I tre giovani imprenditori della Reverse |
VERONA. Uno spazio, a pochi passi da Porta Vescovo, destinato a
progettualità e collaborazioni tra giovani creativi e imprenditori, che
in questi giorni si sta via via riempendo di attrezzi e mobilio per
essere inaugurato ufficialmente a maggio. Un edificio, con annesso un
capannone di circa 400 metri quadri, nato come falegnameria negli anni
Trenta e utilizzato poi come magazzino da una serie di imprese, ma che
negli ultimi tre anni è rimasto inattivo e vuoto. Ad adocchiarlo, per
renderlo nuovamente produttivo a pieni ritmi, è ora Reverse, prima
impresa sociale spuntata su suolo scaligero, che intende trasformare il
civico 4 di via Giolfino in un vero e proprio polo di riferimento per
chi crede nei vantaggi del lavorare fianco a fianco, specie se condotto
da un filo etico comune. «Da qualche mese ci siamo sdoppiati e, oltre
all'associazione culturale Reverse Lab, impegnata nella
sensibilizzazione del recupero di materiali di scarto e di una cultura
del cibo sana e legata al territorio, è nata l'impresa sociale Reverse»,
spiegano l'architetto Nicola Gastaldo, l'economista Federica Collato, e
l'esecutore dei manufatti in legno, Michele Pistaffa, ossia i tre
giovani veronesi promotori del nuovo contenitore che sta prendendo forma
nella stradina laterale di via Torbido. «Visto che ci occupiamo di
tutela ambientale, la nostra forma giuridica è quella di associazione
culturale ente commerciale Impresa sociale, quindi siamo iscritti alla
sezione speciale delle imprese sociali». Una peculiarità che, se da un
lato ha determinato qualche slittamento nei tempi di iscrizione alla
Camera di Commercio, dall'altro ha richiamato l'attenzione della
Regione, da cui Reverse ha ottenuto un riconoscimento come realtà
imprenditoriale giovane, attenta al recupero di scarti di produzione
industriale e materiali obsoleti per la realizzazione di arredi e
allestimenti. Dice il gruppo di Reverse: «Con l'avvio dell'impresa
avevamo bisogno di spazio e non volevamo restare isolati, ben
consapevoli del fatto che dobbiamo essere in rete per coltivare progetti
interessanti, anche per il territorio». Nella grande area presa in
affitto, definita da chi la sta attrezzando «luogo poco ozioso e molto
operativo», si stanno quindi installando, oltre e Reverse e a Reverse
Lab, anche professionisti di allestimenti e consulenti nell'ambito di
video, foto e del più che mai attuale tema del risparmio energetico. Al
loro fianco ci sono appassionati del recupero delle biciclette e
dell'auto-produzione di caratteristici bijoux e chincagliere, ma la
porta è aperta a chiunque sappia e voglia rimboccarsi le maniche per
offrire proposte effettive. «Vogliamo dare vita a un punto di
riferimento per la città, a prova che le giovani energie non mancano e
possono applicarsi in progetti stimolanti e concreti», concludono i tre
professionisti. «Ci poniamo come un laboratorio culturale e pratico del
fare, in cui ognuno contamina con il suo sapere e la sua arte».
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