giovedì 26 luglio 2012

TIFIAMO PER IL MINISTRO MARIO CATANIA, PER UNA LEGGE ANTI-CEMENTO

Una legge anti-cemento per salvare i contadini / ogni giorno cento ettari sepolti sotto il cemento,una legge anti scempio


Articolo di Carlo Petrini tratto da La Repubblica del 25-07-2012

Il ministro delle Politiche agricole e forestali, Mario Catania, ha convocato a Roma una conferenza intitolata "Costruire il futuro: difendere l' agricoltura dalla cementificazione". Un evento piccolo, ma a suo modo storico, perché in Italia è finalmente caduto un pesante velo istituzionale. Per la prima volta un ministero riconosce apertamente che il consumo di suolo è un problema grave e quindi una priorità. È stato presentato un rapporto ufficiale con statistiche eloquenti e, un po' a sorpresa, un disegno di legge «in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo di suolo» che, tra le altre cose, propone con grande coraggio l' abolizione dell' uso da parte dei Comuni degli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente. Il suolo è un bene comune. Una volta cementificato perde fertilità in maniera irreversibile, smette per sempre di produrre cibo, bellezza, cultura. Tre elementi che sono le nostre migliori ricchezze, che continuiamo a sperperare senza ritegno. A tal proposito, sia sufficiente una citazione attribuita all' economista John K. Galbraith: «Penso alla vostra patria, alla bellezza del suo paesaggio, alle vestigia storiche, alla sua agricoltura, al suo turismo. Se voi oggi siete in crisi è colpa vostra». È colpa nostra bruciare risorse uniche: secondo il rapporto del ministero dal 1971 al 2010 abbiamo perso il 28% della superficie agricola utilizzata, un' area grande come Lombardia, Liguria ed Emilia-Romagna. Ogni giorno si cementificano 100 ettari di suolo e l' agricoltura italiana soddisfa soltanto più l' 80% del nostro fabbisogno alimentare. Se per alcuni decenni l' agricoltura ha sopperito alla diminuzione dei terreni con l' incremento delle rese delle coltivazioni, oggi ciò non è più possibile per motivi strutturali e di sostenibilità ambientale. L' agricoltura industriale non può andare tanto oltre quanto non si sia già spinta. Intanto il sistema di produzione del cibo soffre profondamente. Scarsa remunerazione ai contadini, una filiera iniqua che penalizza soprattutto gli agricoltori e una mancanza cronica di giovani che rigenerino le nostre campagne sono un perfetto apripista per la perdita dei nostri terreni fertili, sia per cementificazione, sia per abbandono. La crisi del mondo agricolo è la prima causa del male, perché se distruggiamo i presidi principali del territorio, ovvero le persone che lo lavorano e lo curano, non ci sarà più speranza. Per ritrovarla servono nuovi paradigmi, creatività, nuove priorità. Ciò che giustamente Catania vuole incentivare: «Serve una battaglia di civiltà, per rimettere l' agricoltura al centro del modello di sviluppo che vogliamo dare al nostro Paese. Immagino uno Stato che rispetti il proprio territorio e che salvaguardi le proprie potenzialità. Noi usciremo vincenti da questa crisi se lo faremo con un nuovo modello di crescita». Dalla buona agricoltura non si prescinde, e quindi non si deve prescindere dalla tutela dei terreni. Il disegno di legge presentato ieri è un primo passo importante. Intanto perché è una novità assoluta, che recepisce una sensibilità sempre più diffusa tra la società civile. Sono tante le associazioni già al lavoro, e ricordo che è partita la campagna per un "Censimento del Cemento" da parte del Forum Nazionale "Salviamo il Paesaggio - Difendiamo i territori": è stata spedita a tutti i Comuni d' Italia una scheda per censire gli edifici costruiti e inutilizzati, ma in pochi hanno già risposto. Che si diano da fare però, perché avere dati certi è una base indispensabile per lavorare a una legge più giusta possibile. Intanto il ministero, attraverso il metodo della concertazione, ieri ha saggiamente invitato le associazioni ambientaliste, degli agricoltori e tutte le altre istituzioni a pronunciarsi sul disegno di legge, suggerendo modifiche e migliorie al testo (che potete s c a r i c a r e d a l s i t o www.slowfood.it). Questo è incoraggiante, a prescindere da alcuni limiti che l' attuale stesura contiene. Nel disegno di legge c' è però una proposta quasi rivoluzionaria: l' ultimo articolo del testo propone di abolire l' uso degli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente dei Comuni. Ciò significa spezzare il secondo meccanismo principale che porta alla sciagurata cementificazione del nostro Paese: la continua emergenza economica degli enti locali che quasi non possono più esimersi dal sacrificare le proprie terre fertili per fare cassa. Andranno sicuramente previste delle compensazioni, perché è arduo pensare di togliere una risorsa così importante mentre si fa fatica a garantire i servizi essenziali, ma il meccanismo prima o poi si dovrà rompere: è un po' come se durante un inverno freddissimo, quando non funziona più il riscaldamento di casa, iniziassimo a bruciare tutti i nostri mobili. Alla fine rimarremmo senza mobili e intanto il freddo non sarebbe passato: un lentissimo doppio suicidio. È invece necessario puntare alla vita, che può essere ben rappresentata dall' immagine di un suolo fertile che produce cibo, bellezza, piacere e, ve l' assicuro, potenzialmente così tanta nuova economia da riuscire a sovvertire anche la crisi più nera.

mercoledì 18 luglio 2012

Tersa de lujo – Serata inaugurale

 “Fatti non foste a viver come bruti
Ma per seguir virtute e conoscenza”            
(Dante – Divina Commedia – Inferno XXVI vv 119-120)



Venerdì 13 luglio, sulla piazza antistante la Chiesa,  si è aperta la sagra cavaionese nota come la “Tersa de lujo” abbinata alla mostra intitolata “Presenze artistiche cavaionesi”, che si snoda su via Garibaldi, un tempo l’arteria principale di Cavaion Veronese.
Un tempo, sì perché, come si sa, tutto è in continuo mutamento, divenire, come aveva tenuto a precisare anche il Primo Cittadino del paese nel primo numero dell’ormai scomparso CAVAIONmagazine:

“… Il nostro paese (omissis) si sta velocemente trasformando da pittoresco paesetto a centro di media grandezza con significative e vitali prospettive di sviluppo.(omissis) Penso che il nostro paese, non debba rimanere solamente un bel borgo appollaiato sulla collina, rassicurante solo per alcuni, ma trasformarsi in una favola moderna fatto anche di lavoro, di idee, di possibilità. Uno sviluppo turistico attraverso strutture alberghiere porta gente nuova, sollecitando un fecondo scambio culturale e crea posti di lavoro per i nostri giovani. …”

Autore, o quantomeno firmatario, dell’ Epistola ai Cavaionesi era  Lorenzo Sartori e correva il mese di Maggio dell’anno del Signore 2005.

Una signora che si intratteneva in piazza mi raggiunge in via Garibaldi e mi chiede se avessi sentito cosa stavano cantando. Sono salita con lei e mi sono messa ad ascoltare e dopo un paio di minuti me ne sono ridiscesa, disgustata,  in mezzo alle opere esposte che, se pur non meritevoli del Louvre sono comunque il prodotto di animi gentili. Ad onor di cronaca, non sono l’unica ad essersi indignata, mi pare di aver colto anche nell’espressione del vice sindaco segni di sconcerto.

La “band” si chiama Castion Boys e propone “Lieder” in dialetto. E, fin qui niente di male. Ho sentito ed apprezzato versioni dialettali di canzoni famose e canzonette in vernacolo molto divertenti, con allusioni erotiche ben lontane dalla volgarità.
Ma quello che si cantava venerdì era semplicemente volgare e disgustoso all’ennesima potenza, incurante della presenza fra il pubblico di innocenti orecchie di bambini ed adolescenti che di tutto hanno bisogno meno che di volgarità.

Ad organizzare i festeggiamenti è la Pro Loco. Forse è sfuggito a chi fa parte di questo ambito della Pubblica Amministrazione che Pro Loco, espressione presa dal latino dei nostri antenati, significa “a favore del luogo”.
Ora, mi chiedo che cosa ci sia a favore del luogo nel proporre volgarità a suon di musica. Si vuole con questo forse sollecitare “un fecondo scambio culturale”? Sinceramente mi sfugge il nesso e mi dico: meno male che gli stranieri con capiscono.
Devo invece constatare che  il borgo appollaiato sulla collina, rassicurante solo per alcuni  (a detta del Sindaco)” si è trasformato in rassicurante (per chi?), ammasso di cemento, che il borgo si è imbruttito ed imbrutito trasformandosi non in una “favola moderna” bensì in uno sconcertante incubo, ben rappresentato dallo spettacolino della serata inaugurale della Tersa de lujo 2012.

Immagino che anche la Pro Loco riceva un finanziamento dalle casse comunali, casse alimentate dalle tasse, tributi e gabelle varie pagate dai cittadini, ebbene gradirei sapere quanto sono costati alla comunità i “Castion Boys”.
Qualora la Pro Loco si autofinanziasse, tale fatto non giustificherebbe il cattivo gusto e la volgarità.

Adriana Bozzetto

Luglio MMXXII

lunedì 2 luglio 2012

Cavaion Veronese tra Sabainismo e Amore - Cavaion Veronese between Sabainism and Love

"E' triste quando pensi: che bello, questo campo in mezzo al paese non è ancora stato preso da questa corsa all'edilizia che governa in questo paese; e poco dopo vedi spuntare il cartello che da le informazioni sul cantiere che sta per essere fatto, ma in questo cazzo di paese ti ci devi abituare.."

Il cartello, ecco come sarà il residence
E bene sì, con il prossimo Residence Solare (sempre il sole di mezzo come il Borgo....), via Pozzo dell'Amore risulta ormai venduta al cemento. La frase sopra è di un vero cavaionese, molto giovane, scritta sulla propria bacheca di Facebook ed apprezzata dagli altri utenti (cavaionesi pure loro), in meno di 24 ore, con ben 44 "Mi piace", numeri da record (vedi immagine in calce con alcuni commenti).

Perché sto successo? Ma perché quelle parole trasmettono un sentimento vero, un sentimento di amore verso Cavaion, sentimenti che non sì sono mai e poi mai riscontrati nel Sabainismo ( e per Sabainismo intendiamo le amministrazioni dell'ex ed attuale sindaco, indotti inclusi), il quale ha sempre ritrovato le sue basi solide nell'individualismo e nell'indifferenza di fatto e di comodo.
Qui è dove verrà costruito il nuovo residence
L'individualismo (male della società italiana) per quel che riguarda la nostra comunità si attua quando si tutela solo e soltanto "il nostro proprio giardinetto", cioè i nostri diritti, i nostri beni mobili e/o immobili trascurando ogni bene, patrimonio o servizio di pubblica utilità, e la prima "orrenda" conseguenza di questo individualismo è una bruttissima epidemia che dilaga nel nostro bel territorio, che si chiama indifferenza, la quale si può considerare di fatto, ossia quando molte persone se ne "fregano", senza capire le pesanti conseguenze, delle varie problematiche del paese come “l'edificazione selvaggia” e senza scrupolo, il relativo aumento esponenziale della popolazione, l'aumento spropositato del traffico,inquinamento, disservizi, aumenti di costi per la gestione del comune e così via; mentre è da ritenere di comodo quando altri soggetti che pur capendo e sapendo che certe scelte "politiche" non son cosa buona e giusta, chissà per qual perché, si rifugiano in questa neutralità che non vede, non sente e non sa.
Detto ciò, come ci si può opporre contro questo tipo di individualismo e d'indifferenza?
La soluzione è molto semplice e la troviamo nel sentimento e nella ragione.
Il primo vien definito "ogni moto dell'animo, affetto, passione ed emozione" se si fosse usato un po' più di sentimento molte scelte non sarebbero mai state fatte ed attuate, un cavaionese che veramente ama il suo paese non permetterebbe o fermerebbe questa eccessiva, disordinata e spropositata "colata di cemento continua" e poi chi agisce con sentimento non avrebbe, per esempio, subito così passivamente lo sventramento di parte del Monte S. Michele, del Ceriel, e tantissime altre zone del comune. Sì! Non si farebbe togliere così facilmente il "verde", patrimonio, bellezza, identità, qualità e ricchezza di questo Cavaion sempre più deformato.
La seconda è la ragione che “non significa farsene una ragione” ma bensì "la facoltà di pensare liberamente stabilendo rapporti e legami tra i concetti, di giudicare bene discernendo il vero dal falso, il giusto dall'ingiusto", in parole povere se non la apportiamo noi “dal basso” non potrà mai esserci ragione che arrivi “dall’alto” fin quando gli interessi di pochi prevarranno su quelli di tutti!

Un abbraccio forte, quindi, a questo piccolo grande uomo, la tua frase emoziona, stimola perché in essa c'è autenticità, ed un abbraccio pure a tutti i tuoi "Mi piace", anche se, oramai, "questo strano paese" (come lo definisce il Miotto) è stato volutamente rovinato, cercate di non perdere mai la speranza , pure quando, col passare degli anni, la vita vi metterà di fronte a dure prove. Che Dio vi benedica e che Dio benedica Cavaion Veronese!