Domenico Bidognetti si trasferisce in Emilia una prima volta a 15 anni: è apprendista di una ditta casertana, ma dopo tre mesi torna indietro "perché mi sentivo sfruttato".
Scopre così che ci sono soldi molto più facili. Le bische, ad esempio, e i videopoker che i casalesi decidono di gestire "in regime di monopolio". La rete che unisce Caserta, Modena e Reggio frutta oltre 200 milioni di lire al mese, che i boss venuti dal Sud non vogliono dividere con nessuno. "Venimmo a sapere che c'era un gruppo riconducibile a Felice Maniero e a un calabrese che volevano inserirsi in quell'attività. Decidemmo di incontrare il Maniero, e da Casal di Principe partì una squadra di notevole spessore criminale": una delegazione che somma diverse condanne all'ergastolo. Due auto con pezzi da novanta come i cugini Bidognetti, Raffaele e Giuseppe Diana e l'imprendibile latitante Antonio Iovine. "Nell'incontro imponemmo a Maniero di lasciar perdere. Quando tornammo, mio cugino Cicciotto commentò l'inutilità del loro intervento, dando del 'drogato' a Maniero". L'atteggiamento cambia nei confronti della 'ndrangheta. I padrini casertani si fanno più rispettosi e stringono patti. Le zone dove incassare il racket vengono divise in base alla provenienza: ognuno impone il pizzo a negozianti e ditte create in Emilia da emigrati della zona d'origine, riproducendo al Nord omertà e regole di casa. È una situazione paradossale: nella gogna finiscono imprenditori che avevano lasciato il Sud proprio per sfuggire alla prepotenza dei clan. Per i boss invece le spedizioni hanno parentesi felici: nei ristoranti e nei night emiliani non devono chiedere, tutto viene offerto, tutto è gratis. "Tirammo fuori solo una mancia per le ragazze che ci avevano intrattenuto...".

Caccia all'uomo
Le faide si spostano spesso da Caserta al Nord. Bidognetti descrive inseguimenti nella nebbia e vendette incrociate lungo la direttrice dell'Autosole. C'è il pedinamento nel centro di Modena condotto durante i giorni di Natale: dopo lunghi appostamenti, il bersaglio viene sorpreso in una piazzetta, ma all'ultimo momento arriva un'auto e i killer rinunciano a colpire. Solo un rinvio: la condanna verrà poi eseguita ad Aversa. A Modena ci sono parenti fidati che custodiscono le armi e altri designati come autisti per la conoscenza dei luoghi. Ma al volante non si dimostrano all'altezza: uno degli agguati fallisce proprio perché la vittima riesce a seminare il commando. Le sentenze nascono anche da semplici sospetti. Uno degli ambasciatori delle famiglie si vanta di guidare senza patente e non temere i controlli della polizia. E due boss venuti da Caserta per incontrarlo vengono invece bloccati dagli agenti: quanto basta per qualificarlo come infame e decretarne l'esecuzione.

La legge del clan
Il pentito non lesina dettagli. Elenca i capi militari a cui era affidata la custodia del fronte Nord. "Nel 1995 Francesco 'Sandokan' Schiavone ci rappresentò la necessità di sottoporre a estorsione non solo i commercianti casertani, ma anche quelli non campani, come ad esempio gli emiliani. Per noi fu una novità: sino ad allora le estorsioni venivano praticate solo a danno di imprenditori che realizzavano grossi appalti". La richiesta è legata a un momento di grande crisi economica del clan, con le prime operazioni antimafia che avevano fatto finire in cella capi e gregari e quindi la necessità di mantenere le famiglie. Anche in questo caso c'è un'osmosi tra le attività campane e quelle emiliane. Le commesse pubbliche più importanti a Caserta andavano spesso a colossi del Nord, che poi accettavano la legge dei camorristi, concedendo quote di lavoro e mazzette cash. Il collaboratore ripercorre la storia della Pizzarotti di Parma, che scese a patti per la costruzione del nuovo carcere di Santa Maria Capua Vetere, destinato a custodire proprio i camorristi. Un appalto da 82 miliardi di lire, portato avanti dal '93 in poi, quando Mani Pulite aveva azzerato i cantieri settentrionali. A vincerlo è un consorzio guidato dalla celebre coop ravennate Cmc e dalla Pizzarotti. Gli emissari delle aziende emiliane e i loro geometri vennero intimiditi con schiaffi, percosse e pistole spianate. "Partecipai a una riunione con l'ingegnere della Pizzarotti per sollecitare i lavori che spettavano a una delle nostre ditte di fiducia". I boss ottengono un duplice vantaggio: denaro in nero, pagato attraverso giri di fatture false, e contratti leciti per entrare in una dimensione imprenditoriale.

Scacco alle due torri
"Anche a Bologna da tempo i casalesi hanno propri interessi economici". Bidognetti però sugli investimenti non sa essere più preciso: è un uomo d'azione, che ricorda tutto delle pistolettate, ma non ha amministrato capitali. Sul riciclaggio sotto le due torri gli investigatori lavorano da tempo nel segreto. Ma le indagini hanno già smantellato parte della rete creata a Parma dagli Zagaria, assieme ai Bidognetti e agli Schiavone la terza grande famiglia casalese: lì si erano uniti a immobiliaristi locali, trovando agganci nella politica cittadina e sfiorando il colpo grosso. Uno degli Zagaria riesce a incontrare Giovanni Bernini, leader emergente di Forza Italia e presidente uscente del consiglio comunale ma soprattutto consigliere dell'allora ministro Pietro Lunardi. Dalle intercettazioni emerge come la ricerca di un contatto con Lunardi e con i costruttori parmensi fosse quasi un'ossessione per gli Zagaria. Non è un caso. Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna scandiscono l'asse delle opere più importanti in ballo: l'Alta velocità, le tangenziali, le nuove corsie dell'autostrada. Un Eldorado di cantieri e subappalti che hanno tentato in tutti i modi di infiltrare. Finora non c'è prova che ci siano riusciti. Ma i padrini casertani contano sul fattore protezione: quasi tutti i colossi italiani hanno costruito nel territorio chiave tra Roma e Napoli. Dove avrebbero ricevuto dai casalesi servizi importanti: sicurezza, manodopera a basso costo e pace sindacale. Il tutto in cambio di subappalti, portati a termine con efficienza. Un contratto che molti manager settentrionali hanno trovato vantaggioso.

La dama bianca
In Romagna i casalesi scoprono anche delle professionalità innovative. Ne parla Gaetano Vassallo, 'il ministro dei rifiuti' della camorra, descrivendo l'ammirazione del clan per un narcos romagnolo, che apre una nuova rotta per i rifornimenti di cocaina dal Sudamerica. Un personaggio che viene subito ammesso nella cerchia che conta per la capacità di far entrare fiumi di droga attraverso tanti corrieri insospettabili: dieci chili a settimana, 40 al mese. Li chiamavano 'criature', ossia bambini. Ma l'amico della Romagna era anche in grado di fornire rifugi sicuri per i latitanti che volevano stare alla larga dalle retate e dai killer avversari. Quando il clima ad Aversa e a Casal di Principe si faceva teso, quale migliore esilio che il divertimentificio adriatico?



domenica 19 ottobre 2008

Patty la Bambola


18/09/2008 Patty Pravo Arena di Verona

Decisi ad assistere all’evento io e l’Arciere ci siamo recati nel tempio della lirica per ammirare la mitica Patty Pravo…tra centinaia di personaggi particolarmente pittoreschi e geniali ci siamo trovati seduti dietro ad un gruppo di bifolchi venuti ad assistere al concerto non si sa per quale motivo, meno male che tra la folla spiccava con la sua brillantezza naturale Mr. White che unita alla voce di Patty Pravo a fatto si che la serata se pur fredda e disturbata dai “sopraeccitati” bifolchi non abbia perso del tutto quel tocco di classe degno della cantante Veneziana.

venerdì 17 ottobre 2008

MAMMA MIA!

Versione cinematografica dall'omonimo musical teatrale che dal 1999 a oggi può vantare più di 30 milioni di spettatori e rappresentazioni in 170 città in tutto il mondo.
Film non impegnativo e molto divertente, con una Meryl Streep che non delude mai, con le musiche degli ABBA che abbiamo sempre nell'orecchio.
Se ti piacciono i musical vai a vedere MAMMA MIA!
Se non ti piacciono i musical vai a verdere MAMMA MIA!
Se ti piacciono gli Abba vai a vedere MAMMA MIA!
Se non hai mai sentito gli ABBA vai a vedere MAMMA MIA!
Se ti piacciono le isole greche vai a vedere MAMMA MIA!
Contornato da gente di tutte le età, l'ho visto e te lo consiglio. MAMMA MIA!

lunedì 13 ottobre 2008

1929 - 2008 ?


Nel mese di marzo ho letto un post di Grillo sul suo sito, l' ho conservato e oggi lo condivido con voi e mi pongo una domanda com'è possibile che un comico riesce a prevedere vari eventi come ad esempio il crack Parmalt?

E' bravo il comico o è l'informazione che è ammalata?


"Le previsioni sulla crisi del mercato immobiliare negli Stati Uniti sono da infarto. Vi ricordate i subprime, i mutui concessi a chiunque senza verificarne il reddito e trasformati in fondi di investimento piazzati a destra e a manca? La banca vendeva il mutuo e anche il fondo con il mutuo dentro. Geniale. Alcune banche, come la Northern Rock, sono saltate per aria e il valore del loro titolo azionario è stato quasi azzerato.Ben Bernanke, il capo della Federal Reserve, aveva previsto, nel luglio 2007, il danno al sistema finanziario americano in 100 miliardi di dollari. La Goldman Sachs ha poi rivisto la stima a 500 miliardi dollari. Nouriel Roubini della New York University Stern School of Business ha di recente alzato la posta fino a una perdita di 3.000 miliardi di dollari. Una cifra pari al 20% del PIL degli Stati Uniti. Sempre Roubini valuta un effetto collaterale sulla Borsa statunitense in una perdita di 5.600 miliardi di dollari.Il pessimismo di Roubini, o forse realismo, si spinge fino a prevedere una perdita di valore complessiva equivalente all’intero PIL annuo degli Stati Uniti. Il valore delle case è diminuito di almeno il 10% dai massimi e si ipotizza una perdita di un ulteriore 20%.Chi sta pagando un mutuo spesso consegna le chiavi di casa alla banca quando si accorge che l’ipoteca sull’immobile è superiore al valore di mercato. La banca deve quindi svalutare il suo patrimonio immobiliare. Per rientrare dalle perdite (voragini) finanziarie chiede il rientro dei crediti a rischio. E vende i titoli più esposti.Scende il valore delle banche, dei titoli, delle case e, all’improvviso, nessuno fa più prestiti. Il valore del dollaro crolla, 63.000 posti di lavoro in meno in febbraio 2008. In questi casi si parla sempre di un nuovo 1929, dato lo scenario non è escluso che possa succedere. Gli economisti ipotizzano la più grande crisi finanziaria dagli anni ’30.L’italiano medio con il suo stipendio tra i più bassi d’Europa, le tasse tra le più alte del mondo e servizi pubblici indecenti può credersi al riparo da questo tsunami finanziario. Peggio di così gli sembra difficile. Qualche piccola precauzione è comunque meglio prenderla per non rovinarsi del tutto. Per chi non ha soldi, non fare nessun debito. Per chi ne ha ancora qualcuno non investire in fondi e rimandare l’acquisto della casa.Verso la catastrofe con ottimismo."


P.S. Il giorno 20 ottobre Grillo sarà a Verona, saremo presenti anche noi, se il destin vorrà vi documenteremo l'evento.

il a été beau mais il a duré peu, il a été beau mais il a duré peu

domenica 12 ottobre 2008

Lottizzazioni a Pacengo Stop in commissione

Adesso lo abbiamo capito (forse), per far cambiar idea ai nostri dipendenti occorre che intervenga la magistratura?

A mio parere comunque tali lottizzazioni
non eran da fare ne ieri, ne oggi ne mai!
Stai all'occhio.


Da l'Arena di Verona del 12-10-2008

LAZISE. Altro capitolo nella vicenda che da mesi si dipana tra le polemiche. Il sindaco sceglie di non commentare
Lottizzazioni a Pacengo Stop in commissione
I progetti dei complessi turistico-alberghieri non ricevono il via libera «Sarebbe opportuna una riformulazione di minore impatto ambientale»

Giuditta Bolognesi
La commissione edilizia comunale di Lazise ha bloccato l’iter del progetto di Pacengo Alto e Pacengo Porto: struttura alberghiera di cui nel giugno 2007 il Consiglio comunale aveva approvato il piano particolareggiato d’iniziativa pubblica. La lottizzazione della cooperativa Azzurra riguarda la realizzazione di una struttura turistico-alberghiera, come previsto dalla destinazione urbanistica dell’area; che è situata a ridosso della fascia lago individuata come «sito di interesse comunitario dalla Comunità europea» e «zona a protezione speciale» (Zps) dalla Regione.
Dopo il parere favorevole, subordinato a prescrizioni viabilistiche ed edificatorie, della Commissione provinciale di Valutazione d’impatto ambientale (Via), la vicenda ha registrato anche l’interessamento della Procura di Verona nell’ambito dell’inchiesta sulle lottizzazioni turistico-alberghiere gardesane e sul loro possibile utilizzo come residence, ma con compravendita di unità abitative.
Ora per Pacengo Alto e Pacengo Porto la nuova battuta d’arresto che arriva dalla Commissione edilizia comunale, che nel suo documento riprende la determina con cui la Regione precisa le caratteristiche proprie dell’attività alberghiera e la sentenza con cui la Corte di Cassazione ha ravvisato «il reato di lottizzazione abusiva nel caso di modificazione d’uso subita da un complesso alberghiero residenziale in relazione a cui s’era proceduto alla vendita parcellizzata di unità immobiliari che di esso facevano parte».
Quindi la comunicazione del parere negativo «in quanto non è stata prodotta la Via approvata dalla Provincia di Verona sia per quanto riguarda la variante al piano particolareggiato sia quella relativa alla progettazione edilizia unitaria». Il documento presenta poi precisazioni e richieste, oltre al consiglio di «una nuova soluzione progettuale architettonica che tenga conto maggiormente dell’andamento orografico del luogo con soluzioni che cerchino di mitigare il più possibile l’impatto ambientale». E conclude: «Considerato la complessità e la particolarità dell’intervento la commissione edilizia comunale si dichiara disponibile ad esaminare progetti preventivi al fine di concordare soluzioni progettuali condivise». Ricevuto il verbale della commissione, la cooperativa Azzurra avrà dieci giorni per presentare per iscritto eventuali osservazioni.
E se sulla vicenda il sindaco Renzo Franceschini conferma a «L’Arena» di non voler rilasciare dichiarazioni, diversa la posizione dei consiglieri d’opposizione Luca Sebastiano e Eugenio Azzali. «Non giudico i progetti ma parlo sulla base del verbale che ho richiesto come consigliere», dice Sebastiano. «Per dimensioni, volumi e delicatezza della zona questo intervento doveva e deve essere studiato al dettaglio. Le carenze evidenziate dimostrano che si è fatto un progetto che non tiene debitamente conto di dove sarà realizzato». «La conferma arriva, a mio avviso, dal fatto che due commissioni tecniche hanno dato in momenti diversi indicazioni concordanti come quello di prevedere meno volume di impatto nelle vicinanze del lago e dunque più mimetizzato. Politicamente forse c’è stata forse troppa fretta, a suo tempo, nel votare una vicenda senza averla valutata adeguatamente».
«Non posso che essere d’accordo con questa tesi», aggiunge Azzali. «Anche perché l’intervento di oggi ha origini lontane, nei piani particolareggiati di Pacengo approvati a inizio anni Novanta e che evidentemente dovevano essere più stringenti e precisi».

giovedì 9 ottobre 2008

Foto incredibili - Incredible photos: l'uomo d'argento e compagna



Eccoli qui i vincitori del sondaggio della nostra clip Madonna sticky and sweet tour "the personages" Rome september 2008, e con questi inauguriamo una nuova rubrica denominata "Foto incredibili - Incredible photos". Grazie uomo d'argento e compagna per aver posato per La nebbia e la neve.

P.s. questa domenica ricomincia Report che nella puntata vi farà vedere come il governo sta cercando di salvare quelle buone anime di Geronzi,Tanzi e Cragnotti; guarda qui.

martedì 7 ottobre 2008

La casta: se loro se la ridono, noi no!

La casta vola Alitalia, tu la paghi Alitalia anche se non voli
La casta mangia la pappa sotto costo tu la mangi a prezzi di mercato
La casta viaggia gratis con Trenitalia, tu paghi Trenitalia
La casta si indulta, a te proteggerti dai criminali fatti uscire
La casta è una palude, tu sei un torrente
La casta è un pollo, tu sei un'aquila
La casta è finta, tu sei vero
La nebbia e la neve


Casta son anche quegli amministratori che considerano il loro paese una propria S.p.a. anzichè il territorio di tutti
.

domenica 5 ottobre 2008

Italia, record del cemento invasi tre milioni di ettari - in 15 anni edificata un'area grande come Lazio e Abruzzo


Qui di seguito un articolo che mi fa considerare che la realtà è peggio dell'immaginazione, dopo siam noi quelli esagerati, la stra gran maggior parte dei nostri amministratori locali ci etichettano come dei folli o degli stupidi, noi che difendiamo la sostenibilità!

La Repubblica 15 settembre 2008

In 15 anni edificata un'area grande come Lazio e Abruzzo

Italia, record di cemento

invasi tre milioni di ettari

di Carlo Petrini



Che effetto vi farebbe se vi dicessero che su tutto il territorio del Lazio e dell'Abruzzo non esiste più un solo filo d'erba, neanche un orto; che le due Regioni sono state completamente, e dico completamente, cementificate? Sono sicuro che la maggioranza degli italiani inorridirebbe. Forse avrebbero una reazione un po' diversa tutti quelli che a vario titolo sono invischiati in speculazioni edilizie. O gli amministratori che devono fare cassa con gli oneri di urbanizzazione, ma credo, anzi spero, che non siano i più.

Se invece siete tra i più, sentite questa: negli ultimi 15 anni, se si fa un confronto tra i censimenti agricoli del 1990 e del 2005, in Italia sono spariti più di 3 milioni di ettari di superfici libere da costruzioni e infrastrutture, un'area più grande del Lazio e dell'Abruzzo messi insieme. Poco meno di 2 milioni di ettari erano superfici agrarie. Però nessuno sembra inorridire. Forse sarà a causa di una mentalità diffusa secondo la quale se non si costruisce non si fa, non c'è progresso economico. E questo lo dimostrano i programmi elettorali e la composizione delle liste stesse, soprattutto quelle relative alle elezioni amministrative: fateci caso, sono sempre infarcite di soggetti con evidenti interessi nell'edilizia. Sarà un caso?

Dal 1950 a oggi abbiamo perso il 40% dei territori liberi nel nostro Paese, negli ultimi anni il consumo medio annuo è addirittura cresciuto rispetto agli anni passati, quelli del boom economico (ed edilizio). Non ci sono solo gli "eco-mostri", tanti, che urlano con violenza tutta la loro protervia (sintomo di grande ignoranza) nel deturpare paesaggi e luoghi incantevoli lungo coste, colline e montagne del nostro Paese. Ci sono tanti "eco-mostriciattoli", e c'è tutta una tendenza a fuggire dall'ambiente urbano, sempre più brutto, caotico e poco salutare, per riparare in campagna, a colpi di villette che mangiano terreno utile alla produzione di cibo e tirano pugni in quegli occhi che ancora cercano bellezza. Prendiamo poi in considerazione l'edilizia per le attività produttive, dalle schiere di scatoloni di cemento che si snodano ininterrotte lungo molte nostre strade, fino al piccolo capannone isolato che abbagliati imprenditori ergono alle pendici (se non proprio in cima, perché nella mia Langa succede anche questo) di una collina particolarmente bella.

L'Italia è al primo posto in Europa per la produzione e il consumo di cemento armato, 46 milioni di tonnellate l'anno: le cave legali e abusive hanno un impatto paesaggistico tremendo, e i cementifici inquinano molto, mangiandosi vigne, campi coltivati, boschi, o compromettendo l'ecosistema di quelli viciniori che gli sopravvivono. Il tutto per foraggiare la costruzione selvaggia di villette a schiera, outlet, depositi e quant'altro. Non posso che sottoscrivere le parole di Giorgio Bocca quando, trovatosi a percorrere l'autostrada tra Milano e Firenze, scrive: "Il primo tratto tra Milano e Lodi si merita questo titolo: la scomparsa del paesaggio. La pianura del Po, "la più fertile e ricca regione d'Europa", come diceva quel re di Francia di nome Enrico, illustre invasore, la pianura dei pioppi e delle marcite, dei fontanili che sgorgano nei prati di erba medica, il paese di Bengodi, delle montagne di cacio e di ravioli, dei campanili svettanti nel verde, delle abbazie e delle cattedrali, dei battisteri policromi, degli Stradivari e dei culatelli è scomparso, sommerso da una distesa ininterrotta di fabbriche e fabbrichette".

Non c'è limite al brutto, al volgare, ed è giusto paragonare l'inghiottimento di un battistero policromo alla scomparsa di un prodotto gastronomico tradizionale. Riporto un'altra volta il dato: quasi 2 milioni di ettari di suolo agricolo sono spariti, come dire l'intero Veneto. Se da una parte ci scandalizziamo giustamente perché sparisce il bello - e viva le iniziative meritorie, come ad esempio quelle del FAI e di Legambiente, che ci documentano con regolarità le brutture peggiori e sanno coinvolgere i cittadini nella denuncia - la morte dei suoli agricoli sembra invece non interessare. È uno dei più grandi mutamenti che il nostro Paese ha subito nel secondo dopoguerra e non accenna a diminuire: sparisce la campagna, insieme ai contadini, si perdono spesso i terreni più fertili in pianura e in prima collina. Gli appezzamenti che resistono sembra che stiano lì, in attesa che qualcuno ci speculi su, perché diciamolo pure: non c'è bisogno di nuove case, l'edilizia è soltanto un'opportunità di investimento per chi già possiede bei capitali.

Il suolo, se non muore a colpi di fertilizzanti e pesticidi, sparisce: se la sua tutela non entrerà presto a far parte dell'agenda politica delle amministrazioni sarà ora che ci sia una mobilitazione popolare in sua difesa. È uno scempio senza fine, che pregiudica la qualità delle nostre vite in termini ecologici e anche gastronomici. Sì: gastronomici, perché ne va anche del nostro cibo, della sua qualità, della sua varietà e della possibilità di poterlo comprare senza che provenga da un altro continente, con tutti gli enormi problemi che ne conseguono.

L'ambiente è un diritto garantito dalla nostra Costituzione e non può esserci tutela dell'ambiente senza tutela del mondo rurale, sia per quanto riguarda la sua produttività, sia per quanto riguarda la sua bellezza. Gli enti locali fanno poco, anzi proprio loro vedono nell'edificabilità dei terreni agricoli e dei suoli liberi una via per fare quadrare i propri bilanci. La politica di Palazzo non se ne cura, e se pare normale da parte di chi governa e ha costruito le sue fortune proprio sull'edilizia, il silenzio dell'opposizione sulla tutela dei terreni agricoli diventa sempre più assordante. Il problema infatti è più che mai politico, oltre che etico e culturale.

Mancano delle politiche di territorio, come per esempio accade invece in Germania, dove per legge si cerca di riutilizzare aree già consumate e dimesse piuttosto che invadere nuovi campi, nuovo suolo, nuova agricoltura, paesaggi. Inoltre, i tedeschi, cercano di compensare nuove occupazioni andando ad agire su altre aree, con interventi di permeabilizzazione o naturalizzazione (contro il dissesto geologico, piantando nuovo verde). Tutto questo lo fanno senza rinunciare all'occupazione in edilizia, e certo senza aumentare il numero dei senzatetto. È solo questione di organizzazione, di razionalizzazione, e soprattutto di sentire il problema, che è gravissimo.

So che anche in alcune Regioni ci sono stati alcuni isolati interventi normativi tesi a migliorare la situazione ma bisogna per forza fare di più. Che si favorisca con incentivi la distruzione di obbrobri costruiti negli anni '60 e già fatiscenti per riedificarci sopra qualcosa di bello, che si realizzino recuperi dell'archeologia industriale o di quelle aree urbane fortemente degradate: il lavoro per i costruttori non mancherebbe di certo. Che si tutelino per legge le aree rurali più importanti, come fossero Parchi Nazionali.

Lasciate stare i suoli agricoli, sono una risorsa insostituibile, pulita, bella e produttiva. Sono il luogo che ci fa respirare, che riempie gli occhi, che ci dà da mangiare e che custodisce la nostra memoria, la nostra identità. Continuare a distruggerli, dopo tutto lo scempio che è già stato fatto, non è da Paese civile e un Paese civile dovrebbe predisporre i giusti strumenti di tutela per dare più scuse a chi lo fa.

venerdì 3 ottobre 2008

mercoledì 1 ottobre 2008

Alitalia a Wanna Marchi


Alitalia era da cedere, debiti inclusi, ad altra compagnia di bandiera estera, ridico estera non italiana non siamo stati capaci di amministrarla e perciò non la meritiamo.
Lo psiconano Berlusconi, causa sparate elettorali, ha affidato Alitalia alla Cai cordata capitanata dal buon Colaninno e da altre buone persone che han fatto "il bene dell'Italia"(vedi o leggi qui).
Caspita Sig. Psiconano, se mi contattava prima le avrei proposto, io che son Rè (anche se Lei comanda più di me) un nominativo che avrebbe sollevato le "casse" di Alitalia, mi riferisco alla Sig.ra Wanna Marchi pure Lei coinvolta in scandali giudiziari anche se a differenza Sua, la Marchi è finita dietro le sbarre.
Pensi un po' Sig. Berlusconi quanta liquidità avrebbe potuto generare la Marchi, basti pensare che da un ramoscello d' edera (venduto come "tronchetto" porta-fortuna) ella riusciva a guadagnare fior fiore di milioni di vecchie lire, si figuri se nelle sue mani avesse avuto aerei ed gestioni terra di aeroporti, me le immagino già le ragazze Alitalia Marchi che al check in gridano ai viaggiatori "Signori solo se viaggiate con noi potete dimagrire 10 kg tra la Milano - Roma! 20 kg tra la Milano - Londra! e 30 kg tra la Milano - Singapore!" oppure durante i voli le hostess e gli stuart potrebbero vendere i numeri fortunati del lotto elaborati dal Maestro di vita Donascimiento e ancora in molti voli ospitare Wanna Marchi, la figlia Stefania Nobile e il Maestro per togliere il malocchio ai viaggiatori bisognosi.

Caro testa d'asfalto con la Sig.ra Marchi avrebbe potuto fare una scelta un po' più innovativa invece di appoggiarsi ai soliti amici del quartierino.