domenica 3 luglio 2016

Brexit, l'arroganza dell'èlite

L’arroganza delle élite che criticano la Brexit

Articolo del Corriere della Sera, di Pierluigi Battista del 26/06/2016


Winston Churchill aveva condotto la democrazia inglese alla vittoria contro Hitler, tra sacrifici e distruzioni immani, ma con una fermezza ammirevole e commovente. Per un anno almeno, prima del 1941, aveva combattuto contro il nazismo da solo, mentre l’Europa intera si sottometteva al totalitarismo e Stalin ancora lucrava sull’alleanza spartitoria con la Germania. Eppure, finita la guerra, in una Gran Bretagna vittoriosa ma stremata, Churchill perse le elezioni del ’45 vinte dai laburisti. La leggenda vuole che la notizia della sconfitta elettorale gli fu portata, mentre faceva il bagno, dal maggiordomo, e che la risposta di Churchill fu: «È proprio perché questi eventi possano continuare ad accadere che abbiamo combattuto la guerra. Ora passami l’asciugamano». Probabile che l’aneddoto sia falso. Certo è che dalla bocca di Churchill sconfitto nelle urne non uscì mai una di quelle sprezzanti volgarità, misto di tronfia saccenteria e patetica presunzione con cui l’autonominatosi partito degli ottimati ha liquidato il popolo bue ed ignorante che ha osato votare per la Brexit.

E non sanno nemmeno, queste oligarchie del pensiero sempre più inascoltate, asserragliate in una fortezza per difendersi dall’assedio dei nuovi barbari muniti di quelle subdole armi che sono le schede elettorali, che se «i populisti» sono la risposta sbagliata alle manchevolezze dell’Europa, gli «elitisti» sono esattamente il problema di un’élite europea arrogante e senza senso autocritico. Non sanno nemmeno quanto la loro spocchia sia odiosa e scostante. Non sanno nemmeno quanto fastidio susciti la loro pretesa di conoscere ciò che il «popolo» dovrebbe accettare in silenzio per il suo bene più di quanto lo sappia il «popolo» stesso. Se l’esito elettorale che non piace viene visto e deplorato come la manifestazione di un popolo ignorante che sarebbe (purtroppo è stato detto anche questo) «sciagurato» far esprimere, allora gli «elitisti» neanche immaginano quale colpo mortale con un tale disprezzo per la sovranità popolare venga inferto all’idea stessa di democrazia. Se un risultato elettorale discutibile, e quello britannico è davvero più che discutibile, viene equiparato da un Roberto Saviano in vena di sparate alla vittoria elettorale di Hitler, allora è il concetto stesso di volontà della maggioranza che viene ad essere picconato. Churchill non l’avrebbe fatto. Ma lui, contro il totalitarismo ha combattuto davvero, con lacrime e sangue.

sabato 23 aprile 2016

Cavaion - Affi: "Abbasso la squola!"



CONSIDERAZIONI MARGINALI


 (annuncio del 05 Novembre 2014)


Rimando al mio articolo del 06 Novembre 2014 pubblicato su La nebbia e la Neve (Cavaion V.se - Piove sugli introi sassosi ed irti … )


 annuncio del 25 Novembre 205


Il megafono dell’attuale Amministrazione annuncia la realizzazione di una nuova scuola elementare, come da programma. E, come usano proclamare: DETTO, FATTO!

Ma, quelli di Affi, non ci stanno e il Comitato Incaffi, insieme a La Voce del Paese indicono un’assemblea pubblica per il lunedì 14 Dicembre 2015 (a Cà del Rì ore 20.30), «per discutere delle problematiche dell’istruzione ad Affi e del nuovo polo scolastico».
Si raccolgono firme, 400,di protesta nei confronti della soluzione sinergica Cavaion Veronese – Affi.
Sul nr. 4/2015 de La Voce del Paese, Maurizio Delibori scrive un articolo dal significativo titolo L’IDENTITA’ PAESANA NON E’ SOLO CAMPANILISMO -  Molti cittadini di Affi chiedono che la Scuola Primaria resti in Paese

Il Sindaco di Affi, di fronte alle proteste dei cittadini, indice un’assemblea pubblica il 22 gennaio 2016:
A seguito della raccolta di firme fatta dalla Associazione di Volontariato Comitato di Incaffi nel mese di Dicembre, in cui si richiedeva la convocazione di un’assemblea pubblica per esaminare le problematiche relative alla scuola primaria di Affi, l’Amministrazione Comunale organizza un’ ASSEMBLEA PUBBLICA il giorno VENERDI’ 22 GENNAIO ALLE ORE 20.30  presso il PARK HOTEL AFFI.

Fra i relatori esterni, l’unico a fornire importanti ed esaustive informazioni fu l’Ing. Costantino Franceschetti (stato attuale dell’edificio scolastico, interventi necessari per renderlo antisismico, relativi costi). Durante l’Assemblea, molto partecipata, c’è stato qualche momento di attrito con il Sindaco, ma su questo non mi trattengo.
Risultato: verrà indetto un referendum e la cittadinanza deciderà se mettere in sicurezza l’attuale struttura o unirsi a Cavaion per la costruzione di una nuova scuola, in un’area definita infelice.

Si farà entro aprile il referendum sulla costruzione della nuova scuola primaria a Cavaion. Lo ha annunciato nell’ultimo Consiglio comunale il sindaco Roberto Bonometti : «Stiamo predisponendo la documentazione per questa consultazione popolare. Questo “nodo” verrà sciolto prima delle elezioni». (da L’Arena del 06-03-2016, sezioni Baldo Garda)
Vedi aggiornamento in calce.

La Sindaca di Cavaion, presente ma non invitata, ha tenuto a sottolineare, se l’è cavata dicendo che sono stati quelli di Affi ad avanzare la proposta a Cavaion e che la prevista dislocazione della scuola a lei piace perché è situata in centro storico, vicino al palazzetto dello sport (e al cimitero e alla caserma dei carabinieri e a ben tre campi di calcio, aggiungo io).
Chiamare quell’orribile, dentro e fuori, parallelepipedo di cemento “palazzetto dello sport” richiede molto coraggio (si ringrazia l’Amministrazione Sabaini) ma ancora di più considerare quella parte del paese come facente parte del centro storico!
Vorrei far presente alla Sindaca che dichiarazioni del genere non le fanno molto onore e che si deve assumere la responsabilità delle sue scelte. Non credo che l’Amministrazione di Affi l’abbia obbligata, sotto tortura, ad accettare la proposta, quindi la sua responsabilità e pari a quella del Sindaco di Affi.

E, a Cavaion, come l’hanno presa i cittadini?
A Cavaion nessuno ne parla, l’Amministrazione non ritiene opportuno, né comodo, indire un’Assemblea pubblica informativa.
A Cavaion non esiste una  opposizione degna di tale nome. Non si sa se le scuole elementari siano a norma, né se l’Amministrazione abbia esaminato la questione viabilità, perché, mi viene da pensare che, se adesso non tutti si recano a scuola a piedi, nella nuova scuola di certo non ci andrebbe nessuno!
A Cavaion, il più bel paese del mondo (affermazione di una cittadina), di cosa si parla?
Della fogassa! Ormai gli articoli ed i messaggi su face book non si contano più per non parlare di interventi promozionali della stessa sottolineati dalla presenza della prima cittadina con tanto di fascia tricolore!

Adriana Bozzetto - residente a Cavaion (per caso) – Marzo 2016

Nota del 19 Aprile 2016:
Il referendum, meglio la Consultazione Popolare si terrà l’ 8 Maggio p.v.
Qualsiasi sia il risultato della stessa, ai cittadini di Affi va riconosciuto il merito di aver costretto l’Amministrazione a confrontarsi con la cittadinanza, mentre a Cavaion si dormono sonni beati.

giovedì 21 aprile 2016

Prince The Artist 1958 - 2016

Grande musicista
Grande polistrumentista
Grande miscelatore di suoni, voci e ritmi


Goodbye  Icon!
Goodbye  Simbol!

lunedì 11 aprile 2016

Il 17 aprile un bel SI!

Irresponsabile, immorale ed opportunista è colui che sceglie ed incita le vie dell'indifferenza, dell'ignoranza e della pigrizia culturale e/o psicofisica, preferendo apertamente l'astensione in un referendum, col fine di non raggiungere il quorum(che andrebbe abolito) invalidandone così l'esito; passando per le "staminali Vaticane", come ieri Craxi, oggi Matteo!


Referendum 17 aprile sulle trivelle: tutti i dati che devi conoscere


Il 17 aprile gli italiani dovranno esprimere il loro parere in merito alle trivellazioni con un referendum. La domanda che viene fatta ai cittadini è semplice: volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività entro le 12 miglia dalla costa nelle acque territoriali italiane? Votare sì si traduce con un “basta trivelle” e viceversa il no vuole che l’attività estrattiva proceda. È giusto specificare che il referendum riguarda le concessioni già attive non quelle future. Il Governo Renzi con la Legge di Stabilità 2016 ha vietato le nuove attività entro le 12 miglia, ma allo stesso tempo, con un emendamento, ha acconsentito che le società petrolifere, con titoli abilitativi già attivi, potessero ricercare ed estrarre idrocarburi, siano questi greggio o gas, a tempo praticamente indeterminato, con la formula “fino a vita utile del giacimento”. Proprio su questo punto bisognerà pronunciarsi. Quali sono i punti focali e quali quelli che creano i maggiori dubbi e scontri tra le diverse fazioni? Ma soprattutto: quali sono i dati a nostra disposizione?
Il referendum non riguarda solo il petrolio ma anche il gas. I dati ufficiali sulla situazione italiana in materia vengono pubblicati nel Bilancio della situazione energetica nazionale, sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico. Il rapporto sul 2014, pubblicato nell’agosto dello scorso anno, parla di un settore in crisi: “Il 2014 è stato un anno particolare per i mercati energetici internazionali: nella seconda parte dell’anno il prezzo del petrolio ha perso metà del suo valore (per l’effetto combinato di un’offerta rafforzata dalla produzione USA e di una domanda debole da parte dell’Asia); i prezzi del gas si sono ridotti sui diversi mercati (per la debole domanda in Europa, l’eccesso di offerta in USA e le dinamiche del greggio in Asia); è continuata la crescita dell’incidenza nel mix energetico internazionale delle fonti rinnovabili, il cui contributo alla produzione di energia elettrica (poco meno di un quarto) ha raggiunto quello del gas naturale”. I Governi investono comunque ancora molto nelle fonti fossili, come possiamo vedere dai dati della Oil Change International pubblicati a dicembre 2015: 8 paesi ricchi (tra cui l’Italia) spendono ben 80 miliardi di dollari l’anno nell’industria petrolifera, del gas e del carbone, e solo 2 ad esempio nel fondo verde per il clima (Gcf), un fondo d’investimento per progetti a favore di Paesi in via di sviluppo (Pvs) che vogliano ridurre le emissioni di gas serra e accrescere le capacità di adattamento ai cambiamenti climatici. Questo è stato uno dei nodi fondamentali usciti dalla Cop21: per diminuire il riscaldamento globale è fondamentale l’aiuto reale ai paesi in via di sviluppo che potrebbero puntare tutto su fonti fossili per mancanza di ricerca e sviluppo nelle alternative. Il loro sostegno per politiche green aiuterebbe a rimanere dentro i famosi “2 gradi entro il 2020″ che consentirebbero di evitare il collasso: “Secondo le ultime stime più probabili si coprirebbe il fabbisogno energetico di qualche settimana all’anno se si trova tanto petrolio, quindi forse è meglio investire in fonti rinnovabili che durano per l’eternità – afferma Andrea Poggio, Vicepresidente LegambienteUn anno di incentivi al fotovoltaico, dove inizialmente si gridò allo scandalo perché faceva aumentare del 10% le bollette, ha fatto aumentare esattamente la quantità corrispondente dell’energia che ha prodotto, quindi è un buon investimento”.

domenica 28 febbraio 2016

A Berlino un aeroporto dismesso si trasforma in orto urbano















L’orto urbano Allmende Kontor è un progetto agricolo nato dall’iniziativa di un gruppo di cittadini berlinesi che, dopo la chiusura dell’aeroporto di Tempelhof, ha deciso di prendere in concessione i terreni per creare uno spazio dedicato alla socializzazione, al giardinaggio e all’orticoltura.

Sulle piste dell’aeroporto in questione – uno dei più antichi della Germania, risalente agli anni ’20 del secolo scorso e chiuso definitivamente nel 2008 – oggi trovano sede oltre 300 piccoli appezzamenti di terra in cui gli aspiranti contadini possono coltivare una vasta serie di vegetali ed alberi da frutto. La struttura, quasi interamente ricavata grazie a materiali di riciclo come i pallet, e suddivisa da piccole palizzate di bambù, è completamente autogestita dai cittadini, sulla scia di quanto già avviene nell’orto urbano Prinzessinnengarten.

Il progetto, infatti, alimenta il precetto di cooperazione comunitaria, in quanto gli spazi in cui è suddiviso l’ambiente non sono sono coltivati e curati da un soggetto specifico, ma vengono co-gestiti in modo spontaneo, collettivo, facendo sì che i partecipanti si organizzino in quanto a piantumazione, irrigazione, tempistiche a attività colturali da mettere in atto.
“Bene Comune”, dunque, non è solo il concetto a cui rimanda il nome dell’orto urbano, ma il fulcro spirituale del progetto che – anche grazie al contratto di concessione dei terreni che si rinnova ogni tre anni – sta attirando un numero sempre più massiccio di cittadini appassionati di orticoltura, ma anche di semplici curiosi che vogliano passare del tempo a leggere o a rilassarsi sulle numerose panchine dell’area, in un ambiente naturalistico che contribuisce a rendere Berlino una città sempre più verde.

lunedì 18 gennaio 2016

Cavaion V.se. I Garagi commentati


Da un po' di tempo, uno striscione di promozione è apparso, sulla cancellata della Reale Residenza Solare, ma poco dopo l'affissione, in stile social network,  è comparso sullo stesso un commento anonimo : 


I commenti ai garagi o i garagi commentati ( pluralmente non mi capisco più! Scusate... )    spariti sono. 

I garagi, però, son rimasti; rimasti  nell'ottica, forse, di un giusto compromesso letterale tra la lingua veneta, quella italiana e quella francese (dato che la parola in questione è di origine d'oltralpe),  creando così una nuova forma plurale ibrida paneuropea, magari, con il fine, della pacifica convivenza tra le tre espressioni linguistiche!

Lunga vita ai garagi!