CAVAION VERONESE
ELEZIONII AMMINISTRATIVE 2014
ANALISI RISULTATI e CONSIDERAZIONI VARIE
Il risultato delle elezioni comunali 2014 ha visto vittoriosa la
lista civica Progetto Paese che, con il 59% dei voti, ha letteralmente
sbaragliato le altre due liste concorrenti.
Si potrebbe parlare di maggioranza bulgara.
Cerchiamo di capire come possa essere successo a Cavaion, un
paese che sembrerebbe non amare i cambiamenti, almeno considerando quanto
successo fino ad ora in occasione delle elezioni per il Sindaco.
Nel 2009 vinse la Lista Sartori, Lega, con 1.261 voti, pari
al 39%, seguita dalla lista civica Progetto Paese, candidato sindaco Righetti,
con 1036 voti, pari al 32%. Erano presenti altre due liste, una capitanata da
Sabaini, PDL, e l’altra da Cassarino, Lista Civica, che insieme raccolsero 923
voti pari al 29%.
Nelle ultime elezioni erano tre le liste concorrenti, tutte
e tre civiche. Sembra siano di moda.
- “Insieme con Sabaini” esponeva sul suo depliant tre simboli: Forza Cavaion, Lega Nord Liga Veneta, Movimento Nuova Repubblica Italia.
- "Zanetti Sindaco per la Gente” esponeva un simbolo che sembrava il positivo del sabainesco Forza Cavaion: una bandiera tricolore su campo marrone, in quello di Sabaini la sagoma della bandiera era bianca e lo sfondo tricolore.
- Infine “Progetto Paese”, lista civica, forse l’unica a esserlo, con il simbolo delle precedenti elezioni, leggermente modificato nei cromatismi: si è puntato sul giallo anziché sul verdino. Variazioni anche nel team che la componeva e nuova, anche di genere, la candidatura per la carica di Sindaco: Sabrina Tramonte, una signora. La prima volta di Cavaion Veronese
I grafici mettono ben in evidenza due sostanziali differenze
fra i risultati delle attuali votazioni e quelli delle precedenti, nel 2009.
- L’incidenza delle preferenze espresse sul totale dei voti è passata da un 52% nel 2009 a un 82% nel 2014, con un aumento assoluto di 875 preferenze espresse, nonostante un calo complessivo di 109 voti (da 3.220 a 3.111).
E’ verosimile che tale incremento sia dovuto al fatto che
gli elettori abbiano, in generale, espresso due preferenze, di genere diverso,
come da regolamento. Naturalmente si poteva anche esprimerne una sola, come
dimostrano i risultati: le preferenze al maschile superano, infatti, di 292
unità quelle al femminile.
- L’incidenza delle preferenze rosa aumentata di 12 punti percentuali, dal 32% al 44%, che, in termini assoluti fanno registrare una crescita del 112% (da 535 a 1134 preferenze) contro un più 24% di quelle maschili (da 1150 a 1426) ma con un calo di 12 punti dell’incidenza, dal 68% al 56%.
Passiamo ad analizzare la ripartizione delle sole preferenze
al femminile nei vari schieramenti.
Il grafico mostra la netta maggioranza registrata da Progetto
Paese, il 60%, pur avendo lo stesso numero di candidate della lista Zanetti, 4,
e una in meno rispetto alla lista Sabaini, 5.
La ragione di tale risultato è da attribuire alla presenza,
nella lista Tramonte, della dottoressa Rizzi, medico condotto, che ha raccolto
una messe di preferenze: 448 su 678, il 66%, mentre le altre tre candidate
della stessa lista racimolano, insieme, solo 230 voti, pari al 34%.
Si potrebbe azzardare che la presenza della dottoressa Rizzi
nella lista Tramonte sia stata decisiva per la vittoria schiacciante della
stessa.
Nel 2009 la stessa Tramonte, candidata nella lista di
Roberto Righetti, sempre Progetto Paese, aveva raccolto 199 preferenze. Sembravano
molte, da imputare alla notorietà della stessa. Tale cifra impallidisce oggi a
confronto delle 448 della Rizzi con Tramonte come candidata alla carica di sindaco.
Un’ulteriore sorpresa è rappresentata dalle 174 preferenze
raccolte dal secondo in graduatoria, il giovane Jacopo Righetti, 22 anni, studente
universitario, membro di parecchie associazioni (LiberaMente, CTG,
IncontrArte), nessuna esperienza amministrativa. Corrado Mancini, il terzo, ne
ha ottenute 158 a
dispetto del suo ruolo di consigliere nell’amministrazione uscente. Va in ogni
caso evidenziato che ha ottenuto un migliore risultato rispetto al 2009 quando,
di preferenze gliene furono accordate solo 63.
In generale, per quanto riguarda Progetto Paese, si rileva
che la distribuzione delle preferenze presenta un elemento, se così si può
affermare, destabilizzante, non in armonia con il resto della squadra, in altre
parole i consensi raccolti dalla Rizzi.
Mutatis mutandi, se è consentito il paragone con
una squadra di calcio, giacché lo stesso è stato trasferito, per ragioni elettorali,
dalla sfera sportiva a quella culturale, si dice che il segreto di una squadra
vincente sia la composizione armoniosa delle potenzialità dei suoi elementi.
A prima vista si potrebbe pensare che i Cavaionesi siano
diventati dei rivoluzionari, però c’è da chiedersi e da chiedere loro perché
non lo siano diventati prima.
Progetto Paese non è una compagine nuova e se un gruppo di
persone decidono di comporre una lista per candidarsi al governo del paese
questo presuppone una comunità di principi e di obiettivi.
Considerando che il programma 2014 di questa lista non si
differenzia sostanzialmente da quello del 2009, considerando che la
cementificazione del territorio cavaionese non è iniziata ieri, considerando
che l’infausto, per la comunità, acquisto del terreno Rizzardi alla modica
cifra di 4 milioni di Euro (non Lire) era già noto nel 2009, per citare due
grossi problemi di Cavaion, non si capisce perché i distratti cittadini di
questo disastrato paese non abbiano deciso di interrompere il pluriennale malgoverno
del territorio, del paesaggio e dei soldi pubblici già cinque anni fa, cinque
anni sono tanti e il tempo è prezioso.
Adesso ha vinto Progetto Paese, gli esperti dicono grazie
alla candidatura di Tramonte, vanificando il sano concetto che sono le linee
guida di una compagine a dover prevalere. Certo ogni responsabile di gruppo
interpreta, sviluppa a suo modo i principi fondanti, ma non li ignora, non li
stravolge.
Allora se, giustamente, gli obiettivi sono prioritari
rispetto alle persone, si doveva sostenere Progetto Paese già nel 2009.
Tramonte era una donna anche allora, era più giovane, faceva parte di Progetto
Paese anche allora e aveva una certa esperienza del palazzo anche cinque anni
fa, non solo, ma era presente come consigliere di opposizione anche nel primo
mandato Sartori e, se è consentito esternarlo, con maggiore grinta e
intraprendenza rispetto agli ultimi cinque anni.
Oggi sono di moda le donne e i giovani, ma l’essere donna è
una questione di genere e l’essere giovani è una questione anagrafica e,
giovani, lo siamo stati tutti, senza per questo esserci dovuti impegnare
duramente.
E tale moda, sapientemente sfruttata, è anche una chiave di
lettura della maggioranza bulgara ottenuta da Progetto Paese. Adesso il gioco è
finito e si deve passare alla fase operativa che, temo, molti si aspettano
miracolosa, della serie “Gigante
(Sabrina) pensaci tu”, come si concludeva un vecchio spot pubblicitario.
Progetto Paese non ha vinto la lotteria. Se, da una parte, è
giusto e umanamente comprensibile la soddisfazione per la vittoria, dall’altra
non va scordato che questa altro non è che il superamento di un test per
accedere alla vera e ben più ardua competizione, quella di dimostrarsi migliori
di chi li ha preceduti nell’amministrazione del paese. C’è da non dormirci la
notte.
Per quanto concerne le altre due liste, non proponevano un
programma sostanzialmente diverso fra di loro e con qualche affinità con
Progetto Paese.
Sabaini non ha saputo mettersi da parte, come consiglia
anche il Libro dei Libri: “Per ogni cosa
c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo”.[1] O, se vogliamo restare più fra comuni mortali,
come ebbe a dichiarare una delle più grandi dive del cinema, Greta Garbo: “Vi è
una sorta di vittoria nel sapersi ritirare al momento giusto”. Si ritirò,
infatti, dalle scene a soli 36 anni.
I suggerimenti ferraristi di affidarsi a un pilota esperto
per la guida del paese, non tenevano conto che Mercedes non fece un bell’affare
acquistando il grandissimo ed esperto pilota Michael Schumacher.
Anche la lista Zanetti è stata vistosamente bocciata, sarà
stata percepita come continuazione della gestione Sartori. Ma, forse, perché Zanetti
sembra non sia molto conosciuto sulla piazza, perché non ha indossato jeans
lisi e sformati per accattivarsi le simpatie dei giovani, perché non ha usato i
colori giusti per la campagna promo-pubbliciitaria. Si potrebbe dire, il beige
non si addice al candidato.
Perché la pubblicità non è solo, come recita un vecchio
adagio, l’anima del commercio ma, oggi, anche
della politica, disgraziatamente.
Nessuno dei due ha presentato una soluzione soddisfacente
per la madre di tutte le disgrazie finanziarie cavaionesi, il terreno ex
Rizzardi, anzi sembrava fosse la stessa per entrambi. Le parole magiche erano “project financing” e “costo zero”. Il project financing (finanza di progetto)
consiste in un'operazione finanziaria attraverso la quale le pubbliche
amministrazioni realizzano opere pubbliche il cui onere finanziario è
parzialmente o totalmente a carico del privato, sulla base di un piano
finanziario in grado di garantire l'autofinanziamento dell'operazione stessa.
Non estingue il mutuo acceso
per il pagamento del terreno, quello dobbiamo pagarcelo noi.
Ogni operazione finanziaria è finalizzata all’ottenimento di
un ROI, Return Of Investment (ritorno
dell’investimento). E, lo pagherebbe? Sempre Sior Pantalon dei Bisognosi, in
altre parole noi, i cittadini.
Il “costo zero” non esiste.
Entrambi i candidati, Sabaini e Zanetti, hanno raccontato meraviglie
in merito al loro progetto, che, poi, è sempre e solo il medesimo già
“strolicato” in extremis dall’Amministrazione
uscente. Un membro della lista Zanetti si è lanciato in un elogio sperticato di
quello che, da qualche esperto di marketing appassionato bliblista o cabalista,
è stato battezzato “Albero della vita”: realizzazione di un polo scolastico
(scuola materna, elementari, medie), di una struttura per l’accoglienza di
anziani autosufficienti, che avrebbero potuto, all’occorrenza, fungere da nonni
putativi di bambini che ne fossero sprovvisti in loco, e, dulcis in fundo, di unità abitative turistiche per l’accoglienza di
pensionati tedeschi desiderosi di trascorrere l’inverno nel mite clima
cavaionese, a ridosso dell’Autostrada A22, del Brennero.
Progetto Paese ha ripresentato la stessa soluzione di cinque
anni fa: vendita del terreno. A chi? E’ difficile trovare uno sprovveduto che
spenda 4 milioni di Euro per un’area a ridosso dell’autostrada e a livello più
basso. Progetto Paese troverà finalmente il tempo e l’ardire di spiegarci come
andarono le cose? Per esempio se risponde a verità che tale terreno fu prima reso
edificabile e poi acquistato dal Comune di Cavaion?
Speriamo che i nuovi Amministratori non si ritrovino in
qualche cassetto una “bombetta a orologeria” che si chiama Albero della Vita.
Adriana Bozzetto – una extra-comunitaria
1 commento:
Buonasera Adriana, complimenti per l'accurata analisi che in massima parte condivido.
Desideravo solo soffermarmi sull'unico tema che mi sta a cuore e cioè l'Area ex Rizzardi. Quell'area di cui per primo ho sempre aborrato l'acquisto, come ho più volte detto e che temo, se sarà venduta come dici, sarà oggetto di nuove speculazioni e spartizioni di appalti. Altre gru senza Ali come ha più volte ironizzato lo stesso progetto paese. Ci vorranno far credere che nascerà un villaggio futuristico, immerso nel verde, a basso impatto, ma sempre di cemento e consumo di territorio a soli fini privatistici e speculativi si parlerà. Nessun progetto sociale concreto. Ho vissuto una campagna elettorale ove ho notato venissero investite diverse migliaia di euro da parte delle due liste consolidate, e per la più semplice legge di mercato gli investimenti economici non sono mai fini a se stessi. La mia lista ha investito 1500 € e come hai scritto i risultati in termini di Marketing pubblicitario si sono visti.
Quando passerò da quell'area e vedrò sorgere le prime villette a schiera sorriderò con le lacrime agli occhi per un'altra occasione persa ma sicuramente mi sbaglio e la mia è senzaltro solo un'analisi affrettata e magari emotivamente condizionata e spero il tempo mi potrà smentire. un caro saluto. giovanni
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