domenica 4 marzo 2012

Si ai No Tav


Questo post è dedicato a tutte quelle persone che apprendono , notizie, non totalmente veritiere,da gran parte dei media tradizionali (controllati, specialmente quelli televisivi, per lo più da partiti,  e dall'ex premier),  in merito agli avvenimenti nella Val di Susa.
Tali mezzi di comunicazione, hanno l'unico fine di mettere in cattiva luce i No Tav ,le loro lotte, le loro azioni e soprattutto le loro ragioni.  

Il primo video con un monologo di Marco Travaglio denominato TAV ALTA VORACITA', del 1 marzo 2012,  ripercorre la storia della ferrovia Torino-Lione ed illustra le conseguenze del progetto TAV; l'altro video "Le ragioni No Tav"( girato nel luglio 2011), con interviste di Piero Ricca, racconta il punto di vista dei manifestanti No Tav.

Per finire, sotto, vi propongo una relazione elaborata da "black-bloc"  del calibro di Andrea Boitani, professore ordinario di Economia politica presso l’Università Cattolica di Milano; Marco Ponti, professore ordinario di Economia dei trasporti al Politecnico di Milano e Francesco Ramella, ingegnere dei trasporti e fellow IBL (Istituto Bruno Leoni di Torino)
Il documento di sette paginette (molto semplice può essere capito da tutti) , è stato intitolato"TAV: le ragioni liberali del no", dal quale riporto alcune parti della conclusione:
"Né le argomentazioni economiche né quelle ambientali a supporto della realizzazione della TAV sembrano dunque reggere alla prova dei fatti. L’inesistenza di una domanda di trasporto, passeggeri e merci, tale da giustificare la realizzazione della linea AV trova riscontro nel fatto che non vi è alcun soggetto privato disposto ad investire proprie risorse nel progetto che sarebbe quindi interamente finanziato a carico del contribuente... ...Tale constatazione non dovrebbe stupire se si pensa a quanto accaduto con il tunnel sotto la Manica (tra Parigi e Londra, non tra Torino e Lione) che, grazie soprattutto alla ferrea volontà di Margaret Thatcher, venne realizzato esclusivamente con fondi privati. Gli sfortunati risparmiatori francesi ed inglesi hanno visto nell’arco di un decennio quasi azzerarsi il valore del proprio investimento ma almeno in quel caso nessuno è stato obbligato a partecipare, in qualità di contribuente, ad un’avventura ad alto rischio..." "...Né la competitività del Paese, né la tutela dell’ambiente sembrano dunque essere motivazioni valide a sostegno della linea ad alta velocità tra Torino e Lione:restano gli argomenti di “imprenditori” che non vogliono rischiare e di politici in cerca di consenso a spese del contribuente. Da qui il nostro “no liberale” alla TAV."
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