lunedì 27 settembre 2010

No B DAY 2

 
Il 2 ottobre p.v. si svolgera a Roma la manifestazione NO B DAY 2. Il concentramento è previsto per le ore 14  in piazza della Repubblica da dove partirà il corteo che si concluderà in piazza San Giovanni. A piazza San Giovanni sono previsti interventi e spettacoli. Ecco il link per aver maggiori informazioni:                        

Sito:           http://noberlusconiday2.wordpress.com
Facebook:  No B Day 2 - Io resisto e Tu?
E-mail:        popoloviola.stampa@gmail.com


Berlusconi è al capolinea, minoranza nel Paese e in Parlamento, inviso alla maggioranza dei cittadini, a molti dei suoi stessi elettori e a settori decisivi della coalizione che lo ha portato al governo garantendogli impunità e favorendo la difesa dei suoi interessi privati.
Col primo “No Berlusconi Day” abbiamo chiesto le dimissioni di Berlusconi portando in piazza un milione di persone e aprendo la grande stagione di battaglie civili e di risveglio sociale che ha caratterizzato la storia politica del Paese dal 5 dicembre ad oggi, dalle iniziative in difesa della Costituzione e contro il legittimo impedimento e il processo breve fino alla grande campagna contro la legge bavaglio pensata da Berlusconi per proteggere se stesso e le “cricche” che lo sostengono e per salvare dai processi e dal giudizio dell’opinione pubblica gli indagati, i condannati, i corrotti, i corruttori e i mafiosi presenti all’interno del suo governo, del Parlamento e nella rete di poteri, spesso occulti come la P3, che tiene in piedi il cosiddetto berlusconismo.
Col secondo “No Berlusconi Day” ribadiamo l’urgenza di mandare a casa Berlusconi e tutto il governo da lui presieduto, artefice tra l’altro del disastro sociale ed economico del Paese, della distruzione della dimensione pubblica, a partire dalla scuola e dall’Università, e massima espressione del degrado morale e del dilagare del fenomeno della corruzione che attraversa, come e più di Tangentopoli, le istituzioni e la classe politica come dimostrano i casi Scajola, Brancher, Bertolaso, Cosentino, Dell’Utri, Verdini solo per citarne alcuni.
Per  lasciarci alle spalle la lunga e drammatica fase storica del berlusconismo, iniziata nel ’94 con la nascita di Forza Italia sostenuta dalla mafia, non bastano le dimissioni di Berlusconi e del governo: occorre operare un radicale cambiamento delle condizioni politiche e culturali che ne hanno favorito la nascita e lo sviluppo, in particolare attraverso il ricorso ai mezzi di informazione di proprietà di Berlusconi sin dalla sua “discesa in campo”.
Per questo chiediamo che dopo le dimissioni di Berlusconi si operi tempestivamente 1) per la modifica dell’attuale legge elettorale e 2) per una nuova legge sul conflitto di interessi che impedisca il riproporsi dei nuovi Berlusconi.
E poi subito al voto per nuove elezioni libere e democratiche.
Invitiamo i cittadini, le associazioni, le forze democratiche e la libera stampa a partecipare e sostenere il “No Berlusconi Day 2″ che si terrà a Roma, sabato 2 ottobre 2010, con un corteo che, partendo da piazza della Repubblica alle ore 14 si concluderà in piazza San Giovanni
Il popolo viola
Per aderire all’appello scrivere a: fondatorenobday@hotmail.it specificando nell’oggetto “Appello”

domenica 26 settembre 2010

Il 09 ottobre 2010 a Verona per dire SI al riciclo dei nostri rifiuti!

Il 9 ottobre ci sarà la manifestazione, con partenza dal piazzale della stazione di Porta Nuova alle 14.30, per dire che nella città di Verona  ( e non solo) si scelgano le modalità migliori per gestire i rifiuti. L'incenerimento è una follia. Esiste il trattamento a freddo che permette di riciclare i rifiuti. Perché buttarli via? Chiediamo con forza all'amministrazione comunale che ascolti i suoi cittadini. Arrivo e presidio in P.zza Bra. Per maggiori info visita il gruppo facebook Manifestazione per dire SI al riciclo dei nostri rifiuti.

CHIEDIAMO TRASPARENZA
Comunicato dell'associazione Verona Reattiva del 12/09/2010

Ora che il bando è stato ufficialmente assegnato agli spagnoli della Urbaser che fa parte del gruppo ACS del presidente del Real Madrid, Fiorentino Perez chiediamo che AGSM  e comune usino la massima trasparenza e mettano a disposizione dei cittadini tutti i documenti relativi all’ assegnazione del bando ed all’ offerta economica e tecnica di chi ha vinto.
 A nostro avviso questo è un atto dovuto nei confronti dei cittadini che dovranno subire le emissioni di un impianto che è un' industria insalubre di classe I e che brucerà per 25 anni rifiuti urbani, senza contare quanto finirebbe negli altri due forni a letto fluido che verrebbero "restaurati" (quindi 4 forni in totale per 1.000 tonnellate al giorno).
Unica risposta ottenuta fino ad oggi da chi vorrebbe far partire Ca' del Bue sembrerebbe quella di attivare una commissione che dovrebbe studiare un fantomatico "punto zero" la cui utilità non ci sappiamo spiegare dato che servirebbe invece una commissione per disinquinare la situazione già compromessa vista la procedura di infrazione avviata nei confronti di Verona da parte della Commissione Europea per il superamento dei parametri limite dell'inquinamento.

Ci auguriamo che, dopo gli incontri mancati e l'assenza dei rappresentanti del comune di Verona (in particolare del Sindaco Flavio Tosi - massimo responsabile della salute dei suoi cittadini) si arrivi ad un vero tavolo di confronto pubblico perché i cittadini hanno il diritto ad avere un’ informazione corretta e questa può essere data solo da un contraddittorio faccia a faccia.
Sarebbe inoltre un bel segnale di difesa della democrazia se, anche i rappresentanti dei partiti dell'opposizione del Comune di Verona, si unissero per levare una forte voce per chiedere al sindaco di Verona Flavio Tosi di venire a confrontarsi con i suoi cittadini e con chi sostiene che il progetto di Ca' del Bue potrebbe nuocere alla nostra già compromessa situazione ambientale.

Ricordiamo che, come riportato dallo stesso dottor Paolo Ricci direttore del dipartimento di Prevenzione della ASL di Mantova durante una conferenza tenutasi a San Giovanni Lupatoto, gli inceneritori si rendono responsabili della "..dispersione in atmosfera di cancerogeni che, oltre a riconoscere una molteplicità di cellule  bersaglio,  sono in grado di agire per effetto di una bio-accumulazione. Un fenomeno difficilmente evitabile da misure di prevenzione basate sul solo contenimento delle concentrazioni di inquinante ammesse per singole fonti di emissione in atmosfera".
Insomma tradotto in termini più semplici: chiedere le massime tutele sanitarie e ambientali in presenza di un inceneritore non ha molto senso. La risposta che ci sembrerebbe più  corretta sarebbe chiedere che non venga avviato alcun impianto del genere e che si guardi verso soluzioni come un ciclo integrato di trattamento dei rifiuti a freddo, che tra l'altro farebbe risparmiare i cittadini sotto ogni punto di vista: della salute, dei soldi e dell'inquinamento.

mercoledì 15 settembre 2010

Tram elettrici e piste ciclabili la città modello è Nottingham

50 km. per le due ruote, i centri commerciali non in periferia, un sistema che scoraggia l'uso dell'auto privata. Dall'Inghilterra un esempio da seguire

LONDRA - E' famosa per il suo leggendario sceriffo, colui che dava la caccia Robin Hood, a quanto pare con scarsa fortuna. Ma adesso Nottingham può vantare un altro titolo: quello di città meno auto-dipendente di tutta la Gran Bretagna. La sua rete di autobus e tram, insieme a un gran numero di piste ciclabili e a un'avversione per i grandi shopping-center nei sobborghi, hanno convinto gli abitanti a utilizzare il meno possibile la macchina, preferendo mezzi alternativi, come i trasporti pubblici, la bicicletta o al limite le proprie gambe. In uno studio effettuato dalla Campaign for Better Transport, un'associazione per i trasporti ecologici, Nottingham ha ricevuto più voti di ogni altri città del Regno Unito per la qualità dei suoi trasporti pubblici e l'impegno a favore di una riduzione dell'inquinamento.


Amministrata dal partito laburista, nell'ultimo decennio la città di Robin Hood ha fatto grandi investimenti in 50 chilometri di piste ciclabili, una rete di tram elettrici lunga 15 chilometri e un vasto servizio di bus urbani. Scoraggiando la creazione di vasti centri commerciali lungo la cintura di periferia, come è invece la norma in quasi tutte le altre città, le autorità locali hanno contribuito a ridurre gli spostamenti per fare la spesa o per fare shopping, dislocando la distribuzione commerciale nei quartieri, più vicino a chi ne deve usufruire. Una efficiente rete di scuolabus ha distolto la maggioranza dei genitori dall'accompagnare i figli a scuola in auto.

Qualcuno che si lamenta c'è sempre: alcune associazione di commercianti ed esercenti, ad esempio, accusano l'amministrazione cittadina di volere esagerare, criticando in particolare nuovi piani per affibbiare una tassa di 300 sterline ad auto a tutte le aziende e agli uffici privati i cui dipendenti vengono al lavoro in macchina e la parcheggiano in centro. La municipalità replica che i proventi di questa insolita forma di tassazione andrebbero reinvestiti in trasporti pubblici. Si tratta comunque di un'ennesima misura per convincere la popolazione a non utilizzare l'automobile. "Il successo di Nottingham", afferma il rapporto che le ha assegnato il primato, "deriva dalla capacità di avere saputo offrire alla gente un'alternativa valida ai trasporti privati, piuttosto che cercare di tirarli fuori dalle loro auto semplicemente perché causano ingorghi o danneggiano l'atmosfera".

Al secondo posto della graduatoria per la minore dipendenza dalle automobili c'è Londra, la cui metropolitana trasporta 4 milioni di persone al giorno, con gli autobus che portano altri 3 milioni di passeggeri e da questa estate l'introduzione di un vasto servizio di biciclette a noleggio che si possono prendere e depositare in appositi parcheggi sparsi per la città. Al terzo posto Brighton, e al quarto Manchester.

Articolo di Enrico Franceschini  la Repubblica.it del 14 settembre 2010

domenica 12 settembre 2010

Oriana Fallaci, letterina a Gianfranco Fini

Fini è una primadonna che da 16 anni  si è genuflessa a B; B non tramonta mai sembra eterno.
Il Fini fascista,  nel 1994,  cambiando duce, si converte al Berlusconismo e nel 2010 diventa Liberal(?). Bah?
Troppe le incongruenze, molto l'opportunismo  tanta la voglia di esser premier , anche se non gli riesce mai. O adesso o mai più!
Con il discorso di Mirabello, egli si candida come prossimo leader del centro-destra o destra-centro.
Ci riprova così, ma Fini con la sua storia contraddittoria alle spalle, con 27 anni di parlamento dovrebbe essere il "condottiero" di una vera destra democratica e moderna?




"Letterina a Gianfranco Fini" dal libro La Forza della Ragione di ORIANA FALLACI pubblicato nel 2004.

Signor Vicepresidente del Consiglio, Lei mi ricorda Palmiro Togliatti. Il comunista più odioso che abbia mai conosciuto, l’uomo che alla Costituente fece votare l’articolo 7 ossia quello che ribadiva il Concordato con la Chiesa Cattolica. E che pur di consegnare l’Italia all’Unione Sovietica era pronto a farci tenere i Savoia, insomma la monarchia. Non a caso quelli della Sinistra La trattano con tanto rispetto anzi con tanta deferenza, su di Lei non rovesciano mai il velenoso livore che rovesciano sul Cavaliere, contro di Lei non pronunciano mai una parola sgarbata, a Lei non rivolgono mai la benché minima accusa.
Come Togliatti è capace di tutto. Come Togliatti è un gelido calcolatore e non fa mai nulla, non dice mai nulla, che non abbia ben soppesato ponderato vagliato per Sua convenienza. (E meno male se, nonostante tanto riflettere, non ne imbrocca mai una). Come Togliatti sembra un uomo tutto d’un pezzo, un tipo coerente, ligio alle sue idee, e invece è un furbone. Un maestro nel tenere il piede in due staffe. Dirige un partito che si definisce di Destra e gioca a tennis con la Sinistra. Fa il vice di Berlusconi e non sogna altro che detronizzarlo, mandarlo in pensione. Va a Gerusalemme, con la kippah in testa, piange lacrime di coccodrillo allo YadVashem, e poi fornica nel modo più sgomentevole coi figli di Allah. Vuole dargli il voto, dichiara che “lo meritano perché pagano le tasse e vogliono integrarsi anzi si stanno integrando”.

Quando ci sbalordì con quel colpo di scena ne cercai le ragioni. E la prima cosa che mi dissi fu: buon sangue non mente. Pensai cioè a Mussolini che nel 1937 (l’anno in cui Hitler incominciò a farsela col Gran Muftì zio di Arafat) si scopre «protettore dell’Islam» e va in Libia dove, dinanzi a una moltitudine di burnus, il kadì d’Apollonia lo riceve tuonando: “O Duce! La tua fama ha raggiunto tutto e tutti! Le tue virtù vengono cantate da vicini e lontani!”. Poi gli consegna la famosa spada dell’Islam. Una spada d’oro massiccio, con l’elsa tempestata di pietre preziose. Lui la sguaina, la punta verso il sole, e con voce reboante declama: “L’Italia fascista intende assicurare alle popolazioni musulmane la pace, la giustizia, il benessere, il rispetto alle leggi del Profeta, vuole dimostrare al mondo la sua simpatia per l’Islam e per i musulmani!”. Quindi salta su un bianco destriero e seguito da ben duemilaseicento cavalieri arabi si lancia al galoppo nel deserto del futuro Gheddafi.

Ma erravo. Quel colpo di scena non era una reminiscenza sentimentale, un caso di mussolinismo. Era un caso di togliattismo cioè di cinismo, di opportunismo, di gelido calcolo per procurarsi l’elettorato di cui ha bisogno per competere con la Sinistra e guidare in prima persona l’equivoco oggi chiamato Destra.

Signor Vicepresidente del Consiglio, nonostante la Sua aria quieta ed equilibrata Lei è un uomo molto pericoloso. Perché ancor più degli ex democristiani (che poi sono i soliti democristiani con un nome diverso) può usare a malo scopo il risentimento che gli italiani come me esprimono nei riguardi dell’equivoco oggi chiamato Sinistra. E perché, come quelli della Sinistra, mente sapendo di mentire. Pagano-le-tasse, i Suoi protetti islamici?!? Quanti di loro pagano le tasse?!? Clandestini a parte, spacciatori di droga a parte, prostitute e lenoni a parte, appena un terzo un po’ di tasse! Non le capiscono nemmeno, le tasse. Se gli spiega che servono ad esempio per costruire le strade e gli ospedali e le scuole che anch’essi usano o per fornirgli i sussidi che ricevono dal momento in cui entrano nel nostro paese, ti rispondono che no: si tratta di roba per truffare loro, derubare loro. Quanto al Suo vogliono-integrarsi, si-stanno-integrando, chi crede di prendere in giro?!?

Uno dei difetti che caratterizzano voi politici è la presunzione di poter prendere in giro la gente, trattarla come se fosse cieca o imbecille, darle a bere fandonie, negare o ignorare le realtà più evidenti. Più visibili, più tangibili, più evidenti. Ma stavolta no, signor mio. Stavolta Lei non può negare ciò che vedono anche i bambini. Non può ignorare ciò che ogni giorno, ogni momento, avviene in ogni città e in ogni villaggio d’Europa. In Italia, in Francia, in Inghilterra, in Spagna, in Germania, in Olanda, in Danimarca, ovunque si siano stabiliti. Rilegga quel che ho scritto su Marsiglia, su Granada, su Londra, su Colonia. Guardi il modo in cui si comportano a Torino, a Milano, a Bologna, a Firenze, a Roma.

Perbacco, su questo pianeta nessuno difende la propria identità e rifiuta d’integrarsi come i musulmani. Nessuno. Perché Maometto la proibisce, l’integrazione. La punisce. Se non lo sa, dia uno sguardo al Corano. Si trascriva le sure che la proibiscono, che la puniscono. Intanto gliene riporto un paio. Questa, ad esempio: “Allah non permette ai suoi fedeli di fare amicizia con gli infedeli. L’amicizia produce affetto, attrazione spirituale. Inclina verso la morale e il modo di vivere degli infedeli, e le idee degli infedeli sono contrarie alla Sharia. Conducono alla perdita dell’indipendenza, dell’egemonia, mirano a sormontarci. E l’Islam sormonta. Non si fa sormontare”. Oppure questa: “Non siate deboli con il nemico. Non invitatelo alla pace. Specialmente mentre avete il sopravvento. Uccidete gli infedeli ovunque si trovino. Assediateli, combatteteli

In parole diverse, secondo il Corano dovremmo essere noi ad integrarci. Noi ad accettare le loro leggi, le loro usanze, la loro dannata Sharia. Signor Fini, ma perché come capolista dell’Ulivo non si presenta Lei?”.

sabato 4 settembre 2010

Contestazione a Renato Schifani solo un gesto di buon senso
















Non c'è dubbio la contestazione al presidente Schifani è stata unicamente ed oggettivamente un gesto di buon senso.
La solidarietà dei vertici del partito democratico, di nome ma non di fatto, del Presidente della Repubblica ecc. ci fan capire quanto ormai  la  gran parte della nostra classe politica sia sempre più casta, una casta chiusa ancor più in se stessa, che magari litiga in superficie ma in realtà non fa altro che alzare muri a proposte di cambiamento, critiche ed iniziative di contenuto dal grande senso razional-democratico ed innovativo che provengono dal "basso".
La casta sta perdendo la cognizione di ogni dove e quando, non sapendo leggere i segni dei tempi. Volendo sopravvivere il più a lungo possibile, essa se ne frega se molti dei suoi appartenenti non sono delle persone proprio proprio per bene come si sospetta per Schifani Renato e i suoi presunti rapporti con la mafia, ultime tra tutte sono le dichiarazioni dello Spatuzza il quale, dichiara che il presidende del Senato, in passato  quando svolgeva le mansioni di avvocato, fece da tramite tra i vertici Fininvest e i fratelli Graviano (boss della mafia).
Ai corraggiosi, democratici,  pieni di buon senso (cosa che non sono il P.D. ed altri partiti ) ed anche un po' malmenati  contestatori dico Grazie.
Sig. Giubilei, giornalista Rai, che ai manifestanti ha dato dei fascisti, si ricordi che del caso Schifani, casualmente, i media televisivi tradizionali  ne  parlan poco o niente; le rimembro il comportamento di radio e di stampa di regime nel periodo di nostra dittatura. Chi ha orecchie per intendere...