CON L'EURO O CONTRO L'EURO.....
Articolo di Eugenio Benetazzo del 20/02/2014
Che ormai siamo da
qualche anno vittime di una dittatura anzi di una blanda dittatura per
dirla alla Grillo è un dato pacifico, soprattutto considerando gli
ultimi episodi del panorama politico italiano. Pur tuttavia al di là di
qualche indignazione da aristocratico dalla penna facile che pontifica
con i suoi editoriali dalla blasonata testata giornalistica, il tutto
sembra non preoccupare o interessare più di tanto la popolazione.
In caso contrario infatti vedremmo anche in casa nostra scena da
guerriglia e sommossa popolare stile Ucraina. Io ormai più che
rassegnato per le vicende che caratterizzano il mio paese mi considero
un emigrato. Felicemente emigrato. Confido di potermi trasferire
definitivamente entro la fine dell'anno anche e soprattutto per le
scelte professionali che ho deciso di intraprendere alcuni anni fa.
Tornando a noi, come ho già ricordato all'interno di un recente
intervento in un talk show, il Telefilm Renzi & Company trova una sua giustificazione nell'istinto di sopravvivenza.
L'Unione Europea e la sua denigrata creatura, l'euro, rappresentano in
astratto un organismo vivente che sta lottando per continuare a vivere e
per preservare il territorio che ha conquistato come fa un predatore
quando si sente minacciato.
Quanto
sta accadendo in tutta Europa con il fronte dei partiti euroscettici in
continua ascesa di consenso popolare, i quali vedono nell'euro l'unico responsabile
di questo periodo epocale, ha generato una oggettiva preoccupazione a
livello internazionale, preoccupazione che ha scavalcato i confini del
vecchio continente. L'euro, nato per consentire all'Europa Continentale
di poter competere con le nuove grandi macro aree economiche emergenti del mondo, Cindonesia ed America Latina, oggi è più che mai essenziale e determinante per poter dar vita al TAFTA
(Transatlantic Free Trade Area) ovvero il nuovo mercato comune tra USA
ed UE, le quali si unirebbero per reggere l'urto e lo strapotere del blocco cindonesiano
nei prossimi decenni. Senza euro tutto questo sarebbe impensabile: nel
lontano futuro è possibile ipotizzare anche una sola e nuova moneta tra
queste due aree continentali, lontane geograficamente, ma vicine per cultura e interdipendenza economica,
oltre che militare. Un successo dei partiti euroscettici alle prossime
elezioni europee di maggio decreterebbe la fine della moneta unica e
anche del TAFTA con le ovvie ripercussioni di dissesto geopolitico nel
mondo.
In
Europa il paese più preoccupante al momento lo sappiamo essere
l'Italia. Non solo per la presenza di partiti dichiaratamente antieuro
ma anche e soprattutto per una crisi di governo che si protrae da ormai
due anni, a causa di una leadership vecchia e nuova incapace di intervenire per approntare i cambiamenti
che richiede il mercato dei capitali ed il mercato del lavoro. Anche la
Francia comunque non scherza. Gli ultimi due mesi in Italia sono stati
caratterizzati da una escalation di contestazioni e disgusto politico
che stanno invogliando gran parte di quegli elettori italiani che
non votano più da numerosi anni (circa il 35%) a schierarsi alle
prossime elezioni al fianco di quei partiti che in questi ultimi due
anni si sono presentati come l'alternativa ad una classe politica ormai
irrecuperabile e marcia per il suo modus operandi. Il rischio è
oggettivo sul piano poltico. Per questo motivo improvvisamente è stata giocata la carta Matteo Renzi,
nonostante precedenti proclami facessero non pensare a questo tipo di
soluzione. La sua presa di posizione repentina non ha ancora trovato una
razionale spiegazione se non chiamando in causa le pressioni dell'establishment sovranazionale europeo per dare subito all'uomo nuovo invocato dalla nazione il potere per implementare il tanto atteso cambio di marcia.
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