Chi si batte per la tutela del territorio e la bellezza del paesaggio italiano viene etichettato molto spesso dalle controparti (politici, partiti,sistemi) come estremista( se non comunista) che non accetta il progresso.
Nel giochino dell'etichetta, casca senza dubbio, parte del volgo poco o non informato , poco o non colto.
La difesa del territorio non è una questione di comunismo, e qui non spreco nemmeno una parola in più, non ho intenzione di offendere la mia intelligenza e spero nemmeno la Vostra.
E più che affare ambientalista, la tutela del territorio deve considerasi questione trasversale e di buon senso meglio ancora di razionalità, di ragione.
"Chi non vuol ragionare è un fanatico; chi non sa ragionare è uno sciocco; e chi non osa ragionare è uno schiavo" William Drummond (1585 - 1649 poeta e storico scozzese).
Coloro che operano con cieca ragione , ricoprendo ruoli di pubblica responsabiltà amministrativa, cementificando di continuo ed ingiustificatamente i NOSTRI TERRITORI credono nella qualità della nostra vità? Credono nel bene comune o collettivo? Credono nella bellezza? Credono nel rispetto del prossimo? Credono, a proprosito di progresso, che bisognerebbe dire STOP al consumo del territorio, visto che è proprio il nostro sistema economico che gli sta dando contro? Credono nelle nuove generazioni e quelle avvenire? Credono che si possa cementificare per l'eternità? Credono che gli oneri di urbanizzazione siano fonte infinita? Credono nella partecipazione? Credono nella cultura? Credono nel futuro?
O credono alla politica di breve periodo, al bene proprio a l'affar proprio e di pochi, lasciando al non tanto lontano domani le amare conseguenze?