domenica 11 novembre 2012

Cavaion Veronese, AAA Cercasi striscionisti disperatamente!

Riportiamo una lettera aperta firmata da Gregoretti Ugo,  pubblicata sull'ultimo numero del periodico La Voce del Paese, più precisamente nella rubrica aperta al pubblico, curata da Gina Piena, denominata  "La posta della Gina Piena" , la quale ringraziamo per aver preso in considerazione le parole del Gregoretti.
Gentile Ugo, ci sentiamo quasi in dovere ripubblicare qui su La Nebbia e La Neve il suo scritto, in quanto pur noi ci siamo occupati dell'evento cavaionese, avvenuto domenica 30 settembre, in un post intitolato Cavaion Veronese una domenica da striscioni - The explosion day,  documentando il tutto con un video, il quale riproponiamo assieme alla sua missiva.


Gentilissima Gina,
Sono un vecchio signore in pensione, e appena finita la mia vita lavorativa, ho pensato di investire il frutto del mio lavoro in una casetta bifamigliare in località Pezze di Cavaion. Tutto incominciò una domenica di ottobre del 1 999, io e mia moglie, usciti dalla superstrada e passato il ponte, ci troviamo davanti a un gigantesco cartello con su scritto “CAVAION A SPASSO TRA VIGNE E LAGO”. Superata la curva appare davanti a noi un paese incantevole, bello, disteso sul pendio del monte San Michele; la chiesa domina tutto intorno e le case, ben distribuite sul crinale, sono avvolte dal grigioverde degli ulivi ed illuminate dalle foglie rosse e gialle dei filari delle vigne. Alle sue spalle, il contorno delle rocce bianche ed il verde scuro del Moscal, rubano la scena al Monte Baldo che si intravede in lontananza un po’ annoiato ed offuscato da una timida nebbiolina autunnale. Siamo rimasti estasiati, è stato proprio il classico “colpo di fulmine”. Quando ci siamo accorti che in 10 minuti potevi andare sia sul lago di Garda che sul Baldo, abbiamo deciso che questo sarebbe stato il paese in cui sognavamo di invecchiare.

Purtroppo il nostro innamoramento è durato poco, nel giro di pochi anni il nostro territorio ha subito un saccheggio dissennato. Tutti quelli che avevano
un pezzo di terra, lusingati da facili guadagni, l’hanno venduta ad imprese senza scrupoli, e con il contributo di amministratori mediocri che non pensavano minimamente al futuro del paese ma al profitto ed al prestigio personale, ora siamo qua a piangerci addosso, pieni di debiti e con il futuro dei nostri figli compromesso irrimediabilmente.

Giovedì 27 settembre ho assistito all’assemblea pubblica organizzata dalla minoranza Progetto Paese, e sposando in pieno le parole di un cittadino presente, ritengo che pur apprezzabile il loro sforzo sia insufficiente. Atteggiamento rassegnato nel sostenere le varie tesi, utilizzo di strumenti insufficienti per coinvolgere la
popolazione, e mancanza totale di grinta e di passione, o se c’era, io non l’ho avvertita. Una minoranza per diventare maggioranza deve lavorare al doppio non la metà, deve dimostrare di avere le “Palle” vere e non di “gomma”. L’unica cosa che ci accomuna entrambi, è aver scoperto che da almeno 5 anni le scritte, sul famoso cartello all’entrata del paese sono sparite, e ora è sparito perfino il cartello. La natura vergognandosi di noi ha pensato bene di far sparire questa presa per “Il Lato B” un po’ alla volta. Qualcuno ha detto che un popolo ha gli amministratori che si merita, se va avanti cosi chiedo l’asilo politico al comune di Affi.
Domenica 30 Settembre uscendo da messa delle 11.00 sento bisbigliare tra la gente che, durante la notte, il paese è stato “Invaso da striscioni di natura equivoca” con scritte che mettevano in cattiva luce la nostra amministrazione: in via Berengario c’era: SMETTETE DI FARCI LA CORTE; sui ruderi del “Borgo del Sole”, coperti dalla vegetazione, c’era: SALVAGUARDIAMO I NOSTRI BENI CULTURALI; in Piazza della Chiesa c’era: CAVAION A SPASSO TRA GRU E CEMENTO; e all’entrata sud del paese c’era una ESSE davanti a Cavaion per correggere l’errore sulla scritta e testimoniare le vere origini del nostro paese, come ci dicono gli archivi storici (popolo di scavatori), SCAVAGIONE. Tra me e me ho pensato, ma guarda anche il resto della minoranza (Sabaini\Duello) in quota Bunga Bunga invece di fare come in tutti i consigli comunali, la minoranza della maggioranza, presi da un scatto di orgoglio hanno voluto testimoniare la loro vicinanza agli amici del Progetto Paese (Righetti\Tramonte\Mancini). Hanno voluto testimoniare molto civilmente il loro grido di protesta con dei semplici ed ecologici striscioni.
Non come quel pazzo scatenato che qualche anno fa, essendo sprovvisto di cellulare, lasciava qua e la messaggi di “stima e di affetto” ad un noto assessore di quel tempo, imbrattando di vernice il municipio, la chiesa, e qualche altra casa.

Confesso che quella notte non riuscivo a prendere sonno dalla gioia, finalmente qualcuno prendeva la propria coscienza in mano e decideva di rispettare gli impegni presi con i propri elettori. La mattina seguente vedendo l’operaio del Comune che in fretta e furia toglieva gli striscioni, dopo che li avevano già visti tutti quanti, scopro che mi ero sbagliato di grosso, nessuno di quelli succitati aveva fatto cose del genere, per loro le cose vanno bene così. La triste notizia fu subito
scacciata dal pensiero che gli autori di questa PROVOCAZIONE non erano i soliti noti, ma erano persone nuove, diverse, essi davano voce all’ indignazione di tanti SUDDITI Cavaionesi che condividono le proteste ma non vogliono metterci la faccia. ERA ORA CHE QUALCUNO ALZASSE LA TESTA! ! !
Chiunque voi siate: Io in cantina ho un rotolo di stoffa di 85 metri, doppia altezza, occhio croce potrebbero essere fatti 35 striscioni. Cosa ne dite se sotto le feste facciamo “gli auguri” a tutti e incartiamo il paese per benino! ! ?
Cordialmente saluto Gregoretti Ugo.
La Gina Piena risponde:
Caro Ugo,
capisso la tua disperassione, per questo “innamoramento” non corrisposto, ma siccome me fiol el gà da ristutturarse la casa, ho pensà che nò l’è miga el caso che te diga cosa penso.
Comunque tè rispondo citando un anedoto che me contava sempre me nono quando sera ancora zoena, e chè el mè restà impresso. En giorno tutta contenta e innamorata del me Bepi, go dito:
« ono!!! gò avù en colpo dè fulmine. . . doman me sposo!!!» E me nono èl mà risposto: «Aspeta n’atimo… sa ela tutta stà pressia? tè l’è appena conossuo!» No ghè stà gnente da far… l’amor le orbo caro Ugo... e sèrte robe, anca se iè grosse, quando tè sé inamorà nò te le vede miga.
«Comunque Gina ricordete sempre - el m’ha dito me nono - che el matrimonio l’è come “en Baril de mel e merda” subito te scomesie con el mel ma man man che te ve en zò, prima o dopo tè cate anca la “merda”». Vedeto Ugo, ti te sere inamorà de Cavaion e mi de mé marì, el Bepi, e tutti dù semo restè freghè. Probabilmente gavea reson me nono, tutti dù avemo verto el baril... da la parte roersa! ! !
Tè mando èn strucon… Gina

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