mercoledì 3 aprile 2013

Succede a Verona. Un'impresa di giovani a tutela dell'ambiente

 A Porta Vescovo approda «Reverse», che tratta il recupero di materiali di scarto. In un capannone verrà inaugurato un nuovo polo di riferimento. I promotori: «Esperienza innovativa, faremo progetti interessanti» 

I tre giovani imprenditori della Reverse
VERONA. Uno spazio, a pochi passi da Porta Vescovo, destinato a progettualità e collaborazioni tra giovani creativi e imprenditori, che in questi giorni si sta via via riempendo di attrezzi e mobilio per essere inaugurato ufficialmente a maggio. Un edificio, con annesso un capannone di circa 400 metri quadri, nato come falegnameria negli anni Trenta e utilizzato poi come magazzino da una serie di imprese, ma che negli ultimi tre anni è rimasto inattivo e vuoto. Ad adocchiarlo, per renderlo nuovamente produttivo a pieni ritmi, è ora Reverse, prima impresa sociale spuntata su suolo scaligero, che intende trasformare il civico 4 di via Giolfino in un vero e proprio polo di riferimento per chi crede nei vantaggi del lavorare fianco a fianco, specie se condotto da un filo etico comune. «Da qualche mese ci siamo sdoppiati e, oltre all'associazione culturale Reverse Lab, impegnata nella sensibilizzazione del recupero di materiali di scarto e di una cultura del cibo sana e legata al territorio, è nata l'impresa sociale Reverse», spiegano l'architetto Nicola Gastaldo, l'economista Federica Collato, e l'esecutore dei manufatti in legno, Michele Pistaffa, ossia i tre giovani veronesi promotori del nuovo contenitore che sta prendendo forma nella stradina laterale di via Torbido. «Visto che ci occupiamo di tutela ambientale, la nostra forma giuridica è quella di associazione culturale ente commerciale Impresa sociale, quindi siamo iscritti alla sezione speciale delle imprese sociali». Una peculiarità che, se da un lato ha determinato qualche slittamento nei tempi di iscrizione alla Camera di Commercio, dall'altro ha richiamato l'attenzione della Regione, da cui Reverse ha ottenuto un riconoscimento come realtà imprenditoriale giovane, attenta al recupero di scarti di produzione industriale e materiali obsoleti per la realizzazione di arredi e allestimenti.  Dice il gruppo di Reverse: «Con l'avvio dell'impresa avevamo bisogno di spazio e non volevamo restare isolati, ben consapevoli del fatto che dobbiamo essere in rete per coltivare progetti interessanti, anche per il territorio». Nella grande area presa in affitto, definita da chi la sta attrezzando «luogo poco ozioso e molto operativo», si stanno quindi installando, oltre e Reverse e a Reverse Lab, anche professionisti di allestimenti e consulenti nell'ambito di video, foto e del più che mai attuale tema del risparmio energetico. Al loro fianco ci sono appassionati del recupero delle biciclette e dell'auto-produzione di caratteristici bijoux e chincagliere, ma la porta è aperta a chiunque sappia e voglia rimboccarsi le maniche per offrire proposte effettive. «Vogliamo dare vita a un punto di riferimento per la città, a prova che le giovani energie non mancano e possono applicarsi in progetti stimolanti e concreti», concludono i tre professionisti. «Ci poniamo come un laboratorio culturale e pratico del fare, in cui ognuno contamina con il suo sapere e la sua arte».

Da L'Arena.it del 03-04-2013 articoli di Chiara Bazzanella

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