L’OLIO
DI LORENZO
Tempo fa, mentre stavo camminando per Cavaion bassa mi si
accosta una vettura, se non ricordo male con targa RO, Rosenheim.
A bordo una coppia di mezza età, il signore è al volante.
La signora abbassa il finestrino e mi chiede se parlo tedesco, rispondo di sì.
Loro amici italiani, mi spiega la Frau, gli hanno detto
che il Comune di Cavaion produce olio d’oliva ed erano interessati ad
acquistarne un paio di bottiglie da regalare a loro amici di Bad Aibling,
cittadina gemellata con noi. I loro amici l’avevano letto su un quotidiano.
Naturalmente casco dalle nuvole e gli consiglio di
rivolgersi, mancando un ufficio informazione per turisti, al Consorzio Garda
DOP, che ha sede, come tutti sanno, in Corte Torcolo.
Mi scuso per non essere stata in grado di fornire loro
l’informazione richiesta ed auguro loro un buon soggiorno da queste parti.
Naturalmente la cosa mi incuriosisce molto e mi
riprometto, una volta a casa, di indagare sulla faccenda servendomi di google.
Compio qualche tentativo, poi, digitando Comune di Cavaion olio d’oliva mi appare
un articolo pubblicato sul Corriere del Veneto (inserto del Corriere della
Sera) il 14 Agosto di quest’anno, 2013, nella sezione Economia.
Il roboante titolo, da far invidia agli strilloni di un
tempo, suona così:
FINANZA
CREATIVA
«Produciamo olio
locale per i turisti»
Così il Comune si
trasforma in impresa.
Cavaion coltiva oliveti per la promozione del territorio. Prima amministrazione in Veneto impegnata in un progetto simile. Il sindaco: «Prodotto certificato».
L’incipit invita ad una
attenta ed incuriosita lettura dell’articolo.
Si viene a sapere che il
Comune possiede una certa quantità di ulivi, non viene indicato quanti: nel
parco di Villa Trabucchi, nell’area adiacente alle scuole elementari, e poi
altri esemplari sparsi un po’ dappertutto: su lottizzazioni (non ho capito che
cosa voglia dire, pensava il Sindaco a quelli sulla collinetta del Torcolo -
Salvador destinati a cedere il posto a più pregiati mattoni e cemento?), ai
bordi di strade e su rotatorie. Questi ultimi, considerata la loro
collocazione, producono olive particolarmente pregiate e ricercate per la
produzione di un olio di grande pregio, oltre il DOP. Forse bisognerebbe
ricordarsi che l’ulivo non è proprio da arredo urbano.
Alla cura degli alberelli,
dalla storia millenaria nel bacino mediterraneo, si dedica, così il Sindaco, un
gruppo di volontari i quali cedono al Comune una parte del raccolto. Non viene
specificata l’entità, ma è sintomatico il linguaggio usato non si dice, i
volontari trattengono per sé una parte, il che farebbe pensare ad un
quantitativo inferiore alla metà, bensì il contrario, la cedono.
Proseguo nella lettura con
sempre maggiore curiosità nella speranza di trovare indizi di quanto indicato
nello “strillo” dell’articolo, ovvero dell’impresa, attività finalizzata al
raggiungimento di un profitto, intrapresa dal Comune di Cavaion per
meritarselo: FINANZA CREATIVA.
Non ne trovo traccia. Evidentemente
gli amici dei signori tedeschi non avevano letto l’articolo: si erano bensì
fermati agli ingannevoli titoli e sottotitoli, fenomeno non rarissimo nella
stampa.
Per farla breve, tutto questo
strombazzare per 100 bottigliette di olio da 500 cc (mezzo litro) da omaggiare, non vendere, ad ospiti
stranieri istituzionali o in altre occasioni. Immagino che il tutto avrà un
costo: la spremitura, l’imbottigliamento, l’etichettatura.
Visto che la Contessa Rizzardi
sembra aver abbandonato la vinificazione dell’uva prodotta dal tristemente noto
vigneto acquistato a prezzo più che conveniente (solo 4 Milioni di Euro: questo
sì è un fulgido esempio di finanza creativa!*) dall’Amministrazione
Comunale guidata da Sartori, consiglierei quest’ultimo di produrre anche 100
bottigliette di vino da 500 cc (meglio non ubriacarsi) da abbinare all’olio, a
sottolineare la vocazione contadina di Cavaion Veronese: «…ormai tutti gli
agricoltori, accanto al vigneto hanno posizionato anche l’oliveto…».
Dimenticavo: ci sono ben tre
filari di viti anche su una rotatoria!
Adriana Bozzetto
Una extra-comunitaria
18 Settembre 2013
P.S. Non me la sento di
chiedere al Sindaco quanto ci costa la sua Finanza Creativa, tanto non ne
riceverei risposta. In teoria dovrei chiederlo all’opposizione/minoranza
Progetto Paese, ma, alla luce delle passate esperienze, desisto: non riceverei
alcuna risposta nemmeno da loro.