Marco Travaglio "Il ritorno degli "Etruschi"
"La Boschi? Un caso di nepotismo alla rovescia: invece del classico figlio di papà, un papà di figlia"
Da Servizio pubblico del 19/02/2015
"Il non cercare l'approvazione degli altri, il non dover più giustificare con nessuno per essere chi sei,una persona rara, unica e fiera"
sabato 21 febbraio 2015
martedì 27 gennaio 2015
Giorno della memoria 2015 - International Holocaust Remembrance Day
Maxim Vengerov playing Chaconne from partita in D by Bach.
Taken from "Holocaust: A musical memorial film from Auschwitz".
Parte finale di una trasmissione della BBC.
Maxim Vengerov,ebreo russo, é ritenuto il più grande violinista vivente.
martedì 20 gennaio 2015
Discorso di Papa Francesco alla Curia Romana
La Curia Romana e il Corpo di Cristo
Lunedì, 22 dicembre 2014
“Tu sei sopra i cherubini, tu che hai cambiato la miserabile condizione del mondo quando ti sei
fatto come noi” (Sant'Atanasio)
Cari fratelli,
Al termine dell’Avvento ci incontriamo per i tradizionali saluti. Tra qualche giorno avremo la gioia di
celebrare il Natale del Signore; l’evento di Dio che si fa uomo per salvare gli uomini; la
manifestazione dell’amore di Dio che non si limita a darci qualcosa o a inviarci qualche messaggio
o taluni messaggeri ma dona a noi sé stesso; il mistero di Dio che prende su di sé la nostra
condizione umana e i nostri peccati per rivelarci la sua Vita divina, la sua grazia immensa e il suo
perdono gratuito. E’ l’appuntamento con Dio che nasce nella povertà della grotta di Betlemme per
insegnarci la potenza dell’umiltà. Infatti, il Natale è anche la festa della luce che non viene accolta
dalla gente “eletta” ma dalla gente povera e semplice che aspettava la salvezza del Signore.
Innanzitutto, vorrei augurare a tutti voi - collaboratori, fratelli e sorelle, Rappresentanti pontifici
sparsi per il mondo - e a tutti i vostri cari un santo Natale e un felice Anno Nuovo. Desidero
ringraziarvi cordialmente, per il vostro impegno quotidiano al servizio della Santa Sede, della
Chiesa Cattolica, delle Chiese particolari e del Successore di Pietro.
Essendo noi persone e non numeri o soltanto denominazioni, ricordo in maniera particolare coloro
che, durante questo anno, hanno terminato il loro servizio per raggiunti limiti di età o per aver
assunto altri ruoli oppure perché sono stati chiamati alla Casa del Padre. Anche a tutti loro e ai
loro famigliari va il mio pensiero e gratitudine.
Desidero insieme a voi elevare al Signore un vivo e sentito ringraziamento per l’anno che ci sta
lasciando, per gli eventi vissuti e per tutto il bene che Egli ha voluto generosamente compiere
attraverso il servizio della Santa Sede, chiedendogli umilmente perdono per le mancanze
commesse “in pensieri, parole, opere e omissioni”.
Lunedì, 22 dicembre 2014
“Tu sei sopra i cherubini, tu che hai cambiato la miserabile condizione del mondo quando ti sei
fatto come noi” (Sant'Atanasio)
Cari fratelli,
Al termine dell’Avvento ci incontriamo per i tradizionali saluti. Tra qualche giorno avremo la gioia di
celebrare il Natale del Signore; l’evento di Dio che si fa uomo per salvare gli uomini; la
manifestazione dell’amore di Dio che non si limita a darci qualcosa o a inviarci qualche messaggio
o taluni messaggeri ma dona a noi sé stesso; il mistero di Dio che prende su di sé la nostra
condizione umana e i nostri peccati per rivelarci la sua Vita divina, la sua grazia immensa e il suo
perdono gratuito. E’ l’appuntamento con Dio che nasce nella povertà della grotta di Betlemme per
insegnarci la potenza dell’umiltà. Infatti, il Natale è anche la festa della luce che non viene accolta
dalla gente “eletta” ma dalla gente povera e semplice che aspettava la salvezza del Signore.

sparsi per il mondo - e a tutti i vostri cari un santo Natale e un felice Anno Nuovo. Desidero
ringraziarvi cordialmente, per il vostro impegno quotidiano al servizio della Santa Sede, della
Chiesa Cattolica, delle Chiese particolari e del Successore di Pietro.
Essendo noi persone e non numeri o soltanto denominazioni, ricordo in maniera particolare coloro
che, durante questo anno, hanno terminato il loro servizio per raggiunti limiti di età o per aver
assunto altri ruoli oppure perché sono stati chiamati alla Casa del Padre. Anche a tutti loro e ai
loro famigliari va il mio pensiero e gratitudine.
Desidero insieme a voi elevare al Signore un vivo e sentito ringraziamento per l’anno che ci sta
lasciando, per gli eventi vissuti e per tutto il bene che Egli ha voluto generosamente compiere
attraverso il servizio della Santa Sede, chiedendogli umilmente perdono per le mancanze
commesse “in pensieri, parole, opere e omissioni”.
lunedì 12 gennaio 2015
Padre Samir: «I musulmani sanno che non basta dire: “Non c’entra con l’islam”»
Da tempi.it del 08-01-2015
Subito dopo l’attentato
al settimanale satirico Charlie Hebdo, nel quale sono morte 12 persone a
Parigi, i leader musulmani francesi hanno condannato senza appello la
strage. «Ma tutte queste dichiarazioni mostrano un certo imbarazzo: essi
sanno che non basta dire “Questo non c’entra con l’islam”. Perché i fatti danno loro torto». In un’analisi pubblicata su AsiaNews padre Samir Khalil Samir,
gesuita arabo, docente di storia araba e islamologia all’università di
Beirut, si sbarazza in poche righe delle critiche stupide
(islam=terrorismo) ma non chiude gli occhi davanti ai fatti, cercando di
capirne l’origine: «Almeno l’80% degli attacchi terroristi nel mondo
avviene in nome dell’islam, per difendere la fede, il profeta… e questo
stile si diffonde sempre di più, anche in Occidente».
«PRINCIPIO DELLA NON VIOLENZA». Secondo il docente,
«l’islam dovrebbe affrontare a fondo le tematiche della modernità:
l’interpretazione di fondo del Corano, la non violenza, la libertà di
coscienza, ma nessuno osa farlo. Una prima cosa che varrebbe la pena
accettare da parte di tutti è il principio della non violenza. Tutti i
musulmani affermano che “l’Islam è pace”, che non è violento, ecc…» ma
allora perché alle «scurrili» vignette di Charlie Hebdo si risponde «con la violenza? Perché a uno scritto non rispondere con uno scritto?».
MAOMETTO CON LA SPADA. Samir evidenzia quindi la presenza di un problema all’interno dell’islam: «In passato (nel 2006) Charlie Hebdo aveva presentato Maometto con una bomba al posto del turbante. Ma io dico ai miei amici musulmani: come rappresentate voi Maometto? Con la spada. Al museo di Istanbul vi sono addirittura due spade considerate appartenute al profeta. E l’Arabia Saudita, il Paese custode dei luoghi santi dell’islam, cosa ha sulla sua bandiera? Due spade (una nella nuova bandiera a fianco, ndr)! Allora io dico: quelli di Charlie Hebdo hanno solo modernizzato la figura di Maometto. Una volta vi erano le spade, oggi ci sono le bombe!».
MAOMETTO CON LA SPADA. Samir evidenzia quindi la presenza di un problema all’interno dell’islam: «In passato (nel 2006) Charlie Hebdo aveva presentato Maometto con una bomba al posto del turbante. Ma io dico ai miei amici musulmani: come rappresentate voi Maometto? Con la spada. Al museo di Istanbul vi sono addirittura due spade considerate appartenute al profeta. E l’Arabia Saudita, il Paese custode dei luoghi santi dell’islam, cosa ha sulla sua bandiera? Due spade (una nella nuova bandiera a fianco, ndr)! Allora io dico: quelli di Charlie Hebdo hanno solo modernizzato la figura di Maometto. Una volta vi erano le spade, oggi ci sono le bombe!».
lunedì 15 dicembre 2014
Calendario 2015 Cavaion Veronese "Il cemento della follia e della speculazione" - Gru senza Ali 6
IL CEMENTO DELLA FOLLIA E DELLA SPECULAZIONE

Il sottotitolo del calendario Gru senza ali VI[1], Il cemento della follìa e della
speculazione (forse avrei dovuto scrivere speculatione) mi è venuto in
mente pensando al vivaldiano cimento.
La cosa buffa è che il cimento del prete rosso che allieta le
nostre orecchie e il nostro animo e il cemento
che ferisce i nostri occhi e ci intristisce hanno la stessa radice, la parola
latina “caementum (originariamente caedimentum) dal verbo caedere "tagliare, squadrare", e significò dapprima "pietra
squadrata, pietra di cava", o anche "scheggia di marmo". Poi si
indicò con la parola caementum
anche una sostanza
(pozzolana) che, aggiunta alla calce, le conferiva la proprietà di indurire
sott'acqua, cioè la rendeva idraulica.[2]
Infine, sostanza che, interposta
fra altri corpi, ha la funzione di unirli saldamente fra di loro.
In senso figurato è ciò che serve
a stringere, rinsaldare un vincolo: sentimenti, esperienze.
Dal caementum, materiale composito, si arriva al cimento, una mistura usata un tempo dagli orafi per purificare o
saggiare i metalli preziosi ma anche l’operazione
stessa del purificare e saggiare, quindi in genere esperienza, saggio, analisi.[3]
Derivato dall’attività orafa è il
senso figurato rimasto ai nostri giorni, quello di prova, rischio, provocazione
(il famoso tirar a cimento o tirar a siménto,
in dialetto).
Più usato del sostantivo è
sicuramente il verbo riflessivo cimentarsi, esporsi
a cimento, avventurarsi, cimentarsi con qualcuno, affrontarlo, venire a
combattimento con lui impegnarsi a fondo in qualche cosa.
A questo punto si può quindi
senza dubbio affermare che a Cavaion qualcuno si è cimentato nel cementificare,
cementificando rapporti amicali fra venditori di lotti resi miracolosamente
edificabili e tecnici progettisti operanti in loco, estensori di esemplari
piani per la gestione del territorio mirati alla conservazione della bellezza e
delle caratteristiche del paesaggio.
Ora, forse, la crisi ridurrà la
presenza di gru nel territorio cavaionese, il che, se da un lato è auspicabile,
dall’altro mi mette angoscia perché potrebbe rendermi disoccupata. D’altra
parte, questo è il settimo dei calendari-denuncia e, si sa, che il settimo è un
anno critico.
Ma, come qualcuno ci ricorda,
crisi significa momento di scelta, di decisione forte. Brevemente l’origine di
questa parola ormai frequentemente e quotidianamente pronunciata e in merito
alla quale continuano a rassicurarci che sta per finire, senza peraltro
informarci né sul quando né sul come.
Il termine “crisi”, di
derivazione greca, κρίσις (krisis),
originariamente indicava la separazione, provenendo infatti dal verbo greco κρίνω
(krìno): “separare”,
appunto. Il verbo era utilizzato in riferimento
alla trebbiatura, cioè all’attività conclusiva nella raccolta del grano,
consistente nella separazione della granella del frumento dalla paglia e
dalla pula.
Da qui derivò tanto il primo
significato di “separare”, quanto quello traslato di “scegliere”. In origine,
dunque, il termine era di derivazione agricola.
Il separare il buono dal cattivo
comporta una scelta. La crisi ci impone quindi scelte ben precise e, per
questo, i periodi di crisi sono, dovrebbero essere, momenti di riflessione e di
elaborazione di progetti innovativi anche e talvolta necessariamente di rottura
con il passato.
Saprà Cavaion trovare nella crisi,
che non risale a qualche mese fa, l’opportunità verso un cambiamento radicale?
E’ ancora in tempo per poterlo attuare? O, forse, cinque anni orsono ha
purtroppo perso anche l’ultima, veramente l’ultima, occasione offertale dal
destino?
A giudicare dalla scarsa presenza
di cittadini alla prima assemblea pubblica dell’attuale Amministrazione, temo
di sì.
Nonostante la schiacciante
vittoria di Progetto Paese le presenze sono state scarse, mi sembra di poter affermare
che un terzo dei posti a disposizione[4]
fossero liberi, una trentina. Se poi togliamo la tara, ovvero il numero dei
parenti e dei facenti parte il nucleo di PP, arriviamo a numeri veramente
risibili.
1839 sono state le preferenze
espresse a favore di Progetto Paese, equivalenti al 59% del totale.
Il 27 di Novembre u.s. erano
presenti in sala civica Eugenio Turri forse una quarantina di persone, al netto
della tara.
Per quanto riguarda i Cavaionesi,
soprattutto quelli DOCG, c’è da sospettare che siano ormai mitridatizzati,
disperatamente mitridatizzati, sembrano diventati insensibili a tutto. Per
contro, da un po’ di tempo a questa parte, fanno molto moto.
Infine, parafrasando il poeta, augurerei
alla nuova Prima Cittadina: “che la tua
carica, anco tardi venuta, non ti sia
grave” e le consiglierei pause rigeneranti, non si può essere dappertutto.
Distaccarsi un po’ dalle cose,
dalle situazioni, serve a vederle sotto
un altro aspetto, il che, talvolta, può risultare di grande utilità. Come
quando si osserva un’opera d’arte, è necessario allontanarsene per avere una
visione del tutto, altrimenti si corre il rischio di vederne solo un
particolare e giudicarla solo per quello.
Gli esperti, infine, affermano che i capi devono essere soli,
questo per mantenere equidistanza con tutti e garantirsi una grande libertà
nelle decisioni, piacevoli e spiacevoli.
Adriana Bozzetto - una extra-comunitaria
Cavaion Veronese
XII - 2014
[1]
E’ il sesto calendario intitolato Gru senza ali, in realtà è il settimo. Quello
del 2010 aveva per titolo “Il gallo “scomparso
[3]
Nel 1657 Leopoldo de’ Medici fondò a Firenze l’Accademia del Cimento per lo studio delle scienze fisiche
[4]
La Sala Civica è omologata per ospitare 100 persone.
CALENDARIO 2013 Cavaion Veronese "In memoria di un Kaki... Gru senza ali 4"
CALENDARIO 2012 Cavaion Veronese "Hic Manebimus Optime... Gru senza ali 3"
CALENDARIO 2011 Cavaion Veronese "Gru senza ali 2... I loro pulcini"
CALENDARIO 2010 Cavaion Veronese "Il gallo scomparso"
CALENDARIO 2009 Cavaion Veronese "Gru senza ali"
sabato 8 novembre 2014
Cavaion V.se - Piove sugli introi sassosi ed irti …
Anni
fa. Via Roma in una giornata di pioggia: percorrendo il tratto fra le
elementari e l’innesto di via Cavalline era come essere al volante di un
motoscafo e non di una vettura.
Sembra
che una tale emozionante esperienza sia stata vissuta anche dai concittadini
che portavano a scuola i figli. Uno di loro, come si usa oggi grazie alle
opportunità offerte dai social-network, ha pensato di condividere con altri le
sue emozioni suggerendo altresì all’Amministrazione di riconsiderare le
priorità degli interventi di manutenzione paesana reputando la sistemazione
degli introi meno urgente rispetto a
quella della viabilità.
Da
Progetto Paese Cavaion Sega, attualmente al potere, il cittadino ha ricevuto la
seguente risposta
Per
amor di precisione, va ricordato che il progetto per la sistemazione degli introi era partito dalla precedente Amministrazione:
- Progetto definitivo di ripristino e recupero di viabilità storica (bello: viabilità storica!) Introl Soletti, Introl della Torre, Introl del Festi e via Garibaldi, spesa prevista (poi vedremo la realtà): 106.400,00 Euro, contributo richiesto, 100.000,00.[1]
Chi
conosce le vecchie vie che collegano
verticalmente i vari livelli del
paese ha ben presente la loro pavimentazione in sassi e che nei loro interstizi
originari, non quelli brutalmente cementati, l’acqua piovana viene trattenuta e
assorbita. Ora, c’è da sperare che il ripristino degli introi sia eseguito a regola d’arte e non si arrivi alla loro impermeabilizzazione
per renderne più confortevole il percorrerli.
In
ogni caso, nutro qualche dubbio che la loro sistemazione elimini
l’inconveniente segnalato.
Ma
(rullo di tamburi), udite udite! La vera soluzione al problema è stata elaborata:
spostare le elementari!
Spiego
meglio per chi è a digiuno di tecnica: spostando le scuole elementari la strada
si allarga e la pendenza sparisce.
Certo
bisogna pazientare un po’, però ce la faremo. Dopo tutto il problema esisteva
anche 20 anni fa, non lamentiamoci. Che cosa è tutta questa fretta!
Nel
frattempo, ci si può procurare un anfibio e, quando piove a dirotto, navigare
per le vie di Cavaion. Siamo o non siamo un popolo di navigatori?
In
considerazione della frequenza sempre maggiore di intense precipitazioni, a
causa dei preoccupanti mutamenti climatici, l’investimento si rivelerà
proficuo, addirittura remunerativo: potrebbe trasformarsi in uno strumento di
attrazione turistica!
20 anni fa, bei tempi: “ non
c’era una densità di cemento moltiplicata in centro storico, e tanto cemento
uguale poco drenaggio”, elementare, come le scuole, Watson!
Ma,
di che paese stiamo parlando?
La
cementificazione sfrenata ha investito soprattutto e quasi esclusivamente la
pianura di Cavaion: Le Pezze, il Borgo del Sole, la parte bassa di Via Pozzo
dell’Amore, cosa c’entra il centro storico
La questione è ben diversa: mancano le
caditoie (quelle che sono
confidenzialmente chiamate tombini,
ma non usate questo termine all’Ufficio Tecnico del Comune non vi capirebbero),
ovvero la canalizzazione del deflusso delle acque meteoriche con relative
caditoie.
Sparse
per il paese se ne vedono, non proprio oggetto di costante manutenzione. Molte
sono state occluse “perché sotto le
tubazioni sono rotte, ma il problema è vecchio di almeno 15 anni”. Questa la spiegazione datami dal responsabile
dell’Ufficio Tecnico almeno una decina
di anni fa, quando feci presente il problema dopo aver navigato su via Cesare
Battisti, come è recentemente successo al concittadino.
Non si risolverà quindi il problema
spostando le scuole ma provvedendo alla realizzazione di un efficace sistema di
gestione del deflusso delle acque meteoriche, assolutamente mancante in via Cesare
Battisti via Vittorio Veneto, Via Belvedere, tanto per fare qualche
esempio. Intervento sicuramente più necessario ed urgente di un terzo campo di
calcio, impietosamente vicinissimo ad un altro campo, quello Santo, per non
parlare delle spese sostenute per faraoniche e paranoiche rotatorie.
Per
contro, in Via Località Ceriel 18, lunga
circa 250 metri,
esistono 16, dico sedici, caditoie. Di queste ben 7 sul primo tratto di
circa 100 metri,
arrivando da via San Michele e fino all’altezza della Tenuta Cipressi e Olivi.
Un tratto che, in quanto a pendenza e larghezza, ben regge al confronto con via
Roma.
Sempre
servendomi di Google-map ho fatto una stima della lunghezza totale delle
menzionate vie e sono arrivata a circa 1,5 Km. Prendendo come parametro la frequenza
delle caditoie presenti in via Località Ceriel 18 si arriva alla conclusione
che mancherebbero all’appello circa 90
caditoie da collegare, ovviamente, ad adeguata canalizzazione, altrettanto
mancante.
Suggerisco
alla nostra Sindaca di visionare le dichiarazioni pubbliche prima di renderle
tali.
Non
ho la più pallida idea di chi sia l’ autore di questa, in perfetto stile
politichese, spero non si tratti di una specie di portavoce della Prima
Cittadina.
Qualora
lo fosse, le consiglio di licenziarlo in tronco.
Adriana
Bozzetto, una extra-comunitaria
6
Novembre 2014
P.S.
In attesa di tempi migliori si potrebbero far intervenire le forze pubbliche
per arrestare l’acqua!
[1]Da
un mio articolo del 22 gennaio 2013 “Cavaion Veronese: amministratori saggi cercansi” pubblicato sul blog La Nebbia e La Neve
Fonte: L’Altro Giornale di Dicembre 2012, pag. 24,
Richiesta di contributi di S.A.
domenica 2 novembre 2014
domenica 19 ottobre 2014
Legge consumo del suolo: Merkel l’ha fatta 20 anni fa, in Italia solo annunci
Genova, legge consumo del suolo: Merkel l’ha fatta 20 anni fa, in Italia solo annunci
L'alluvione
di Genova dimostra come quello del consumo del suolo sia un problema
tanto urgente quanto pervicacemente trascurato dalla classe dirigente.
Berlino, modello per il governo su diversi temi come quello flessibilità
del lavoro, è intervenuta da tempo. E In Italia? In Parlamento
giacciono diversi ddl, tra cui uno di iniziativa governativa che ha
attraversato 3 esecutivi: Monti, Letta e Renzi. Eppure non c'è stato
ministro dell'Ambiente che negli ultimi anni non abbia gridato quanto
sia "urgente" intervenire
di Marco Pasciuti del 15 ottobre 2014, tratto dal sito del ilfattoquotidiano.it
“Il nostro modello è la Germania“, spiegava l’11 agosto il premier Matteo Renzi parlando con il Financial Times delle riforme avviate dal governo per combattere la crisi economica. Perché Berlino, nelle parole dell’esecutivo, è un faro da seguire specie in tema di Jobs Act e flessibilità
del mondo del lavoro. Eppure dare un’occhiata ogni tanto a quello che
fanno i maestri tedeschi anche in altri ambiti risulterebbe utile. Un
esempio: la tutela del territorio. La tragedia di Genova dimostra come
quello del consumo del suolo sia un problema più che urgente, indifferibile. Tanto indifferibile quanto pervicacemente trascurato dalla classe dirigente tutta, nonostante le dichiarazioni di facciata: secondo il rapporto Ispra 2014, il “fenomeno continua a mantenersi intorno ai 70 ettari al giorno, con oscillazioni marginali nel corso degli ultimi 20 anni”.
Berlino, invece, sulla problematica è intervenuta da tempo e, partendo
da una situazione peggiore della nostra, si è data un obiettivo: nel
2002 ha approvato una legge per ridurre il consumo di suolo vergine a 30 ettari al giorno entro il 2020. E l’Italia cos’ha fatto? Anni di annunci e neanche una legge.
domenica 28 settembre 2014
Matteo Renzi e l'articolo 18
Intervento di Marco Trvaglio durante la trasmissione de La7 "Servizio Pubblico" di giovedì 25 settembre 2014.
lunedì 8 settembre 2014
Cavaion - Caro Terreno Rizzardi ti vorrei sempre così!
" Finisce sempre così.
Con la morte. Prima però c'è stata la vita, nascosta sotto il bla bla
bla bla bla.. E' tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore.
Il silenzio e il sentimento. L'emozione e la paura. Gli sparuti
incostanti sprazzi di bellezza, e poi lo squallore disgraziato e l'uomo
miserabile. Tutto sepolto dalla coperta dell'imbarazzo dello stare al
mondo. Bla bla bla bla.. Altrove c'è l'altrove. Io non mi occupo
dell'altrove. Dunque, che questo romanzo abbia inizio. In fondo, è solo
un trucco. Si, è solo un trucco. "
(Monologo finale del film "La Grande Bellezza", 2013, di Paolo Sorrentino)
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