Dal Corriere della Sera del 04-10-12
Lo sviluppo di smart grid, reti
intelligenti che non si limitano al trasporto di energia, ma la
gestiscono scambiando informazioni tra chi la consuma e chi la genera. E
il verde, considerato un elemento costitutivo della progettazione e
della pianificazione architettonica, imprescindibile perché abbatte fino
al 30% i consumi energetici svolgendo l’azione di biofiltro degli
inquinanti atmosferici. La città del futuro dovrà necessariamente essere
una smart city ricca di verde. Se ne è parlato a Como lo scorso 28
settembre, durante la presentazione di Energia in città: scenari e riflessioni sugli aspetti energetici nell’ambiente urbano,
studio realizzato da un gruppo di lavoro interdisciplinare composto da
ingegneri, chimici, fisici, ecologi, architetti paesaggisti e urbanisti,
geografi, economisti ambientali coordinati dal Centro Volta di Como
insieme a Edison.
OLTRE I LIMITI - «Il Nord Italia
detiene il record per il superamento della soglia limite di ozono di 240
microgrammi (μg) al metro cubo (m³). In Lombardia sono stati raggiunti
anche i 300 μg/m³, è stato detto. Non va meglio per il PM10 che supera i 50 μg/m³ per più dei 35 giorni all’anno consentiti dalla normativa. Milano e Como hanno i picchi di 140 e 70 giorni di superamento». Come intervenire?
INTERVENTI - Secondo gli autori
dello studio le città italiane potrebbero ridurre l’inquinamento
atmosferico fino al 30% nell’arco di vent'anni grazie a un programma che
le renda efficienti a livello energetico e le riqualifichi dal punto di
vista urbanistico. Con interventi sul riscaldamento e sulla mobilità,
con il ricorso alle fonti rinnovabili e un consumo intelligente di
energia, con interventi di architettura verde. Oltre alle reti
intelligenti che consentirebbero ai consumatori di partecipare fornendo
energia al sistema e ricevendo in cambio un’adeguata remunerazione, il
modello di città futura presentato a Como prevede una notevole riduzione
delle emissioni inquinanti grazie al risparmio energetico in ambito edilizio.
I VALORI - Come è stato detto,
William Rees, inventore del concetto di impronta ecologica, ha definito
la città «la forma di sviluppo residenziale più costosa dal punto di
vista economico, ambientale e sociale finora inventata dall’uomo». Le
grandi periferie urbane delle città europee sono caratterizzate da
blocchi residenziali a più piani, circondati spesso da spazi vuoti
costituiti da prati, strade e parcheggi. «Nella città contemporanea
stiamo assistendo alla scomparsa di due elementi ritenuti fondamentali
per una futura ricostituzione della sostenibilità: il legame tra le
persone, cioè il valore di relazione, e il legame tra le persone e lo
spazio urbano, ovvero valore di appartenenza in relazione al genius loci», hanno spiegato i progettisti.
CITTÀ SOSTENIBILE - Per costruire
una città sostenibile è necessario prestare attenzione all’ambiente non
solo inteso come supporto naturale o ecologico, ma anche come comunità
locale direttamente coinvolta nelle decisioni progettuali. Insomma, non è
sufficiente scegliere materiali e soluzioni che riducono le emissioni
inquinanti, anche se muoversi in questa direzione significa risparmi
energetici tra il 15% e il 30%. «Se di fronte a nuove azioni che
andranno a svolgersi in direzione del contenimento dei consumi
energetici, le città non dovessero in un futuro adottare innovative
strategie di programmazione e pianificazione urbanistica, queste
potrebbero essere soggette a una perdita di qualità del vivere, in
termini di benessere, inteso come qualità dello spazio esistenziale
dell’uomo».
4 ottobre 2012
(modifica il 8 ottobre 2012)
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