lunedì 16 dicembre 2013

Cavaion Veronese, Calendario 2014 "Il solito teatrino" - Gru senza Ali 5





 

CAVAION VERONESE

IL SOLITO TEATRINO


Nell’ambito della tradizionale sagra cavaionese nota come La tersa de Lujo quest’anno abbiamo potuto notare alcune novità: il gruppo di LiberaMente con una mostra fotografica, ma le foto non erano tutte giovanili, e una di arte figurativa gestite dai giovani, che si esibivano anche con una loro band ,e la compagnia Teatro dell’ Attorchio. in un pezzo di satira politica che canzonava il Sindaco.
Il contesto nel quale era stato allestito il teatro era molto suggestivo, il cortile interno di quello che una volta fu un ristorante molto conosciuto ed apprezzato per la sua cucina a base di pesce di mare, il Bellavista.
Il palcoscenico posto a nord-ovest aveva come sfondo il paesaggio, alla maniera dei teatri greci e romani, alcuni ulivi nel retroscena ed uno scorcio del Monte San Michele, sovrastato da una gigantesca gru, quella del cantiere faraonico di via, appunto, San Michele.Nessuna immagine riassume in maniera così chiara e concisa la situazione cavaionese.
Verso la fine di settembre dello scorso anno, a Cavaion apparvero alcuni striscioni, fatti in casa, uno sulla piazza della Chiesa, davanti al pannello esplicativo del Percorso Didattico, uno in via Berengario, affisso alla staccionata del cantiere edilizio che stava costruendo il complesso residenziale denominato Corte 21, ed un terzo fissato alla rete di recinzione del rinomato ed apprezzato Borgo del Sole, all’altezza dei resti della villa romana. Tali striscioni recitavano, rispettivamente:



CAVAION … A SPASSO FRA GRU E CEMENTO

SMETTETE DI FARCI LA CORTE

SALVAGUARDIAMO I NOSTRI BENI CULTURALI

Sembrò che nel grembo dell’assonnata Cavaion stesse per prendere forma una civile, tangibile protesta contro la ormai nauseante e più volte denunciata cementificazione.
Di lì a poco un gruppo di giovani fece il suo ingresso sulla scena: si era dato l’ assai impegnativo nome di LiberaMente, definendosi associazione culturale, e la sera di mercoledì 7 Novembre 2012, in Sala Civica, si presentarono ufficialmente alla cittadinanza, meglio a tutte le persone che gremivano, come non mai prima né dopo, la suddetta sala, per lo più genitori, familiari e amici dei ragazzi, come in occasione dei saggi di fine anno di un’accademia di arte filodrammatica.
Il volantino distribuito per pubblicizzare l’evento riportava gli obiettivi della neonata associazione, fra questi: promuovere lo stop al consumo di territorio e recupero delle strutture esistenti.
Il layout dello stesso: una gru, mattoni, faceva supporre che quello della tutela del paesaggio e del territorio fossero gli argomenti più sentiti dai giovani.
Le occasioni per nuove dimostrazioni di sdegno, di protesta contro il perseverare di una gestione dissennata del territorio cavaionese non sono certo mancate nel corso dell’anno, però si è preferito ritornare al rassicurante torpore di sempre.
Suggerisco perciò al Signor Gregoretti, che metteva adisposizione degli “striscionisti”  non so quanti metri di tela, doppia altezza, di impiegarli per il corredo delle figlie, se ne ha.

Come affermano gli esperti di comunicazione, i problemi vanno taciuti: la gente è stufa di sentirne parlare. In altre parole meglio ignorarli piuttosto che risolverli, i problemi, costa meno in termini di impegno e si è più amati. Non facciamo quindi presente che:
     
    Nel frattempo, è stata demolita una casa e sbancato un bel pezzo di Monte San Michele. Ma, non preoccupiamoci: costruiranno una casa di legno, ad impatto ambientale/atmosferico zero che, quindi compensa l’offesa al paesaggio.

Nel frattempo si è intrapreso lo sbancamento di una collina morenica (fra via San Faustino e Borgo del Sole) sulla sommità della quale si erge, ancora per poco, un boschetto di ulivi, oltre un centinaio.

Nel frattempo sono spariti circa 12.000 mq di verde per dare spazio ad un parco fotovoltaico, che di parco, a parte il nome, non ha nulla, che porterà alle casse del Comune di Cavaion ben 8.000 (ottomila), avente letto bene ottomila Euro all’anno per 10 anni, poi……si vedrà. Sembra che anche qui, come nel caso che segue, l’Amministrazione abbia fornito prova delle sue grandi capacità di programmazione.

Nel frattempo la Casa della Musica non è ancora finita. Il Sindaco aveva dichiarato, nella famosa serata del 7 Novembre 2012, che sarebbe stata inaugurata a Gennaio. Non avendo specificato di che anno, direi che ha affermato quasi la verità, infatti, se andrà bene, potrebbe essere inaugurata a Gennaio del 2014!

Nel frattempo la Bastia, vanto della storia cavaionese e grande attrazione turistica, è ancora inaccessibile ed il Percorso Didattico sempre pietoso.

Nel frattempo è stato liquidato un PAT (Piano di Assalto del Territorio) che prevede nuove colate di cemento grazie ad un’Amministrazione che ben poco ha fatto per informare i cittadini, a parte una serata, il 31 gennaio di quest’anno, con un nutrito numero di relatori, fra questi l’architetto estensore del PAT, per non dire un bel niente, a un’opposizione rassegnata, senza grinta, e a cittadini indifferenti, non motivati, perché non ripetutamente ed esaustivamente informati.
    O, forse, a Cavaion ci sono ancora troppi proprietari terrieri che bramano il poco impegnativo, irresponsabile, “far schei coi quarei”?

Sapete chi ha redatto il PAT?  Sicuramente ne conoscete il nome ma forse nessuno vi ha fatto notare che si tratta di un architetto che, absit iniuria verbis, il territorio di Cavaion lo conosce molto bene.

Via San Michele
Ceriel

     













Cavaion Veronese, un paese da proteggere. Cercasi santo protettore.

mercoledì 4 dicembre 2013

Garda si Guarda con un calendario

"Agriturismo fai da te", "30 Anni di campeggio abusivo!","Sbancamenti sulla rocca"; questi sono alcuni commenti che accompagnano le dodici fotografie del nuovo calendario gardesano 2014 "Garda si... Guarda" uscito lunedì scorso sul blog SalviamoGarda . Un cugino, si potrebbe definire così, della saga dei calendari "Cavaion V.se - Gru senza ali", assai conosciuti da ste parti e non solo.

Del calendario 2014 è uscita una versione video, il quale oltre aver trovato già un buon riscontro tra gli abitanti di Garda, lo  potete visualizzare qui di seguito.




Riportiamo poi lo scritto, accluso alle presenzione del "Garda si... Guarda" 2014, messo nero su bianco dalla Sig.ra Codognola Anna una delle coautrici del calendario  

Inizia un nuovo anno per la nostra Garda, abbiamo sperato fino ad ora che le cose si rimettessero ad andare per il verso giusto, ma purtroppo ancora vediamo lontana la possibilita' che i nostri figli e le future generazioni abbiano benefici dalla attuale gestione del nostro territorio.
La cecita', l'affarismo sfrenato e la mancanza di pianificazione saggia e lungimirante, fanno si' che Garda paghi gia' da oggi un prezzo altissimo...la cementificazione selvaggia e la distruzione sistematica del suo poco territorio, 5 km. quadrati. Il verde sempre piu' ridoto, il taglio degli alberi, addirittura avvelenati, l'inquinamento del suolo, le montagne di calcestruzzo e di seconde case, fanno di questo paese, che dovrebbe essere un gioiello, uno dei peggiori ambiti e con una maggiore cementificazione rispetto a tutti gli altri.
La difesa del territorio deve essere prerogativa di tutti noi, cittadini di questo mondo, una volta distrutto il nostro ambiente non si torna indietro. da tempo noi consiglieri di minoranza ci preoccupiamo di questo, prendendo sul serio questo nostro impegno con la nostra terra, impedendo con ogni mezzo lecito i continui attacchi che subisce, in nome di un benessere falso e corrotto che contrastiamo come possiamo.
Ci attendiamo una mano da tutti, dai piccoli gesti di non sporcare il territorio, alla scelta di non edificare continuamente...l'anno 2014 sara' l'anno del pat, piano regolatore, il territorio subira' una violenza che mai si e' presentata in maniera cosi' massiccia con migliaia di metri cubi. Ci auguriamo che ogni cittadino prenda posizione e soprattutto faccia sentire la propria voce in difesa della nostra amata Garda.
Riflettete! ...Ora potete, non dimenticate!

giovedì 28 novembre 2013

Prossimamente a dicembre "Cavaion V.se 2014 - Il solito teatrino"

"Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa piacere cosi come sei! Quindi vivi, fai quello che ti dice il cuore, la vita è come un'opera di teatro, ma non ha prove iniziali: canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua vita prima che l'opera finisca priva di applausi."Charlie Chaplin

lunedì 25 novembre 2013

Festa Sant'Andrea - Incaffi (Affi-Verona)

FESTA DI SANT'ANDREA Patrono di Incaffi - Affi (VR)
Sabato 30 novembre presso Loc. Cà Rota - Incaffi

Programma
ore 18.30 SANTA MESSA ANIMATA
ore 19.30 MINESTRONE, SALUMI, CASTAGNE, FOGASSA E BRULE’ , MANDORLATO E
LOTTERIA DI BENEFICENZA
 
Durante la festa sarà possibile acquistare confezioni
con olio extravergine di oliva Sant’Andrea, grappa al ginepro e mandorlato.

mercoledì 20 novembre 2013

Mostra Street Photography di Paul Crespel - Cavaion Veronese


"Foto da archiviare per le generazioni future, quando le immagini risulteranno abbastanza vecchie per emanare quel fascino particolare che solo le foto “dei tempi passati” sono in grado di sprigionare", questo il fine principale di Paul Crespel, fotografo di stampa britannico, originario dell' Isola di Jersey, e celebre, anche in ambiti internazionali, negli anni '70, '80 e '90.

Residente a Cavaion Veronese, il Crespel è ancora oggi  un fotografo di stampa freelance e accreditato, ma per lo più, egli si diletta, in modo amatoriale, a scattare fotografie di strada in bianco e nero, catturate in Italia ed Europa, le quali verranno esposte a Cavaion Veronese (VR)  all'interno di una  mostra intitolata "STREET PHOTOGRAPHY " che avrà luogo presso  la Sala Civica Eugenio Turri -Torcolo, dal 30 novembre al 1 dicembre 2013 Ore 10:00 - 20:00. 
Entrata libera. 

venerdì 15 novembre 2013

#FreeTheArctic30!

Trenta  persone sono in carcere in Russia, per aver messo in scena una protesta pacifica nella regione artica.

Negli ultimi 30 anni abbiamo perso tre quarti dei ghiacci artici. Meno ghiaccio in Artico vuol dire poter trivellare alla ricerca di petrolio, quello che vogliono fare giganti come Shell e Gazprom. Gli Arctic30 hanno cercato di difendere pacificamente quello che rimane dell'Artico e sono stati arrestati. La salvaguardia di un bene globale non è nè pirateria nè vandalismo. Firma anche tu per #FreeTheArctic30!
   

venerdì 8 novembre 2013

Papa Francesco contro la corruzione "L'abitudine della tangente è un’abitudine mondana e fortemente peccatrice"

Stamani, durante la Messa celebrata nella Cappellina di Santa Marta, il Papa ha pregato per i tanti giovani che ricevono dai genitori “pane sporco”, guadagni frutto di tangenti e corruzione, e hanno fame di dignità perché il lavoro disonesto toglie la dignità. 

La parabola dell’amministratore disonesto dà lo spunto al Papa per parlare “dello spirito del mondo, della mondanità”, di “come agisce questa mondanità e quanto pericolosa sia”. Gesù “pregava il Padre perché i suoi discepoli non cadessero nella mondanità”. “E’ il nemico”:

“Quando noi pensiamo ai nostri nemici, davvero pensiamo prima al demonio, perché è proprio quello che ci fa male. L’atmosfera, lo stile di vita piace tanto al demonio, è questa mondanità: vivere secondo i valori - fra virgolette - del mondo. E questo amministratore è un esempio di mondanità. Qualcuno di voi potrà dire: ‘Ma, questo uomo ha fatto quello che fanno tutti!’. Ma tutti, no! Alcuni amministratori, amministratori di aziende, amministratori pubblici; alcuni amministratori del governo... Forse non sono tanti. Ma è un po’ quell’atteggiamento della strada più breve, più comoda per guadagnarsi la vita”.

Nella parabola, il padrone loda l’amministratore disonesto per la sua furbizia:

“Eh sì, questa è una lode alla tangente! E l’abitudine della tangente è un’abitudine mondana e fortemente peccatrice. E’ un’abitudine che non viene da Dio: Dio ci ha comandato di portare il pane a casa col nostro lavoro onesto! E quest’uomo, amministratore, lo portava, ma come? Dava da mangiare ai suoi figli pane sporco! E i suoi figli, forse educati in collegi costosi, forse cresciuti in ambienti colti, avevano ricevuto dal loro papà, come pasto, sporcizia, perché il loro papà, portando pane sporco a casa, aveva perso la dignità! E questo è un peccato grave! Perché si incomincia forse con una piccola bustarella, ma è come la droga, eh!”.

giovedì 24 ottobre 2013

CAVAION - EUGENIO TURRI NEMO PROPHETA IN PATRIA


NEMO PROPHETA IN PATRIA
EUGENIO TURRI


39 anni fa, era il 1973, Eugenio Turri denunciava, sul giornalino La Voce del Paese, i mali di Cavaion, a livello urbanistico e territoriale, e ne preconizzava, se così si può dire, la triste fine.

Ora, l’Amministrazione, con parecchi anni di ritardo rispetto a quando ne aveva dato il preannuncio, intitolerà all’illustre cittadino la Sala Civica di Cavaion Veronese.

Facile immaginare che cosa ne penserà il defunto, inascoltato Eugenio Turri, che all’epoca lodava il giornalino, recentemente risorto.
Chissà se oggi, per non urtare la sensibilità di chi è al potere, tale articolo verrebbe pubblicato.

Non ho conosciuto Eugenio Turri, ma nutro una grande stima ed affetto nei suoi confronti.

Adriana Bozzetto – una extra comunitaria


EUGENIO  TURRI

CONOSCERE IL PROPRIO PAESE
(prima puntata)


Fino a non  molti anni fa la vista di Cavaion poteva costituire una felice sorpresa. Il paese, con le sue case addossate al versante del colle San Michele, aveva una sua tipica grazia veneta e una sua luce mediterranea, entro un paesaggio dolcissimo di campi e vigneti. Piaceva perché ridente ed aperto verso Sud, disteso sopra le morbide ondulazioni della campagna tra l’Adige e il lago di Garda. Ed era un paese composto, con le sue case sparse tra gli orti, con i vigneti, i vecchi alberi e i boschetti intorno alle dimore signorili, con le piccole strade in salita fiancheggiate da muri orlati di seregni; e aveva quella atmosfera secolare, silente, tutta pervasa dal sentore della campagna. Un paese antico, con una sua storia, una sua topografia e un suo paesaggio inconfondibile.

Oggi, però, il paese è molto cambiato, ha perduto gran parte dei suoi connotati d’un tempo, la sua dolcezza agreste, la sua grazia di piccolo silenzioso paese.
Illudersi che il passato possa restare imprigionato nel presente è ingenuo, ed anche Cavaion non può e non deve sottrarsi alle grandi trasformazioni che stanno ovunque cambiando modi di vita e paesaggio, eliminando le eredità più tristi del passato, la miseria, l’arretratezza, le bieche chiusure. Ma le trasformazioni non devono essere casuali e incontrollate, non devono togliere personalità al paese.
Ogni paese ha propri valori che, come beni preziosi, vanno custoditi, salvaguardati. In essi la gente deve riconoscersi. Oggi si parla tanto di questi problemi: civiltà da difendere, società da salvare dalla degradazione del senso civile e comunitario del vivere. Sono i problemi più scottanti, più attuali. Essi però non si risolvono con le decisioni di pochi, di quelli che hanno le leve del potere; o perché politicamente influenti o perché economicamente capaci di iniziative; la gente non deve passivamente subire le decisioni di questi, deve farsi voce viva di ogni evoluzione. In questo senso un giornaletto come “La Voce del Paese” è quanto di più civile e giusto si possa fare, con mezzi modesti e tanta buona volontà da parte dei pochi che lo tengono in vita, per dare una dimensione civile e sociale alla vita di Cavaion, purché, naturalmente, il giornaletto si faccia palestra per il dialogo, per lo scambio di opinioni, secondo costumi civili e democratici.
Ogni abitante di Cavaion dovrebbe essere lieto di questo piccolo foglio e dovrebbe in qualche modo partecipare alla discussione, sfogare se del caso il proprio malcontento, plaudire se del caso alle decisioni giuste: questo è il senso sociale del vivere, la giusta dimensione della vita di paese.
Sino ad oggi Cavaion è cresciuto male e si avverte imminente la fine di Cavaion come paese con una sua vita peculiare. Tra pochi anni esso potrà diventare un paese anonimo, senza più grazia, guastato dall’edificazione più abnorme e squallida, territorialmente abbruttito dalla mancanza di una volontà coordinatrice e appassionata dei suoi abitanti. Non si vuole far qui dei processi, ma riteniamo che sia giusto suscitare un certo disincanto, aprire gli occhi civilmente alla gente. Il paese sta decidendo in questi anni il suo futuro: ne potrà risultare la felicità o meno di chi ci vive, la serenità dei nostri figli. Mi pare che di questo i responsabili del paese non ne tengano minimamente conto.

Le trasformazioni avvengono casualmente secondo interessi di pochi che poco guardano al bene della collettività. Ad esempio, esiste un piano regolatore dovuto ad un valente architetto-urbanista, che come tutti i piani studiati a tavolino potrà avere parecchi difetti, ma che certamente può costituire la base di ogni ulteriore sviluppo del paese. Ora, perché questo piano resta chiuso nei cassetti del Comune? Perché non lo si espone pubblicamente e non si invita la gente a discutere, a esprimere il proprio parere? E’ evidente che ci sono in gioco interessi particolari, come del resto succede in tutti o quasi paesi italiani.

Il paese che deve nascere deve recare l’impronta non di pochi (speculatori o arbitri della vita del paese), ma deve nascere dalla volontà di tutti. Il paese in quanto tale è una comunità spontanea, che nasce da interessi comuni. Sino ad oggi ha prevalso l’interesse del singolo. Questo è anche cristianamente da condannare.

domenica 13 ottobre 2013

#ArtForFredoom #SecreProjectRevolution

Questa sarà la rivoluzione del pensare con la tua testa, dell'avere la tua personale opinione senza preoccuparti di ciò che dice la gente.

Questa sarà la rivoluzione del non cercare più l'approvazione degli altri,del non doverti giustificare con nessuno per essere chi sei, una persona rara unica e fiera. 


Questo filmato è dedicato a coloro che sono stati perseguitati, sono tuttora perseguitati 
o potrebbero essere perseguitati
Per il colore della loro pelle, per le proprie credenze religiose, per 
la propria espressione artistica, per il loro sesso o per il proprio orientamento sessuale.
A tutti coloro che i diritti umani sono stati violati.


Cosa significa libertà per te? 
Esprimi il tuo personale significato di libertà e di rivoluzione nella forma di video, musica, poesia e la fotografia.  
Unisciti alla rivoluzione inviando la tua ARTE PER LA LIBERTA #ArtForFredoom
Inizia la tua rivoluzione d'amore!


giovedì 19 settembre 2013

Cavaion V.se - L'olio di Lorenzo


L’OLIO DI LORENZO


Tempo fa, mentre stavo camminando per Cavaion bassa mi si accosta una vettura, se non ricordo male con targa RO, Rosenheim.
A bordo una coppia di mezza età, il signore è al volante. La signora abbassa il finestrino e mi chiede se parlo tedesco, rispondo di sì.
Loro amici italiani, mi spiega la Frau, gli hanno detto che il Comune di Cavaion produce olio d’oliva ed erano interessati ad acquistarne un paio di bottiglie da regalare a loro amici di Bad Aibling, cittadina gemellata con noi. I loro amici l’avevano letto su un quotidiano.

Naturalmente casco dalle nuvole e gli consiglio di rivolgersi, mancando un ufficio informazione per turisti, al Consorzio Garda DOP, che ha sede, come tutti sanno, in Corte Torcolo.
Mi scuso per non essere stata in grado di fornire loro l’informazione richiesta ed auguro loro un buon soggiorno da queste parti.

Naturalmente la cosa mi incuriosisce molto e mi riprometto, una volta a casa, di indagare sulla faccenda servendomi di google.
Compio qualche tentativo, poi, digitando Comune di Cavaion olio d’oliva mi appare un articolo pubblicato sul Corriere del Veneto (inserto del Corriere della Sera) il 14 Agosto di quest’anno, 2013, nella sezione Economia.
Il roboante titolo, da far invidia agli strilloni di un tempo, suona così:

FINANZA CREATIVA

«Produciamo olio locale per i turisti»
Così il Comune si trasforma in impresa.

Cavaion coltiva oliveti per la promozione del territorio. Prima amministrazione in Veneto impegnata in un progetto simile. Il sindaco: «Prodotto certificato».

L’incipit invita ad una attenta ed incuriosita lettura dell’articolo.
Si viene a sapere che il Comune possiede una certa quantità di ulivi, non viene indicato quanti: nel parco di Villa Trabucchi, nell’area adiacente alle scuole elementari, e poi altri esemplari sparsi un po’ dappertutto: su lottizzazioni (non ho capito che cosa voglia dire, pensava il Sindaco a quelli sulla collinetta del Torcolo - Salvador destinati a cedere il posto a più pregiati mattoni e cemento?), ai bordi di strade e su rotatorie. Questi ultimi, considerata la loro collocazione, producono olive particolarmente pregiate e ricercate per la produzione di un olio di grande pregio, oltre il DOP. Forse bisognerebbe ricordarsi che l’ulivo non è proprio da arredo urbano.

Alla cura degli alberelli, dalla storia millenaria nel bacino mediterraneo, si dedica, così il Sindaco, un gruppo di volontari i quali cedono al Comune una parte del raccolto. Non viene specificata l’entità, ma è sintomatico il linguaggio usato non si dice, i volontari trattengono per sé una parte, il che farebbe pensare ad un quantitativo inferiore alla metà, bensì il contrario, la cedono.

Proseguo nella lettura con sempre maggiore curiosità nella speranza di trovare indizi di quanto indicato nello “strillo” dell’articolo, ovvero dell’impresa, attività finalizzata al raggiungimento di un profitto, intrapresa dal Comune di Cavaion per meritarselo: FINANZA CREATIVA.
Non ne trovo traccia. Evidentemente gli amici dei signori tedeschi non avevano letto l’articolo: si erano bensì fermati agli ingannevoli titoli e sottotitoli, fenomeno non rarissimo nella stampa.

Per farla breve, tutto questo strombazzare per 100 bottigliette di olio da 500 cc (mezzo litro) da omaggiare, non vendere, ad ospiti stranieri istituzionali o in altre occasioni. Immagino che il tutto avrà un costo: la spremitura, l’imbottigliamento, l’etichettatura.

Visto che la Contessa Rizzardi sembra aver abbandonato la vinificazione dell’uva prodotta dal tristemente noto vigneto acquistato a prezzo più che conveniente (solo 4 Milioni di Euro: questo sì è un fulgido esempio di finanza creativa!*) dall’Amministrazione Comunale guidata da Sartori, consiglierei quest’ultimo di produrre anche 100 bottigliette di vino da 500 cc (meglio non ubriacarsi) da abbinare all’olio, a sottolineare la vocazione contadina di Cavaion Veronese: «…ormai tutti gli agricoltori, accanto al vigneto hanno posizionato anche l’oliveto…».

Dimenticavo: ci sono ben tre filari di viti anche su una rotatoria!


Adriana  Bozzetto
Una extra-comunitaria
18 Settembre 2013


P.S. Non me la sento di chiedere al Sindaco quanto ci costa la sua Finanza Creativa, tanto non ne riceverei risposta. In teoria dovrei chiederlo all’opposizione/minoranza Progetto Paese, ma, alla luce delle passate esperienze, desisto: non riceverei alcuna risposta nemmeno da loro.






*Purtroppo in questo caso non siamo arrivati  primi,  ma solo secondi nella graduatoria dei Comuni  più indebitati del TriVeneto.

giovedì 22 agosto 2013

Buon Compleanno La Nebbia e La Neve!


 

Oggi il Blog LA NEBBIA E LA NEVE compie 5 anni!
Tanti Auguri!

The Fog and The Snow is five years old!
Happy Birthday!

mercoledì 10 luglio 2013

Campione del Garda "sotto sequestro"

Campione del Garda è una località   molto singolare, se non unica, vista la sua collocazione tra le scogliere del Lago di Garda; una zona che si è vista abbattere un capolavoro di archeologia industriale  quasi totalmente  dalla Coopsette, per farne un polo turistico da 160 mila metri cubi con 1.450 parcheggi.
Da ciò ne è venuto fuori un paese  irriconoscibile e brutto! Si brutto perdendo quella sua carratteristica originale che le vecchie strutture gli donavano. Ma non si poteva "rilanciare Campione" puntando per lo più sulla ristrutturazione e/o migliorie delle costruzioni esistenti?

Campione, un borgo sotto sequestro 

Articolo di Mario Pari  tratto da Bresciaoggi.it del 10-07-2013

L'INCHIESTA. Il provvedimento è stato firmato dal gip Ciro Iacomino su richiesta del pm Silvia Bonardi per abuso d'ufficio e lottizzazione abusiva. Un «blitz» della Guardia di Finanza mette i sigilli a 300 unità immobiliari. Contestate irregolarità urbanistiche ma anche «rischi per l'incolumità» 

Fino a ieri era noto come uno degli angoli più suggestivi del Garda, ma anche come il paese occupato dai cantieri di una interminabile opera di rinascita: dal 2006, con un mega-investimento da 200 milioni di euro, erano iniziati i lavori per ricostruire l'intero paese da zero o quasi, per trasformare il vecchio borgo operaio in un esclusivo villaggio turistico. Da ieri Campione del Garda, frazione di Tremosine, è un borgo posto quasi interamente sotto sequestro dalla magistratura bresciana. Il sequestro preventivo di 300 immobili chiesto dal pm Silvia Bonardi e firmato dal gip Ciro Iacomino, è stato eseguito ieri mattina dalla Guardia di Finanza di Brescia che ha condotto le indagini. Tutto un paese sotto sequestro. Lottizzazione abusiva e abuso d'ufficio sono le ipotesi di reato contestate dalla Procura, a vario titolo, a venti indagati. L'indagine è stata avviata nel marzo del 2012, su iniziativa dalla Procura che si è avvalsa anche di un consulente tecnico. I SEQUESTRI sono stati eseguiti prevalentemente nella zona di Campione di sotto. A Campione di Sopra sono stati sequestrati l'edificio misto residenziale e commerciale, l'edificio sul lato lago nuovo, i servizi igienici e il chiosco, l'Università della Vela, le opere portuali a nord, il parcheggio pubblico e privato multipiano. A Campione di Sotto il provvedimento ha riguardato l'opificio vecchio e l'opificio centrale, la stazione della funivia, i nuovi edifici a monte, gli ex «nuovi opifici», gli ex magazzini, la nuova villa fronte lago, il chiosco, il rimessaggio, il Circolo vela, il distributore, le opere portuali a sud. Il Pm, scrive il gip Ciro Iacomino «allo scopo di cercare di applicare il vincolo cautelare solo ove strettamente necessario, ha limitato la propria richiesta alle opere riconducibili, alternativamente e/o cumulativamente, a due ipotesi». Una riguarda gli immobili «per i quali sussiste un concreto pericolo grave per l'incolumità pubblica». Ci sono poi gli immobili «conformi al piano particolareggiato variante 2010, ma non alla disciplina previgente». Sul registro degli indagati sono finiti amministratori pubblici, imprenditori, professionisti. Parecchio spazio nel documento è dedicato anche a Coopsette, azionista di Campione del Garda spa, che ha realizzato gran parte degli immobili. PER QUANTO RIGUARDA la lottizzazione abusiva, secondo il gip «sono state realizzate opere che hanno portato a trasformazione urbanistica od edilizia degli immobili in violazione delle leggi statali e regionali, in forza delle autorizzazioni in contrasto con le prescrizioni di legge». Tra quanto violato c'è per esempio il vincolo cimiteriale, ovvero la distanza di 200 metri. «Nella zona di rispetto cimiteriale ex lege - è riportato nell'atto del gip - ossia la fascia di territorio compresa all'interno di metri 200 dal cimitero esistente, corrispondente sostanzialmente all'intera frazione di Campione di Sotto, non sono quindi ammissibili, diversamente dalle previsioni del piano particolareggiato, gli interventi di costruzioni di nuovi edifici di edilizia residenziale privata o alberghiera». Non sono poi state effettuate le verifiche di assoggettabilità alle Valutazioni ambientale strategica (Vas) e d'impatto ambientale (Via). E il gip scrive anche che «si delinea un insufficiente recepimento di quanto previsto nella tavola 2.17 del Piano territoriale di coordinamento provinciale «Tutela paesistica» essendo stata «distrutta parte della vecchia Gardesana e realizzato il parcheggio multipiano» e in una striscia di una cinquantina di metri «sono state realizzate le opere di modifica del profilo della costa per la creazione delle due attrezzature portuali». Vi sono poi la «non conformità alla normativa del Piano territoriale di coordinamento del Parco Regionale Alto Garda» e alla «normativa relativa alla tutela geologica». IN QUANTO ALL'ABUSO d'ufficio, secondo la ricostruzione accusatoria «La Coopsette ha goduto nel corso degli anni di un canale 'privilegiato' con il Comune di Tremosine laddove ha ottenuto l'approvazione di un piano particolareggiato prima, della successiva variante poi e l'emanazione dei successivi atti abitativi, clamorosamente illegittimi sotto vari aspetti». Inoltre «l'intermediario, indispensabile, fra la proprietà e l'amministrazione comunale è, indiscutibilmente, l'architetto Salvadori, legato ad entrambi» e «almeno un componente dell'amministrazione comunale di Tremosine, e, più precisamente, il vice sindaco Diego Zanetti, ha ampiamente lucrato sull'operazione nel momento in cui, se da un lato concorre ad approvare il piano particolareggiato e la successiva variante poi, incredibilmente ottiene commesse plurimilionarie per le proprie società edili, sempre con riferimento all'insediamento di Campione» e «consistente è il vantaggio patrimoniale conseguito da Coopsette sia in termini di sfruttamento immobiliare dell'area, sia per quanto attiene al profilo del calcolo degli standard urbanistici ».

lunedì 17 giugno 2013

Proposta di legge rifiuti ZERO. Firma anche TU!

Anche presso gli uffici dei comuni del Garda - Baldo potete firmare per la proposta di Legge di Iniziativa Popolare Rifiuti Zero!


Il Comitato promotore nazionale per la proposta di Legge di Iniziativa Popolare Rifiuti Zero – Zero Waste è oggi composto da circa duecentocinquanta organizzazioni in diciotto regioni diverse con associazioni nazionali importanti, come Rete Zero Waste Italy (a servizio dei Comuni e dei comitati Rifiuti Zero locali) - Associazione Comuni Virtuosi (che rappresenta quasi un centinaio di Comuni italiani) – ANPAS (Associazione Nazionale delle Pubbliche Assistenze) – ATTAC Italia e Re:Common (reti alternative al liberismo), ed altre Reti e Coordinamenti regionali e Comitati ed Associazioni locali che insieme hanno costituito il primo nucleo titolare della proposta di legge stessa. 


Le finalità generali del  presente disegno di legge di iniziativa popolare si fondano sulle seguenti linee direttrici:
  1. far rientrare il ciclo produzione-consumo all’interno dei limiti delle risorse del pianeta
  2. rispettare gli indirizzi della Carta di Ottawa, 1986
  3. rafforzare la prevenzione primaria delle malattie attribuibili a inadeguate modalità di gestione dei rifiuti
  4. assicurare l'informazione continua e trasparente alle comunità in materia di ambiente e rifiuti
  5. riduzione della produzione dei rifiuti del 20% al 2020 e del 50% al 2050 rispetto alla produzione del 2000;
  6. recepire ed applicare la Direttiva quadro 2008/98/CE
  7. recepire ed applicare il risultato referendario del giugno 2011 sull’affidamento della gestione dei servizi pubblici locali
Per perseguire le suddette finalità, il presente progetto di legge contiene una serie di misure finalizzate a:
  1. Promuovere e incentivare anche economicamente una corretta filiera di trattamento dei materiali post-utilizzo
  2. spostare risorse dallo smaltimento e dall’incenerimento verso la riduzione, il riuso e il riciclo
  3. contrastare il ricorso crescente alle pratiche di smaltimento dei rifiuti distruttive dei materiali
  4. ridurre progressivamente il conferimento in discarica e l'incenerimento
  5. Sancire il principio “chi inquina paga” prevedendo la responsabilità civile e penale  per il reato di danno ambientale
  6. Dettare le norme che regolano l'accesso dei cittadini all'informazione e alla partecipazione in materia di rifiuti
  7. Introdurre forme di cooperazione tra Comuni per la raccolta porta a porta e la filiera di trattamento al fine di sviluppare l'occupazione locale in bacini di piccola-media dimensione, che favoriscano le attività di produzione e commercializzazione di materiali e prodotti derivati da riciclo e recupero di materia.

domenica 9 giugno 2013

THE HEALTH TAX

Articolo di Eugenio Benetazzo del 25-06-12

Ho avuto modo di parlarne recentemente anche in televisione, l'argomento è chiaramente antipopolare, ma una volta spiegati i benefici che verrebbero generati il consenso è stato veramente notevole con elevato apprezzamento. La Health Tax (volgarmente la tassa sulla salute) rappresenta uno dei sette pilastri sui quali poggia il piano di rilancio dell'economia italiana che ho proposto nella speranza che qualche forza politica se ne faccia portavoce (il primo pilastro è costituito dagli OTIF). La Tassa sulla Salute nasce con lo scopo principe di eliminare la tanto odiata IRAP che contribuisce con i suoi 40 miliardi di gettito alla copertura della spesa sanitaria (112 miliardi stimati per il 2012). Chi fa impresa sa che cosa significa pagare l'IRAP, un'imposta che grava sulle aziende a prescindere dalla effettiva redditività conseguita (vi rimando al calcolo del relativo imponibile per comprenderla fino in fondo). L'IRAP non esiste negli altri paesi occidentali, se provi a spiegarla ad un giornalista straniero, ti guarda come se gli stessi facendo una candid camera. Si parla tanto di rilanciare il lavoro in Italia, ma con la presenza di una questa tassa è impossibile raggiungere questo fine.



Proprio l'IRAP è inoltre ad essere maggiormente responsabile di un Total Tax Rate in Italia di oltre il 60%. Non è possibile pertanto eliminare l'IRAP se non si individua una copertura finanziaria residua di oltre 40 miliardi di euro di gettito annuo. L'IRAP può essere pertanto solo sostituita da un'altra imposta per adesso. La mia proposta prevede l'istituzione della Health Tax appunto, ovvero una tassa che non colpisce chi crea lavoro, occupazione e gettito fiscale, ma casomai che colpisce tutti i contribuenti fisici (quindi non le aziende) che devono partecipare alla spesa sanitaria in base a quanto gli stessi per ragioni di probabilità saranno imputati a generarla nel corso degli anni. Questo significa che qualora questa imposta venisse istituita i contribuenti italiani dovranno pagare in base a determinati livelli e parametri fisiologici caratterizzanti un determinato stile di vita alimentare. Ad esempio chi è obeso, chi fuma, chi beve smodatamente, chi non cura la propria salute, chi abusa di un regime alimentare ricco di zuccheri e proteine sarà chiamato a pagare notevolmente di più di chi invece non rientra in queste categorie.

Il calcolo dell'imposta avverrebbe attraverso un algoritmo che riepiloga le principali variabili fisiologiche dell'organismo umano (dai trigliceridi al colesterolo e così via). La Health Tax rappresenta una strada obbliga se vogliamo mantenere in piedi un sistema di assistenza sanitaria il più efficiente possibile in quanto genererebbe meccanismi virtuosi di consapevolezza e responsabilità nei contribuenti stessi, chiamati a rispondere per le loro scelte di vita. Un ragazzo obeso ad esempio è destinato a diventare un cardiopatico o un diabetico a 50 anni, e questo impatterà sui costi della spesa sanitaria complessiva negli anni a venire. Chi sceglie di ingozzarsi di hamburger o di fumare accanitamente è destinato ad avere una elevata probabilità di contrarre una neoplasia al colon o ai polmoni, rappresentando quindi attraverso le sue cure un costo da scaricare sulla fiscalità diffusa. La dinamica demografica che caratterizza il nostro paese al pari di altre economie occidentali non ci permette di mantenere in essere l'attuale modo di erogare prestazioni di assistenza sanitaria per i prossimi anni, obbligando ad alzare progressivamente la contribuzione privata obbligatoria (leggasi aumento dei ticket).

Con la Health Tax invece si creerebbero i presupposti per limitare i fenomeni di sovraconsumo (pensate ai farmaci da banco che vengono venduti in confezioni di quattro blister quando ne basterebbe solo una) o alle cure che devono essere riconosciute a chi ha abusato nella sua vita di un regime alimentare sconsiderato, nonostante i vari richiami del suo medico di base. Sappiate che solo il 30% degli italiani riceve cure ed assistenza dalla copertura sanitaria di Stato, il restante o si cura nel settore privato o non ne fruisce mai (per sua fortuna). Questo significa che la maggior parte di noi paga una quota consistente delle proprie imposte per far curare poco più che un terzo della popolazione. Infine voglio tranquillizzare i lettori impauriti: la Health Tax non presuppone il totale abbandono dello Stato nei confronti di un malato, paziente o infortunato, infatti i casi di emergenza con pericolo di vita verrebbero sempre e comunque garantiti a tutti. Quello con cui dobbiamo iniziare a convivere, soprattutto con l'esigenza di risanare il bilancio del nostro paese, è che non può essere più garantito un tipo di intervento ed assistenza globale a tutti, costi quel che costi. La necessità di abbassare il carico fiscale su ogni contribuente e soprattutto sulle piccole e medie imprese ci obbliga a rivedere la modalità di formazione della spesa sanitaria ed anche la sua stessa fruizione in base a livelli di ricchezza ed emergenza.

domenica 26 maggio 2013

L'uomo che piantava gli alberi - L'homme qui plantait des arbres



L'uomo che piantava gli alberi (titolo originale: L'homme qui plantait des arbres), conosciuto anche come La storia di Elzéard Bouffier è un racconto allegorico di Jean Giono, pubblicato nel 1953.

Il racconto è così toccante che molti lettori hanno creduto che Elzéard Bouffier fosse un personaggio realmente esistito e che il narratore fosse Jean Giono stesso, e che quindi la storia fosse in parte autobiografica, infatti si suppone che l'autore abbia vissuto proprio nel periodo in cui è ambientata la narrazione .
L'autore ha spiegato, in una lettera del 1957 a un rappresentante della città di Digne: "Mi dispiace deludervi, ma Elzéard Bouffier è un personaggio inventato. L'obiettivo era quello di rendere piacevoli gli alberi, o meglio, rendere piacevole piantare gli alberi."

Nel 1987, Frédéric Back adattò la trama del racconto creandone un cortometraggio. Per quella produzione vinse numerosi premi, fra cui il Premio Oscar per il miglior cortometraggio d'animazione.

Tratto da Wikipedia

venerdì 10 maggio 2013

CAVAION V.SE, PARCO …… FOTOVOLTAICO

RIPIANTIAMO GLI ALBERI

Non è la libertà che manca, sono gli uomini liberi.
(Leopoldo Longanesi, 1905-1957)

L’opinione pubblica ben informata è la Corte Suprema di ogni società.
(Joseph Pulitzer, Ungheria 1847 -  USA 1911)

Nobel, tormentato dall’idea di possibili applicazioni belliche e/o distruttive della sua invenzione, la dinamite, nel suo testamento dispose l’istituzione di riconoscimenti finalizzati a premiare attività che illuminassero ed aiutassero l’Uomo a vivere degnamente e in pace.
Nel 1901 furono assegnati i primi Premi Nobel: per la pace, la letteratura, la chimica, la medicina e la fisica.
Alfred Bernhard Nobel era nato a Stoccolma nel 1833 e si spense a Sanremo nel 1896.

Altri esempi si potrebbero addurre al fine di rendere chiaro un concetto: certe applicazioni, certi oggetti non sono negativi in sé ed in assoluto, può però essere stolto l’uso che se ne fa. E criticarne un uso improprio non significa negarne il medesimo bensì esclusivamente, appunto, certe improprietà dello stesso.
Con un paio di forbici si può tagliare un filo, o il famoso nastro tricolore delle inaugurazioni, azione tanto cara ai sacerdoti del marketing applicato alla politica, ed anche assassinare una persona. Eliminiamo le forbici?

 Ed ora entriamo nel vivo della questione.

Ieri sera, 7 maggio, in concomitanza con la riunione degli artisti cavaionesi, il Sindaco e l’Amministrazione Comunale presentavano alla cittadinanza l’opera pubblica relativa alla realizzazione di un Parco Fotovoltaico. La precisazione è dovuta, dato che ho partecipato alla riunione e non preso parte all’assemblea pubblica. Ero però informata sul tema avendo letto la locandina.

Certo, parco, dapprima fa pensare ad un’area verde, piantumata. Un luogo dove andare a passeggiare e sostare, seduti su una panchina, per oziare ascoltando il cinguettio di uccellini, le voci squillanti di bambini intenti nei loro giochi, o voci di turisti che conversano in idiomi diversi dal nostro, osservare le foglie degli alberi frementi per l’insinuarsi fra di loro di brezze ristoratrici, per leggere un quotidiano, un buon libro.
No, da noi i parchi, quelli verdi, non fanno parte dell’orizzonte mentale dei nostri Amministratori.
Il Parco è fotovoltaico. Quindi tanti lucidi pannelli grigi disposti in ordinate file simili a scudi di un antico esercito in assetto di marcia. Quei pannelli, che catturando la forza dei raggi solari la trasformano in energia elettrica, energia pulita. Quei pannelli che spesso capita di vedere stesi su tetti di fattorie bavaresi, su tetti di edifici pubblici moderni, su capannoni industriali. Perché in Paesi o aree dove la tutela del paesaggio e del territorio è fattuale e non verbale, come da noi, non si distruggono aree verdeggianti per piazzarvi corpi che snaturano la complessa e variegata specificità del luogo
Perché non ci si dovrebbe dimenticare la funzione purificatrice dell’aria svolta dagli alberi: avete mai sentito parlare della fotosintesi clorofilliana? Quel processo mediante il quale gli alberi, meglio le foglie di alberi arbusti, anche pungenti rovi, trasformano l’anidride carbonica (CO2 ) in ossigeno. Ai miei tempi lo insegnava la signora maestra, ovvero si apprendeva alle elementari.

La nostra illuminata Amministrazione ha invece pensato di distruggere circa 11.500 -12.000 mq di verde, un boschetto, per farla diventare grigia.

La foto ha più di 20 anni, quindi non evidenzia il boschetto venutosi nel tempo a sviluppare nelle aree abbracciate dallo svincolo di Cavaion Veronese, come si può apprezzare nella seguente istantanea, risalente al Giugno 2009.



Ora, qualcuno ci dovrebbe dire quanta CO2  è grado di smaltire un boschetto di circa 11.500-12.000 mq nell’arco di 30 anni, giusto per amor di precisione.
Considerando che lo svincolo non è circondato da una zona a forte densità di edifici commerciali, bensì da vigneti, che lì vicino c’è un agriturismo, mi viene da pensare che un’aria più salubre era più vantaggiosa sia per i turisti ospiti di Ca’ Persiane sia per le viti. Perché lì si è modificato, peggiorato, il microclima e distrutta ogni forma di vita, lì non si eviterà l’emissione di anidride carbonica, CO2, bensì si aumenterà!
I nostri Amministratori, ritornando dalle allegre giornate trascorse nella gemellata, bavarese Bad Aibling, non hanno mai notato i pannelli fotovoltaici che fungono anche da barriera fonoassorbente, due piccioni con una fava, sull’Autostrada del Brennero?
Non siamo nemmeno in grado di copiare?

Barriera fonoassorbente con pannelli fotovoltaici a protezione dell’abitato di Marano (comune d’Isera) lungo l’autostrada del Brennero.

Dato l’ampio sviluppo della barriera – che misura in lunghezza 1.067 metri ed è alta mediamente 5,60 metri – la superficie disponibile ospita 3.944 moduli fotovoltaici, capaci di produrre un’energia pari a circa 690.000 kiloWatt/ora annui [1]




E dire che di barriere fonoassorbenti a protezione di Cavaion ce ne sarebbe bisogno!

 

A Cavaion, in località Camporengo, sussistono capannoni in gran quantità, il tetto dei quali costituisce una “dimora naturale” di pannelli fotovoltaici. Avremmo così continuato a beneficiare della funzione che la meravigliosa e provvida madre natura ha attribuito alle foglie, chiamiamole “pannelli fotopurificanti”, ed anche del resto, come da manifesto.
Ma, al solito, si vive evangelicamente alla giornata, si prendono comode scorciatoie con esiti negativi per gli anni a venire. La collocazione di pannelli fotovoltaici sui capannoni di Camporengo avrebbe presupposto un lavoro di concertazione e di sinergie, una serie di incontri con i proprietari per esporre loro il progetto, una serie di incontri con le società che finanziano tali interventi.
In altre parole il pensiero di un progetto: esercizio sconosciuto ai nostri Amministratori.

Ne volete un esempio?
Finita la riunione degli artisti, tenutasi in biblioteca, mi dirigo verso la Sala Civica. Amministratore e cittadini stanno uscendo: presentazione conclusa.
Fra i presenti un gruppetto di giovani dell’associazione LiberaMente.
Non gli chiedo le loro impressioni sul Parco fotovoltaico, mi erano già giunte voci in merito. Gli chiedo se hanno notizie sulla conclusione dei lavori di restauro della Torre Rossa. Settembre, mi rispondono.
Orbene il 7 Novembre 2012, la serata dedicata alla presentazione della suddetta associazione giovanile, alla domanda sulla conclusione dei lavori, il Sindaco, senza batter ciglio, prontamente rispose: Gennaio 2013. Alla fine di Gennaio il cantiere era ancora aperto e non dava segni di vita. Sollecitato il Sindaco indicò una nuova data: Marzo.  Passa un giorno, passa l’altro e siamo arrivati a Maggio: il cantiere è ancora inattivo (foto del 1 Maggio 2013). Aspettiamo fiduciosi l’autunno: di che anno?

Un Sindaco si può paragonare ad un Direttore Generale di un’azienda privata. Un dirigente che non sa che cosa succede nell’azienda da lui gestita, è dotato del dovuto senso di responsabilità? è affidabile? è credibile?

«Dovreste ripartire con gli striscioni», dico ad uno dei ragazzi. Risposta: «Quali striscioni? Non siamo mica stati noi. »
Mi riferivo a quelli che invocavano lo stop al consumo di territorio e denunciavano la cementificazione di Cavaion, apparsi in paese in tardo autunno dello scorso anno.
Secondo il baldo giovane, qualcuno di fuori si è dato la briga di scrivere e stendere gli striscioni a Cavaion Veronese.
Chiedo scusa per averli sospettati di questo nobile gesto. A dire il vero, avevo sospettato già nella serata inaugurale che non fossero loro quelli contro la cementificazione selvaggia: infatti il Sindaco gli promise la costruzione di un centro giovanile e nessuno obiettò che anche quello era consumo di territorio.

Sul cartello di cantiere della ristrutturanda Torre Rossa si dice che la stessa è destinata a CASA DELLE ASSOCIAZIONI E CENTRO GIOVANILE.
Ne consegue che quelli di LiberaMente sarebbero doppiamente a casa loro, in quanto associazione ed in quanto giovani: allora, perché il Sindaco promette la realizzazione di un fabbricato destinato a centro giovanile?
Il Primo Cittadino sembra essere vittima di imbarazzanti amnesie.


Ma, torniamo al Parco fotovoltaico: un rappresentante dell’opposizione mi dice che non si può far niente, ormai il “dado è tratto”. Ma, dico io, quelli di Progetto Paese, anche loro contrari alla soluzione adottata dalla reggenza, saranno ben stati al corrente del progetto, se ne sarà parlato in Consiglio Comunale. Perché non ne hanno informato i cittadini? Sempre perché non hanno tempo?

Perché non si propongono come comitato promotore della “riforestazione” del sito per il Parco Fotovoltaico?
Per esempio organizzando un gruppo di cittadini, di qualsiasi età, ad acquistare o procurarsi un alberello o un arbusto e poi insieme recarsi nell’area incriminata e piantarli? Ovviamente previo invito della stampa.
L’ Amministrazione ignora, oserei dire per forma mentis, il problema della tutela del paesaggio e del territorio, la manutenzione delle opere pubbliche, indebita il paese con acquisti finalizzati a non si sa bene che cosa, ci troviamo con una faraonica Caserma dei Carabinieri che il Sindaco, da grande esteta, considera bellissima, che è un ulteriore scempio paesaggistico, e che, se non sono informata male, ci costerà anche in termini di manutenzione.

Di che cosa ci attenda nel futuro, cementificamente parlando, non sappiamo pressoché nulla, salvo un’altra manciata di rotatorie.
La serata dedicata al PAT (31 Gennaio 2013) è stata una solenne presa in giro: lo scopo non era informare ma tirar tardi senza dire nulla di concreto.
L’opposizione non ha imposto chiarezza agli Amministratori.
Volete saperne di più? Consultate il sito del Comune alla voce PAT: VUOTA !!!!!!!!!!!!!
E’ troppo chiedere che qualcuno ci informi sullo stato attuale del PAT?

Non siamo amministrati, siamo costretti a subire scelte spesso opinabili. I cittadini, essi stessi complici, sono trattati come sudditi, come usavano i signorotti nel Medioevo.
Sempre più spesso mi sovviene Sordi ne “Il Marchese del Grillo”: travestito da popolano, affrontando le proteste di chi, ritenendolo uno di loro, gli rinfacciava di essere ingiustamente privilegiato, reagiva con supponenza, citando un verso del Belli:

… «Iö sò io e vvoi non zete un cazzo,…”[2]


Adriana Bozzetto (una extra-comunitaria)


P.S. Si possono ridurre le emissioni di anidride carbonica, CO2,  anche obbligando a costruire edifici ad impatto ZERO, visto che il cemento continuerà a colare, con nessun costo per la comunità. Non solo, ma anche e soprattutto, promuovendo con incentivi l’abbattimento/riduzione dell’impatto ambientale di edifici preesistenti. Non è fantascienza, in altre regioni/Nazioni si fa. Anche questi interventi sosterrebbero l’edilizia e senza provocare ulteriori disastri.





[2] Li soprani der monno vecchio Giuseppe Gioacchino Belli (Roma, 1791 – 1863), Sonetti, i Meridiani, Arnoldo Mondadori Editore, 1994, pag. 89