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domenica 10 maggio 2015

Territorio, Lombardia e Veneto le più "consumate"

Territorio, consumo di suolo al 7% del totale nazionale. In cima la Lombardia

Articolo de "Il Fatto Quotidiano" del 06 maggio 2015

Il rapporto "Recuperiamo terreno" dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale evidenzia un dato allarmante sulle coste italiane: il 19,4% dei litorale entro i 300 metri dal mare è stato impermeabilizzato. L'aumento del cemento è attribuito alle periferie e alle aree a bassa densità


Le coste italiane sono ricoperte dal cemento: il 19,4% dei litorale entro i 300 metri dal mare è stato impermeabilizzato, così come il 16% tra i 300 e i 1.000 metri. Lo certifica “Recuperiamo terreno – rapporto sul consumo di suolo 2015″, la ricerca redatta dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) secondo cui quasi il 20% della fascia costiera italiana – oltre 500 Kmq, l’equivalente dell’intera costa sarda -, è perso ormai irrimediabilmente e evidenzia come le aree costiere abbiano quasi triplicato il dato nazionale, che stima un consumo complessivo di suolo pari al 7% del territorio nazionale.
Il cemento ha attaccato anche 34mila ettari all’interno di aree protette, il 9% delle zone a pericolosità idraulica e il 5% delle rive di fiumi e laghi. Ma non sono state risparmiate neppure le zone considerate “non consumabili“, montagne, aree a pendenza elevata e zone umide. La percentuale di suolo direttamente impermeabilizzato è salita al 7% (il 158% in più rispetto agli Anni ’50) e ammonta a oltre il 50% il territorio che, anche se non direttamente coinvolto, ne subisce gli impatti devastanti. Ha rallentato, invece, negli ultimi cinque anni la velocità di consumo, con una media di 6-7 metri quadri al secondo.

Cavaion Veronese - Loc. Ceriel



domenica 19 ottobre 2014

Legge consumo del suolo: Merkel l’ha fatta 20 anni fa, in Italia solo annunci

Genova, legge consumo del suolo: Merkel l’ha fatta 20 anni fa, in Italia solo annunci

 

L'alluvione di Genova dimostra come quello del consumo del suolo sia un problema tanto urgente quanto pervicacemente trascurato dalla classe dirigente. Berlino, modello per il governo su diversi temi come quello flessibilità del lavoro, è intervenuta da tempo. E In Italia? In Parlamento giacciono diversi ddl, tra cui uno di iniziativa governativa che ha attraversato 3 esecutivi: Monti, Letta e Renzi. Eppure non c'è stato ministro dell'Ambiente che negli ultimi anni non abbia gridato quanto sia "urgente" intervenire


di del 15 ottobre 2014, tratto dal sito del ilfattoquotidiano.it


“Il nostro modello è la Germania“, spiegava l’11 agosto il premier Matteo Renzi parlando con il Financial Times delle riforme avviate dal governo per combattere la crisi economica. Perché Berlino, nelle parole dell’esecutivo, è un faro da seguire specie in tema di Jobs Act e flessibilità del mondo del lavoro. Eppure dare un’occhiata ogni tanto a quello che fanno i maestri tedeschi anche in altri ambiti risulterebbe utile. Un esempio: la tutela del territorio. La tragedia di Genova dimostra come quello del consumo del suolo sia un problema più che urgente, indifferibile. Tanto indifferibile quanto pervicacemente trascurato dalla classe dirigente tutta, nonostante le dichiarazioni di facciata: secondo il rapporto Ispra 2014, il “fenomeno continua a mantenersi intorno ai 70 ettari al giorno, con oscillazioni marginali nel corso degli ultimi 20 anni”. Berlino, invece, sulla problematica è intervenuta da tempo e, partendo da una situazione peggiore della nostra, si è data un obiettivo: nel 2002 ha approvato una legge per ridurre il consumo di suolo vergine a 30 ettari al giorno entro il 2020. E l’Italia cos’ha fatto? Anni di annunci e neanche una legge.

domenica 16 febbraio 2014

Speculazioni edilizie a Torri del Benaco? No grazie!

"E' giunto il momento di prediligere la salvaguardia dall'ambiente e fermare il consumo del territorio. I servizi sono ormai saturi, a partire dal colettore, progettato per un'urbanistica più ridotta dell'esistente. Il Garda più di quello che c'è non può contenere. Basta nuove espansioni!"
Con queste parole, tratte dal quotidiano l'Arena di Verona del 15 febbraio 2014,Giorgio Pasionelli, attuale sindaco di Torri del Benaco, accoglie la sentenza del Consiglio di Stato che vede respinto il ricorso da parte della Coop Azzurra contro il Comune di Torri  per la lottizzazione “Le Sorte”, presso la frazione di Albisano, ad utilizzo turistico-alberghiera e che tale, dopo la bocciatura del ricorso, dovrà rimanere, insomma un altolà definitivo contro la vendita di seconde case “mascherate” da residence turistici.

Ora focalizzandoci invece su Cavaion V.se, la domanda nasce spontanea: "Perchè l'amministrazione comunale non ha denunciato la ditta costruttrice del "Borgo del Sole"? Nato anch'esso per esser destinato ad uso turistico e ricettivo ma con il fine, fatalità, di essere utilizzato come residenziale?" 
Si vocifera che l'amministrazione cavaionese sia venuta  in soccorso all'impresa, barattando tal trasformazione, con la costruzione gratuita ( eseguita sempre dalla stessa ditta) di un casermone assai brutto, sorto in una location infelice, piú precisamente sul Viale della Rimembranza.
Lascio ai lettori di buon senso far proprie considerazioni e giudicare.

Consiglio di Stato “approva” battaglia urbanistica del Comune di Torri contro le speculazioni edilizie

 Articolo di Annamaria Schiano del 15 febbraio 2014, pubblicato sul blog ReportGarda.com

Torri del Benaco - Lago di Garda (Verona)
Vittoria del Comune di Torri anche al Consiglio di Stato contro la vendita di seconde case “camuffate” da residence turistici. Si chiude, così, il lungo scontro giudiziario tra il Comune di Torri e la Cooperativa Edilizia Azzurra per la lottizzazione turistico-alberghiera “Le Sorte” ad Albisano. Il Consiglio di Stato, mercoledì 12 febbraio, ha confermato la sentenza emessa dal Tar nel 2009 ed ha, così, respinto il ricorso della ditta. “Una sentenza che farà giurisprudenza a livello nazionale –sottolinea soddisfatto il sindaco Giorgio Passionelli- poiché è la prima di questo tenore che è anche entrata nel merito delle questioni”.

giovedì 19 settembre 2013

Cavaion V.se - L'olio di Lorenzo


L’OLIO DI LORENZO


Tempo fa, mentre stavo camminando per Cavaion bassa mi si accosta una vettura, se non ricordo male con targa RO, Rosenheim.
A bordo una coppia di mezza età, il signore è al volante. La signora abbassa il finestrino e mi chiede se parlo tedesco, rispondo di sì.
Loro amici italiani, mi spiega la Frau, gli hanno detto che il Comune di Cavaion produce olio d’oliva ed erano interessati ad acquistarne un paio di bottiglie da regalare a loro amici di Bad Aibling, cittadina gemellata con noi. I loro amici l’avevano letto su un quotidiano.

Naturalmente casco dalle nuvole e gli consiglio di rivolgersi, mancando un ufficio informazione per turisti, al Consorzio Garda DOP, che ha sede, come tutti sanno, in Corte Torcolo.
Mi scuso per non essere stata in grado di fornire loro l’informazione richiesta ed auguro loro un buon soggiorno da queste parti.

Naturalmente la cosa mi incuriosisce molto e mi riprometto, una volta a casa, di indagare sulla faccenda servendomi di google.
Compio qualche tentativo, poi, digitando Comune di Cavaion olio d’oliva mi appare un articolo pubblicato sul Corriere del Veneto (inserto del Corriere della Sera) il 14 Agosto di quest’anno, 2013, nella sezione Economia.
Il roboante titolo, da far invidia agli strilloni di un tempo, suona così:

FINANZA CREATIVA

«Produciamo olio locale per i turisti»
Così il Comune si trasforma in impresa.

Cavaion coltiva oliveti per la promozione del territorio. Prima amministrazione in Veneto impegnata in un progetto simile. Il sindaco: «Prodotto certificato».

L’incipit invita ad una attenta ed incuriosita lettura dell’articolo.
Si viene a sapere che il Comune possiede una certa quantità di ulivi, non viene indicato quanti: nel parco di Villa Trabucchi, nell’area adiacente alle scuole elementari, e poi altri esemplari sparsi un po’ dappertutto: su lottizzazioni (non ho capito che cosa voglia dire, pensava il Sindaco a quelli sulla collinetta del Torcolo - Salvador destinati a cedere il posto a più pregiati mattoni e cemento?), ai bordi di strade e su rotatorie. Questi ultimi, considerata la loro collocazione, producono olive particolarmente pregiate e ricercate per la produzione di un olio di grande pregio, oltre il DOP. Forse bisognerebbe ricordarsi che l’ulivo non è proprio da arredo urbano.

Alla cura degli alberelli, dalla storia millenaria nel bacino mediterraneo, si dedica, così il Sindaco, un gruppo di volontari i quali cedono al Comune una parte del raccolto. Non viene specificata l’entità, ma è sintomatico il linguaggio usato non si dice, i volontari trattengono per sé una parte, il che farebbe pensare ad un quantitativo inferiore alla metà, bensì il contrario, la cedono.

Proseguo nella lettura con sempre maggiore curiosità nella speranza di trovare indizi di quanto indicato nello “strillo” dell’articolo, ovvero dell’impresa, attività finalizzata al raggiungimento di un profitto, intrapresa dal Comune di Cavaion per meritarselo: FINANZA CREATIVA.
Non ne trovo traccia. Evidentemente gli amici dei signori tedeschi non avevano letto l’articolo: si erano bensì fermati agli ingannevoli titoli e sottotitoli, fenomeno non rarissimo nella stampa.

Per farla breve, tutto questo strombazzare per 100 bottigliette di olio da 500 cc (mezzo litro) da omaggiare, non vendere, ad ospiti stranieri istituzionali o in altre occasioni. Immagino che il tutto avrà un costo: la spremitura, l’imbottigliamento, l’etichettatura.

Visto che la Contessa Rizzardi sembra aver abbandonato la vinificazione dell’uva prodotta dal tristemente noto vigneto acquistato a prezzo più che conveniente (solo 4 Milioni di Euro: questo sì è un fulgido esempio di finanza creativa!*) dall’Amministrazione Comunale guidata da Sartori, consiglierei quest’ultimo di produrre anche 100 bottigliette di vino da 500 cc (meglio non ubriacarsi) da abbinare all’olio, a sottolineare la vocazione contadina di Cavaion Veronese: «…ormai tutti gli agricoltori, accanto al vigneto hanno posizionato anche l’oliveto…».

Dimenticavo: ci sono ben tre filari di viti anche su una rotatoria!


Adriana  Bozzetto
Una extra-comunitaria
18 Settembre 2013


P.S. Non me la sento di chiedere al Sindaco quanto ci costa la sua Finanza Creativa, tanto non ne riceverei risposta. In teoria dovrei chiederlo all’opposizione/minoranza Progetto Paese, ma, alla luce delle passate esperienze, desisto: non riceverei alcuna risposta nemmeno da loro.






*Purtroppo in questo caso non siamo arrivati  primi,  ma solo secondi nella graduatoria dei Comuni  più indebitati del TriVeneto.

venerdì 10 maggio 2013

CAVAION V.SE, PARCO …… FOTOVOLTAICO

RIPIANTIAMO GLI ALBERI

Non è la libertà che manca, sono gli uomini liberi.
(Leopoldo Longanesi, 1905-1957)

L’opinione pubblica ben informata è la Corte Suprema di ogni società.
(Joseph Pulitzer, Ungheria 1847 -  USA 1911)

Nobel, tormentato dall’idea di possibili applicazioni belliche e/o distruttive della sua invenzione, la dinamite, nel suo testamento dispose l’istituzione di riconoscimenti finalizzati a premiare attività che illuminassero ed aiutassero l’Uomo a vivere degnamente e in pace.
Nel 1901 furono assegnati i primi Premi Nobel: per la pace, la letteratura, la chimica, la medicina e la fisica.
Alfred Bernhard Nobel era nato a Stoccolma nel 1833 e si spense a Sanremo nel 1896.

Altri esempi si potrebbero addurre al fine di rendere chiaro un concetto: certe applicazioni, certi oggetti non sono negativi in sé ed in assoluto, può però essere stolto l’uso che se ne fa. E criticarne un uso improprio non significa negarne il medesimo bensì esclusivamente, appunto, certe improprietà dello stesso.
Con un paio di forbici si può tagliare un filo, o il famoso nastro tricolore delle inaugurazioni, azione tanto cara ai sacerdoti del marketing applicato alla politica, ed anche assassinare una persona. Eliminiamo le forbici?

 Ed ora entriamo nel vivo della questione.

Ieri sera, 7 maggio, in concomitanza con la riunione degli artisti cavaionesi, il Sindaco e l’Amministrazione Comunale presentavano alla cittadinanza l’opera pubblica relativa alla realizzazione di un Parco Fotovoltaico. La precisazione è dovuta, dato che ho partecipato alla riunione e non preso parte all’assemblea pubblica. Ero però informata sul tema avendo letto la locandina.

Certo, parco, dapprima fa pensare ad un’area verde, piantumata. Un luogo dove andare a passeggiare e sostare, seduti su una panchina, per oziare ascoltando il cinguettio di uccellini, le voci squillanti di bambini intenti nei loro giochi, o voci di turisti che conversano in idiomi diversi dal nostro, osservare le foglie degli alberi frementi per l’insinuarsi fra di loro di brezze ristoratrici, per leggere un quotidiano, un buon libro.
No, da noi i parchi, quelli verdi, non fanno parte dell’orizzonte mentale dei nostri Amministratori.
Il Parco è fotovoltaico. Quindi tanti lucidi pannelli grigi disposti in ordinate file simili a scudi di un antico esercito in assetto di marcia. Quei pannelli, che catturando la forza dei raggi solari la trasformano in energia elettrica, energia pulita. Quei pannelli che spesso capita di vedere stesi su tetti di fattorie bavaresi, su tetti di edifici pubblici moderni, su capannoni industriali. Perché in Paesi o aree dove la tutela del paesaggio e del territorio è fattuale e non verbale, come da noi, non si distruggono aree verdeggianti per piazzarvi corpi che snaturano la complessa e variegata specificità del luogo
Perché non ci si dovrebbe dimenticare la funzione purificatrice dell’aria svolta dagli alberi: avete mai sentito parlare della fotosintesi clorofilliana? Quel processo mediante il quale gli alberi, meglio le foglie di alberi arbusti, anche pungenti rovi, trasformano l’anidride carbonica (CO2 ) in ossigeno. Ai miei tempi lo insegnava la signora maestra, ovvero si apprendeva alle elementari.

La nostra illuminata Amministrazione ha invece pensato di distruggere circa 11.500 -12.000 mq di verde, un boschetto, per farla diventare grigia.

La foto ha più di 20 anni, quindi non evidenzia il boschetto venutosi nel tempo a sviluppare nelle aree abbracciate dallo svincolo di Cavaion Veronese, come si può apprezzare nella seguente istantanea, risalente al Giugno 2009.



Ora, qualcuno ci dovrebbe dire quanta CO2  è grado di smaltire un boschetto di circa 11.500-12.000 mq nell’arco di 30 anni, giusto per amor di precisione.
Considerando che lo svincolo non è circondato da una zona a forte densità di edifici commerciali, bensì da vigneti, che lì vicino c’è un agriturismo, mi viene da pensare che un’aria più salubre era più vantaggiosa sia per i turisti ospiti di Ca’ Persiane sia per le viti. Perché lì si è modificato, peggiorato, il microclima e distrutta ogni forma di vita, lì non si eviterà l’emissione di anidride carbonica, CO2, bensì si aumenterà!
I nostri Amministratori, ritornando dalle allegre giornate trascorse nella gemellata, bavarese Bad Aibling, non hanno mai notato i pannelli fotovoltaici che fungono anche da barriera fonoassorbente, due piccioni con una fava, sull’Autostrada del Brennero?
Non siamo nemmeno in grado di copiare?

Barriera fonoassorbente con pannelli fotovoltaici a protezione dell’abitato di Marano (comune d’Isera) lungo l’autostrada del Brennero.

Dato l’ampio sviluppo della barriera – che misura in lunghezza 1.067 metri ed è alta mediamente 5,60 metri – la superficie disponibile ospita 3.944 moduli fotovoltaici, capaci di produrre un’energia pari a circa 690.000 kiloWatt/ora annui [1]




E dire che di barriere fonoassorbenti a protezione di Cavaion ce ne sarebbe bisogno!

 

A Cavaion, in località Camporengo, sussistono capannoni in gran quantità, il tetto dei quali costituisce una “dimora naturale” di pannelli fotovoltaici. Avremmo così continuato a beneficiare della funzione che la meravigliosa e provvida madre natura ha attribuito alle foglie, chiamiamole “pannelli fotopurificanti”, ed anche del resto, come da manifesto.
Ma, al solito, si vive evangelicamente alla giornata, si prendono comode scorciatoie con esiti negativi per gli anni a venire. La collocazione di pannelli fotovoltaici sui capannoni di Camporengo avrebbe presupposto un lavoro di concertazione e di sinergie, una serie di incontri con i proprietari per esporre loro il progetto, una serie di incontri con le società che finanziano tali interventi.
In altre parole il pensiero di un progetto: esercizio sconosciuto ai nostri Amministratori.

Ne volete un esempio?
Finita la riunione degli artisti, tenutasi in biblioteca, mi dirigo verso la Sala Civica. Amministratore e cittadini stanno uscendo: presentazione conclusa.
Fra i presenti un gruppetto di giovani dell’associazione LiberaMente.
Non gli chiedo le loro impressioni sul Parco fotovoltaico, mi erano già giunte voci in merito. Gli chiedo se hanno notizie sulla conclusione dei lavori di restauro della Torre Rossa. Settembre, mi rispondono.
Orbene il 7 Novembre 2012, la serata dedicata alla presentazione della suddetta associazione giovanile, alla domanda sulla conclusione dei lavori, il Sindaco, senza batter ciglio, prontamente rispose: Gennaio 2013. Alla fine di Gennaio il cantiere era ancora aperto e non dava segni di vita. Sollecitato il Sindaco indicò una nuova data: Marzo.  Passa un giorno, passa l’altro e siamo arrivati a Maggio: il cantiere è ancora inattivo (foto del 1 Maggio 2013). Aspettiamo fiduciosi l’autunno: di che anno?

Un Sindaco si può paragonare ad un Direttore Generale di un’azienda privata. Un dirigente che non sa che cosa succede nell’azienda da lui gestita, è dotato del dovuto senso di responsabilità? è affidabile? è credibile?

«Dovreste ripartire con gli striscioni», dico ad uno dei ragazzi. Risposta: «Quali striscioni? Non siamo mica stati noi. »
Mi riferivo a quelli che invocavano lo stop al consumo di territorio e denunciavano la cementificazione di Cavaion, apparsi in paese in tardo autunno dello scorso anno.
Secondo il baldo giovane, qualcuno di fuori si è dato la briga di scrivere e stendere gli striscioni a Cavaion Veronese.
Chiedo scusa per averli sospettati di questo nobile gesto. A dire il vero, avevo sospettato già nella serata inaugurale che non fossero loro quelli contro la cementificazione selvaggia: infatti il Sindaco gli promise la costruzione di un centro giovanile e nessuno obiettò che anche quello era consumo di territorio.

Sul cartello di cantiere della ristrutturanda Torre Rossa si dice che la stessa è destinata a CASA DELLE ASSOCIAZIONI E CENTRO GIOVANILE.
Ne consegue che quelli di LiberaMente sarebbero doppiamente a casa loro, in quanto associazione ed in quanto giovani: allora, perché il Sindaco promette la realizzazione di un fabbricato destinato a centro giovanile?
Il Primo Cittadino sembra essere vittima di imbarazzanti amnesie.


Ma, torniamo al Parco fotovoltaico: un rappresentante dell’opposizione mi dice che non si può far niente, ormai il “dado è tratto”. Ma, dico io, quelli di Progetto Paese, anche loro contrari alla soluzione adottata dalla reggenza, saranno ben stati al corrente del progetto, se ne sarà parlato in Consiglio Comunale. Perché non ne hanno informato i cittadini? Sempre perché non hanno tempo?

Perché non si propongono come comitato promotore della “riforestazione” del sito per il Parco Fotovoltaico?
Per esempio organizzando un gruppo di cittadini, di qualsiasi età, ad acquistare o procurarsi un alberello o un arbusto e poi insieme recarsi nell’area incriminata e piantarli? Ovviamente previo invito della stampa.
L’ Amministrazione ignora, oserei dire per forma mentis, il problema della tutela del paesaggio e del territorio, la manutenzione delle opere pubbliche, indebita il paese con acquisti finalizzati a non si sa bene che cosa, ci troviamo con una faraonica Caserma dei Carabinieri che il Sindaco, da grande esteta, considera bellissima, che è un ulteriore scempio paesaggistico, e che, se non sono informata male, ci costerà anche in termini di manutenzione.

Di che cosa ci attenda nel futuro, cementificamente parlando, non sappiamo pressoché nulla, salvo un’altra manciata di rotatorie.
La serata dedicata al PAT (31 Gennaio 2013) è stata una solenne presa in giro: lo scopo non era informare ma tirar tardi senza dire nulla di concreto.
L’opposizione non ha imposto chiarezza agli Amministratori.
Volete saperne di più? Consultate il sito del Comune alla voce PAT: VUOTA !!!!!!!!!!!!!
E’ troppo chiedere che qualcuno ci informi sullo stato attuale del PAT?

Non siamo amministrati, siamo costretti a subire scelte spesso opinabili. I cittadini, essi stessi complici, sono trattati come sudditi, come usavano i signorotti nel Medioevo.
Sempre più spesso mi sovviene Sordi ne “Il Marchese del Grillo”: travestito da popolano, affrontando le proteste di chi, ritenendolo uno di loro, gli rinfacciava di essere ingiustamente privilegiato, reagiva con supponenza, citando un verso del Belli:

… «Iö sò io e vvoi non zete un cazzo,…”[2]


Adriana Bozzetto (una extra-comunitaria)


P.S. Si possono ridurre le emissioni di anidride carbonica, CO2,  anche obbligando a costruire edifici ad impatto ZERO, visto che il cemento continuerà a colare, con nessun costo per la comunità. Non solo, ma anche e soprattutto, promuovendo con incentivi l’abbattimento/riduzione dell’impatto ambientale di edifici preesistenti. Non è fantascienza, in altre regioni/Nazioni si fa. Anche questi interventi sosterrebbero l’edilizia e senza provocare ulteriori disastri.





[2] Li soprani der monno vecchio Giuseppe Gioacchino Belli (Roma, 1791 – 1863), Sonetti, i Meridiani, Arnoldo Mondadori Editore, 1994, pag. 89

sabato 24 novembre 2012

A Cavaion Veronese - Ambiente, Cemento e Mafia al Nord


A Cavaion Veronese - Ambiente, Cemento e Mafia al Nord
 Venerdì 7 Dicembre, ore 21.00
Sala Civica Corte Torcolo - Via Vittorio Veneto, 1




La Nebbia e la Neve e l'Associazione Culturale LiberaMente presentano  una serata di informazione e dibattito sull'ambiente, il territorio e la Mafia al nord.
Con la partecipazione straordinaria di Benny Calasanzio Borsellino, scrittore e giornalista.


"Un familiare di vittime di mafia passa metà della sua vita a difendere la vittima e l'altra metà a difendere se stesso"
 

Prevedendo nuove aree edificabili a Cavaion V.se, durante la serata, si tratterà anche del prossimo Pat (Piano d’assetto territoriale) e verrà presentato il calendario Cavaion Veronesese 2013: “Gru senza ali 4 - In memoria di un Kaki".


 

domenica 11 novembre 2012

Cavaion Veronese, AAA Cercasi striscionisti disperatamente!

Riportiamo una lettera aperta firmata da Gregoretti Ugo,  pubblicata sull'ultimo numero del periodico La Voce del Paese, più precisamente nella rubrica aperta al pubblico, curata da Gina Piena, denominata  "La posta della Gina Piena" , la quale ringraziamo per aver preso in considerazione le parole del Gregoretti.
Gentile Ugo, ci sentiamo quasi in dovere ripubblicare qui su La Nebbia e La Neve il suo scritto, in quanto pur noi ci siamo occupati dell'evento cavaionese, avvenuto domenica 30 settembre, in un post intitolato Cavaion Veronese una domenica da striscioni - The explosion day,  documentando il tutto con un video, il quale riproponiamo assieme alla sua missiva.


Gentilissima Gina,
Sono un vecchio signore in pensione, e appena finita la mia vita lavorativa, ho pensato di investire il frutto del mio lavoro in una casetta bifamigliare in località Pezze di Cavaion. Tutto incominciò una domenica di ottobre del 1 999, io e mia moglie, usciti dalla superstrada e passato il ponte, ci troviamo davanti a un gigantesco cartello con su scritto “CAVAION A SPASSO TRA VIGNE E LAGO”. Superata la curva appare davanti a noi un paese incantevole, bello, disteso sul pendio del monte San Michele; la chiesa domina tutto intorno e le case, ben distribuite sul crinale, sono avvolte dal grigioverde degli ulivi ed illuminate dalle foglie rosse e gialle dei filari delle vigne. Alle sue spalle, il contorno delle rocce bianche ed il verde scuro del Moscal, rubano la scena al Monte Baldo che si intravede in lontananza un po’ annoiato ed offuscato da una timida nebbiolina autunnale. Siamo rimasti estasiati, è stato proprio il classico “colpo di fulmine”. Quando ci siamo accorti che in 10 minuti potevi andare sia sul lago di Garda che sul Baldo, abbiamo deciso che questo sarebbe stato il paese in cui sognavamo di invecchiare.

Purtroppo il nostro innamoramento è durato poco, nel giro di pochi anni il nostro territorio ha subito un saccheggio dissennato. Tutti quelli che avevano
un pezzo di terra, lusingati da facili guadagni, l’hanno venduta ad imprese senza scrupoli, e con il contributo di amministratori mediocri che non pensavano minimamente al futuro del paese ma al profitto ed al prestigio personale, ora siamo qua a piangerci addosso, pieni di debiti e con il futuro dei nostri figli compromesso irrimediabilmente.

Giovedì 27 settembre ho assistito all’assemblea pubblica organizzata dalla minoranza Progetto Paese, e sposando in pieno le parole di un cittadino presente, ritengo che pur apprezzabile il loro sforzo sia insufficiente. Atteggiamento rassegnato nel sostenere le varie tesi, utilizzo di strumenti insufficienti per coinvolgere la
popolazione, e mancanza totale di grinta e di passione, o se c’era, io non l’ho avvertita. Una minoranza per diventare maggioranza deve lavorare al doppio non la metà, deve dimostrare di avere le “Palle” vere e non di “gomma”. L’unica cosa che ci accomuna entrambi, è aver scoperto che da almeno 5 anni le scritte, sul famoso cartello all’entrata del paese sono sparite, e ora è sparito perfino il cartello. La natura vergognandosi di noi ha pensato bene di far sparire questa presa per “Il Lato B” un po’ alla volta. Qualcuno ha detto che un popolo ha gli amministratori che si merita, se va avanti cosi chiedo l’asilo politico al comune di Affi.
Domenica 30 Settembre uscendo da messa delle 11.00 sento bisbigliare tra la gente che, durante la notte, il paese è stato “Invaso da striscioni di natura equivoca” con scritte che mettevano in cattiva luce la nostra amministrazione: in via Berengario c’era: SMETTETE DI FARCI LA CORTE; sui ruderi del “Borgo del Sole”, coperti dalla vegetazione, c’era: SALVAGUARDIAMO I NOSTRI BENI CULTURALI; in Piazza della Chiesa c’era: CAVAION A SPASSO TRA GRU E CEMENTO; e all’entrata sud del paese c’era una ESSE davanti a Cavaion per correggere l’errore sulla scritta e testimoniare le vere origini del nostro paese, come ci dicono gli archivi storici (popolo di scavatori), SCAVAGIONE. Tra me e me ho pensato, ma guarda anche il resto della minoranza (Sabaini\Duello) in quota Bunga Bunga invece di fare come in tutti i consigli comunali, la minoranza della maggioranza, presi da un scatto di orgoglio hanno voluto testimoniare la loro vicinanza agli amici del Progetto Paese (Righetti\Tramonte\Mancini). Hanno voluto testimoniare molto civilmente il loro grido di protesta con dei semplici ed ecologici striscioni.
Non come quel pazzo scatenato che qualche anno fa, essendo sprovvisto di cellulare, lasciava qua e la messaggi di “stima e di affetto” ad un noto assessore di quel tempo, imbrattando di vernice il municipio, la chiesa, e qualche altra casa.

Confesso che quella notte non riuscivo a prendere sonno dalla gioia, finalmente qualcuno prendeva la propria coscienza in mano e decideva di rispettare gli impegni presi con i propri elettori. La mattina seguente vedendo l’operaio del Comune che in fretta e furia toglieva gli striscioni, dopo che li avevano già visti tutti quanti, scopro che mi ero sbagliato di grosso, nessuno di quelli succitati aveva fatto cose del genere, per loro le cose vanno bene così. La triste notizia fu subito
scacciata dal pensiero che gli autori di questa PROVOCAZIONE non erano i soliti noti, ma erano persone nuove, diverse, essi davano voce all’ indignazione di tanti SUDDITI Cavaionesi che condividono le proteste ma non vogliono metterci la faccia. ERA ORA CHE QUALCUNO ALZASSE LA TESTA! ! !
Chiunque voi siate: Io in cantina ho un rotolo di stoffa di 85 metri, doppia altezza, occhio croce potrebbero essere fatti 35 striscioni. Cosa ne dite se sotto le feste facciamo “gli auguri” a tutti e incartiamo il paese per benino! ! ?
Cordialmente saluto Gregoretti Ugo.
La Gina Piena risponde:
Caro Ugo,
capisso la tua disperassione, per questo “innamoramento” non corrisposto, ma siccome me fiol el gà da ristutturarse la casa, ho pensà che nò l’è miga el caso che te diga cosa penso.
Comunque tè rispondo citando un anedoto che me contava sempre me nono quando sera ancora zoena, e chè el mè restà impresso. En giorno tutta contenta e innamorata del me Bepi, go dito:
« ono!!! gò avù en colpo dè fulmine. . . doman me sposo!!!» E me nono èl mà risposto: «Aspeta n’atimo… sa ela tutta stà pressia? tè l’è appena conossuo!» No ghè stà gnente da far… l’amor le orbo caro Ugo... e sèrte robe, anca se iè grosse, quando tè sé inamorà nò te le vede miga.
«Comunque Gina ricordete sempre - el m’ha dito me nono - che el matrimonio l’è come “en Baril de mel e merda” subito te scomesie con el mel ma man man che te ve en zò, prima o dopo tè cate anca la “merda”». Vedeto Ugo, ti te sere inamorà de Cavaion e mi de mé marì, el Bepi, e tutti dù semo restè freghè. Probabilmente gavea reson me nono, tutti dù avemo verto el baril... da la parte roersa! ! !
Tè mando èn strucon… Gina

martedì 2 ottobre 2012

Cavaion Veronese una domenica da striscioni - Cavaion Veronese The Explosion Day

"Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile." Francesco d'Assisi


Non ci si può credere! Ma cosa è successo?
Domenica 30 settembre 2012, Cavaion sembra essersi svegliato improvvisamente  da un sonno profondo  di indifferenza ed apatia, ritrovandosi decorato da  vari striscioni.
La mattina stessa, si è subito appurata la veridicità di alcune segnalazioni  e di "voci" di paese, fotografando in lungo ed in largo gli striscioni locati presso Piazza della Chiesa,  la nuova costruzione "Corte 21" in Via Berengario ed appresso il sito archeologico dietro il complesso "Borgo del Sole" (di controversa natura). Magari ce ne erano altri in giro per Cavaion, questi, però, son quelli che si son trovati.

Ecco le frasi:

"Cavaion a spasso tra gru  e cemento"  Piazza della Chiesa

"Smettete di farci la corte!"  Corte 21 - Via Berengario

"Salvaguadiamo i nostri beni culturali!" Rotonda - Borgo del Sole


Cavaion ripigliati! Tira fuori il meglio che c'é in te!
Sembrano dire queste espressioni.

Certamente  il tempo  e le amministrazioni delle future generazioni sapranno dare la giusta collocazione a questo inedito e storico atto cavaionese, che verrà ricordato come una sorta di appello per scuotere le coscienze, dopo anni ed anni di danni visibili, tangibili ed evidenti, causati dalle recenti amministrazioni.


Per concludere ci rivolgiamo a  questo/i anonimo/i autore/i dell`avvenimento, al quale/ ai quali, in nome del buon senso, gli si  vuol dire grazie!


In stile la nebbia e la neve si è eleborata una versione video dell'accaduto, intitolato Cavaion Veronese "The Explosion Day" (Il giorno dell'esplosione); accompagnato anche da alcune foto ed  immagini di nostro repertorio.

 


domenica 1 aprile 2012

Luca Mercalli in Valpolicella (Verona), le foto

"Caro Sindaco, prova a uscire dal conformismo ideologico, dall’ignoranza, dalla supponenza. Raccogli la sfida ecologica globale come punto di partenza per pensare il futuro con un progetto coraggioso. Adesso. Dopo sarà troppo tardi". Un estratto dal libro “Prepariamoci” di Luca Mercalli (Chiarelettere, Milano 2011)

Momenti della presenzione del libro "PREPARIAMOCI a vivere in un mondo con meno risorse, meno energia, meno abbondanza...e forse più felicità " di Luca Mercalli ,  svoltasi, il 30 marzo 2011 presso la Foresteria Serego Alighieri a Gargagnago di Sant'Ambrogio di Valpolicella.

Foto di Nadia Zulian che ringraziamo di cuore per la gentile concessione.

Clicca sulle foto per ingrandirle.


 

 

domenica 25 marzo 2012

Luca Mercalli a Gargagnago di Valpolicella venerdì 30 marzo

Venerdì 30 marzo alle ore ore 20.45 presso la Foresteria Serego Alighieri a Gargagnago di Sant'Ambrogio di Valpolicella (ingresso da via Giare 277) presentazione del libro "PREPARIAMOCI A vivere in un mondo con meno risorse, meno energia, meno abbondanza...e forse più felicità " con il meteorologo Luca Mercalli.


Luca Mercalli (Torino, 1966) ha studiato scienze agrarie in Italia e climatologia in Francia, paese al quale deve molto della sua eclettica formazione scientifica e intellettuale. Presiede la Società meteorologica italiana, associazione costituita nel 1865. Ha fondato la rivista «Nimbus», ha pubblicato molti lavori scientifici su clima e ghiacciai e articoli divulgativi su «la Repubblica», «La Stampa», «Donna Moderna» e «Gardenia». Dal 2003 partecipa a Che tempo che fa (Rai3) dove ha introdotto i suoi brevi e incisivi commenti sullo stato del pianeta e della civiltà. Partecipa anche a TG Montagne (Rai2) e ad Ambiente Italia (Rai3). Durante gli ultimi vent’anni ha testimoniato e spiegato la crisi climatica ed energetica in oltre mille conferenze per il grande pubblico e seminari per la scuola e l’università. Fa parte del comitato scientifico di AspoItalia, sezione dell’Association for the Study of Peak Oil and Gas, e del Climate Broadcast Network dell’Unione Europea. Ha pubblicato diversi libri. Tra i più recenti: Le mucche non mangiano cemento (Sms 2004), Filosofia delle nuvole (Rizzoli 2008), Che tempo che farà (Rizzoli 2009) e Viaggi nel tempo che fa (Einaudi 2010). Vive e lavora in Val di Susa, in una piccola casa con orto, alimentata da energia solare.
Nel 2011 ha pubblicato per Chiarelettere il libro "Prepariamoci"


martedì 17 gennaio 2012

Salvatore Settis a Gargagnago di Valpolicella martedì 24 gennaio

Martedì 24 Gennaio 2012 ore 20,45, Il Professor Settis presenterà il suo libro "Paesaggio Costituzione Cemento" presso La Foresteria Serego Alighieria a Gargagnago di Valpolicella

Il Professor Salvatore Settis è un archeologo e storico dell’arte italiano, laureatosi in Archeologia Classica alla prestigiosa Scuola Normale Superiore di Pisa, della quale ha anche ricoperto la carica di Direttore dal 1999 al 2010.

Il Professori Settis è conosciuto a livello internazionale nell’ambito dell’archeologia, della storia dell’arte e delle scienze umanistiche.

In Italia si è fatto conoscere al grande pubblico per il suo impegno nella difesa del dettato di uno degli articoli fondamentali della nostra Costituzione, l’Aricolo 9

“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.”

Aveva ricoperto la carica di Presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, ed aveva contribuito alla stesura del Codice de beni culturali e del paesaggio.
Nel 2009,  per contrasti con l’allora ministro dei Beni Cuturali Sandro Bondi, si dimise dalla Presidenza del Consiglio Superiore dei Beni Culturali.

Nel suo libro “Paesaggio Costituzione Cemento”, il Professor Settis ci racconta, se così si può dire, come, attraverso travagliate vicissitudini, il nostro Paese sia sì quello con le migliori normative in fatto di tutela del paesaggio (ambiente, patrimonio storico), anzi uno dei pochi ad avere nella sua Costituzione un articolo riguardante la tutela del paesaggio e del patrimonio storico ed artistico della Nazione, ma sia altresì il Paese che, con i suoi bizantinismi, i suoi campanilismi di potere non riesce o, forse, non vuole considerare il paesaggio come un bene della comunità, non solo, ma sia riuscito a perdere tempo prezioso in capziose discussioni su che cosa si intenda per paesaggio.

L’incontro con il Professor Settis sarà sicuramente per tutti illuminante ed avvincente. Non perdetelo.

domenica 8 gennaio 2012

Domenico Finiguerra a Cavaion V.se - IL VIDEO



"Il coraggio è la prima delle qualità umane, perché è quella che garantisce le altre."  Winston Churchill (1874-1965)


Ringraziamo di cuore Simone Bernabè e Carlo Reggiani del gruppo  Amici di Beppe Grillo di Villafranca di Verona per le riprese e la realizzazione del video della serata con Domenico Finiguerra sindaco di Cassinetta di Lugagnano, un video che lascia una testimonianza multimediale   a disposizione di tutti gli utenti della rete, comprese tutte quelle persone, le quali, per vari motivi, non son potute venire.

Ringraziamo pure tutti quelli che hanno, anche nel loro piccolo,  contribuito alla riuscita della conferenza.

Un dato positivo, inatteso e sbalorditivo dell'evento è stata la presenza di molti giovani, questa consistente partecipazione possa divenire, oltre che un segno di speranza,   una realtà concreta che sappia riportare dignità, moralità  nei contesti della pubblica amministrazione, la quale attraverso politiche (usando un eufemismo) di breve periodo ( esempio l'utilizzo degli oneri di urbanizzazione) ha insensatamente rovinato, deturpato un bene comune prezioso ed unico come quello del territorio, modificando, oggettivamente in peggio, il nostro paesaggio.   

Da evidenziare la presenza di assessori e consiglieri di altri comuni del veronese e  la mancata partecipazione dei componenti della maggioranza dell'amministrazione di Cavaion Veronese;  un'occasione persa a nostro avviso, visto lo "spessore" e la notorità oramai nazionale del Sindaco di Cassinetta e lo spirito  della serata, la quale  non aveva alcun sponsor nè di partiti nè di liste, ma bensì, un fine di informazione-formazione . Aggiungiamo inoltre che il sindaco Finiguerra ci ha confidato: " è una delle poche volte che un sindaco del paese ospitante e-o un suo rappresentante non siano stati presenti almeno per un saluto", da tenere altresì presente  che il sindaco Sartori quella stessa sera partecipava ad una riunione  nella stanza sottostante a quella civica ad un paio di metri di altitudine di distanza.....iudicandos populos.

In calce i link relativi ad articoli de La Voce del Paese e de IlGardesano.it, testate giornalistiche copromotrici dell'evento.

lunedì 14 novembre 2011

Domenico Finiguerra a Cavaion Veronese





Cassinetta di Lugagnano è un comune  a sud della metropoli milanese, nel 2002 la neo-amministrazione di Cassinetta, attraverso assemblee pubbliche con la cittadinanza, decise di dire NO AL CONSUMO DEL TERRITORIO promuovendo il recupero dell'esistente.
L'esempio di Cassinetta, col tempo, ha sempre più ritrovato riscontro presso l'opinione pubblica nazionale, meritandosi addirittura servizi e lodi positive da trasmissioni televisive come Report, Striscia la Notizia ed altre ancora, perfino il  TG1 del berlusconiano Minzolini (da non crederci!) .
Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta, ha così dimostrato, per chi ha ancora dubbi, che amministrare senza consumare terreno non è solo possibile ma anche logico e normale.
Dopo aver dato il via al movimento nazionale Stop al Consumo del Territorio, il sindaco Finiguerra, è di recente tra i fondatori del Forum Nazionale “Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori”  un  aggregato di associazioni e cittadini di tutta Italia (sul modello del Forum per l’acqua pubblica), che, mantenendo le peculiarità di ciascun soggetto, intende perseguire un unico obiettivo: salvare il paesaggio e il territorio italiano dalla deregulation e dal cemento selvaggio.

Domenico Finiguerra il primo dicembre sarà a Cavaion Veronese presso la sala civica Corte Torcolo - Via V.Veneto,1 ore 20,40