Il Web 2.0 sta cambiando i sistemi di comunicazione e d' informazione se ne accorto pure il governo iraniano.
Blog, Facebook,Twitter, Friendfeed ecc. sono stati, in questi giorni "tumultuosi" di dopo elezioni a causa della discussa riaffermazione di Mahmoud Ahmadinejad, gli unici mezzi per organizzare i movimenti di protesta e per creare una libera informazione, un' informazione che viene dal basso con filmati, post ed anche con sms che tramite Twitter vengono pubblicati sul web.
Il governo ha pensato bene di oscurare-bloccare i social network, ma fa più fatica di quel che pensava e ciò è dovuto (tra gli altri) da due fattori:
- L'utilizzo da parte degli utenti iraniani di programmi di anonimato, capaci di sfuggire al "filtraggio" di chi vuol controllare la rete.
- Il secondo, sta nel fatto che più del 70% della popolazione iraniana ha meno di 30 anni e quindi risulta più difficile mettere il "bavaglio"ad un internet evoluto, nell'ottobre 2005 in Iran si stimavano ben 700.000 blog.
Molti giovani iraniani avendo sotto i loro occhi notizie dirette e senza filtri reperibili da ogni parte del globo, hanno ben capito, secondo il mio parere, che un dialogo con gli USA ed in particolar modo con l'amministrazione Obama, possa essere un'occasione unica per migliorare i rapporti con l'occidente e magari uscire definitivamente dal "buio"; non a caso il governo americano ha chiesto ai gestori di Twitter, il quale risulta uno dei protagonisti di queste giornate iraniane,di rimandare i lavori di manutenzione previsti nei giorni scorsi per non far mancare ai movimenti che fanno capo a Hossein Mousavi (candidato sconfitto alle elezioni iraniane) un canale di comunicazione.
Internet ed il Web 2.0 "primattori" indiscussi ed essenziali, strumenti di coordinamento e di libera informazione anche in stati dove spadroneggiano dittature o regimi i quali negano qualsiasi forma di libertà di espressione; primattori anche in paesi democratici nei quali l'informazione è condizionata dalla partitocrazia o addirittura da pochi soggetti.
Blog, Facebook,Twitter, Friendfeed ecc. sono stati, in questi giorni "tumultuosi" di dopo elezioni a causa della discussa riaffermazione di Mahmoud Ahmadinejad, gli unici mezzi per organizzare i movimenti di protesta e per creare una libera informazione, un' informazione che viene dal basso con filmati, post ed anche con sms che tramite Twitter vengono pubblicati sul web.
Il governo ha pensato bene di oscurare-bloccare i social network, ma fa più fatica di quel che pensava e ciò è dovuto (tra gli altri) da due fattori:
- L'utilizzo da parte degli utenti iraniani di programmi di anonimato, capaci di sfuggire al "filtraggio" di chi vuol controllare la rete.
- Il secondo, sta nel fatto che più del 70% della popolazione iraniana ha meno di 30 anni e quindi risulta più difficile mettere il "bavaglio"ad un internet evoluto, nell'ottobre 2005 in Iran si stimavano ben 700.000 blog.
Molti giovani iraniani avendo sotto i loro occhi notizie dirette e senza filtri reperibili da ogni parte del globo, hanno ben capito, secondo il mio parere, che un dialogo con gli USA ed in particolar modo con l'amministrazione Obama, possa essere un'occasione unica per migliorare i rapporti con l'occidente e magari uscire definitivamente dal "buio"; non a caso il governo americano ha chiesto ai gestori di Twitter, il quale risulta uno dei protagonisti di queste giornate iraniane,di rimandare i lavori di manutenzione previsti nei giorni scorsi per non far mancare ai movimenti che fanno capo a Hossein Mousavi (candidato sconfitto alle elezioni iraniane) un canale di comunicazione.
Internet ed il Web 2.0 "primattori" indiscussi ed essenziali, strumenti di coordinamento e di libera informazione anche in stati dove spadroneggiano dittature o regimi i quali negano qualsiasi forma di libertà di espressione; primattori anche in paesi democratici nei quali l'informazione è condizionata dalla partitocrazia o addirittura da pochi soggetti.
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1 commento:
Nel bene e nel male, sono molto contento e anche un pò fiero di partecipare a questa rivoluzione culturale dell'internet 2.0
L'unico luogo dove può esistere una democrazia orizzontale, come la vera anarchia filosofica prevede.
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