ROMA. Le famiglie italiane hanno perso in media 9.000 euro tra 2002 e 2008 per i rincari dei prodotti di largo consumo seguiti all’introduzione dell’euro. È quanto emerge da uno studio di Federconsumatori e Adusbef secondo il quale i prezzi di prodotti e servizi a larga diffusione (come alimentari e assicurazioni) hanno viaggiato negli ultimi anni su vette superiori sia rispetto al «livello dell’inflazione ufficiale sia alla media di Eurolandia».
Al top degli aumenti tra i 99 prodotti e servizi monitorati tra il 2001 e il 2008 c’è il «cono gelato» (+290%) ma aumenti molto superiori alla media sono stati registrati anche da tramezzini, penne a sfera, pizza margherita e tazzina di caffè.
Per le due associazioni l’introduzione della moneta unica è stata usata come scusa per alzare i prezzi a danno dei consumatori. «Il pretesto dell’euro», spiegano, «ha generato in sette anni un’odiosa speculazione di 9.178 euro a famiglia, trasferendo 183 miliardi dalle tasche dei lavoratori e dei pensionati». Lo studio si basa su due rilevazioni, una centrata sul fronte interno e l’altra aperta al confronto con lo scenario europeo.
Riguardo alla prima, in Italia su 99 prodotti osservati lungo dal 2001 al 2009, 87 hanno registrato aumenti maggiori rispetto all’inflazione media cumulata, pari al 19,36%. Acquisti di tutti i giorni hanno subito rialzi di oltre il 150%, basti pensare che il tramezzino è salito del 162%, la pizza margherita del 155 e il caffè del 104. Ma a conquistare il vertice della classifica è il cono gelato, con un +290%. Nella lista dei prodotti che hanno segnato i rincari maggiori, 15 delle prime 20 posizioni sono occupate da prodotti alimentari.
Ampliando la prospettiva, a confronto con l’Europa in Italia il termometro dei prezzi ha segnato qualche linea in più: la ricerca, prendendo a riferimento un periodo di 12 anni, dal 1996 al 2008, evidenzia un divario del 4,6%. A fronte di un’inflazione media nell’eurozona del 27,4%, in Italia si arriva a 32%.
Tra i principali Paesi europei fa peggio solo la Spagna, che supera un rialzo del costo della vita pari al 42,3%. In Italia a far lievitare il livello generale dei prezzi ha contribuito il settore assicurazioni, che, sempre secondo la ricerca, ha visto schizzare i prezzi al 125,1%, mentre in Eurolandia il rincaro si è fermato al 32,6%.
Alle stelle anche i rialzi nel comparto dei servizi finanziari, a quota 84,3%, ben oltre la media dell’area euro, che si è stabilizzata al 40%.
Al top degli aumenti tra i 99 prodotti e servizi monitorati tra il 2001 e il 2008 c’è il «cono gelato» (+290%) ma aumenti molto superiori alla media sono stati registrati anche da tramezzini, penne a sfera, pizza margherita e tazzina di caffè.
Per le due associazioni l’introduzione della moneta unica è stata usata come scusa per alzare i prezzi a danno dei consumatori. «Il pretesto dell’euro», spiegano, «ha generato in sette anni un’odiosa speculazione di 9.178 euro a famiglia, trasferendo 183 miliardi dalle tasche dei lavoratori e dei pensionati». Lo studio si basa su due rilevazioni, una centrata sul fronte interno e l’altra aperta al confronto con lo scenario europeo.
Riguardo alla prima, in Italia su 99 prodotti osservati lungo dal 2001 al 2009, 87 hanno registrato aumenti maggiori rispetto all’inflazione media cumulata, pari al 19,36%. Acquisti di tutti i giorni hanno subito rialzi di oltre il 150%, basti pensare che il tramezzino è salito del 162%, la pizza margherita del 155 e il caffè del 104. Ma a conquistare il vertice della classifica è il cono gelato, con un +290%. Nella lista dei prodotti che hanno segnato i rincari maggiori, 15 delle prime 20 posizioni sono occupate da prodotti alimentari.
Ampliando la prospettiva, a confronto con l’Europa in Italia il termometro dei prezzi ha segnato qualche linea in più: la ricerca, prendendo a riferimento un periodo di 12 anni, dal 1996 al 2008, evidenzia un divario del 4,6%. A fronte di un’inflazione media nell’eurozona del 27,4%, in Italia si arriva a 32%.
Tra i principali Paesi europei fa peggio solo la Spagna, che supera un rialzo del costo della vita pari al 42,3%. In Italia a far lievitare il livello generale dei prezzi ha contribuito il settore assicurazioni, che, sempre secondo la ricerca, ha visto schizzare i prezzi al 125,1%, mentre in Eurolandia il rincaro si è fermato al 32,6%.
Alle stelle anche i rialzi nel comparto dei servizi finanziari, a quota 84,3%, ben oltre la media dell’area euro, che si è stabilizzata al 40%.
Nessun commento:
Posta un commento