martedì 14 dicembre 2010

Calendario 2011 CAVAION VERONESE - "Gru senza ali 2 ... I loro pulcini"

"...lo vorrei vedere appeso negli uffici dei Sindaci, nelle sale dei Consigli Comunali o delle Giunte, magari dando un'occhiata a quelle foto non prenderebbero decisioni così a cuor leggero"                                                                                                                       Maurizio Molinari

Vi sarete chiesti che cosa le Gru senza ali del 2009 avranno lasciato dietro di sé, una volta involatesi verso altri lidi.
Spero, con il nuovo calendario, di poter soddisfare la vostra curiosità e, allo stesso tempo, di riuscire a suscitare in voi un certo e giusto senso di sgomento. Eh, sì, perché sul Monte San Michele e sul Ceriel, luoghi meravigliosi, che dovrebbero essere deputati ad accogliere dimore, le più preziose e prestigiose di Cavaion, hanno visto lacerare i loro pendii per consentire la realizzazione di edifici di scarso, per non dire nullo, valore architettonico, assolutamente anonimi.
Che dire poi della demolizione di un’antica, gentile palazzina per far posto ad una nuova, fredda costruzione.
Questo a conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, di una assoluta mancanza, da parte della Pubblica Amministrazione, di azioni finalizzate al rispetto del paesaggio, di programmazione del territorio con conseguente snaturamento della “scenografia” di Cavaion.
Vi invito a fare una passeggiata sul percorso della salute, monte San Michele, e sul Ceriel, verso la gigantesca gru: scoprirete che sia la casa bastionata (una bifamiliare con una porzione ancora invenduta, dopo più di due anni) sia l’ammasso di  costruzioni, poste sul crinale del Ceriel, sono realizzate dalla stessa agenzia immobiliare.

Vorrei esprimere a Cavaion i miei più sinceri ed affettuosi auguri, convinta che ne abbia grande bisogno, nella speranza che i suoi nativi gli serbano il rispetto e l’amore, l’uno imprescindibile dall’altro, che meritano le nostre piccole Patrie.

Adriana Bozzetto
una immigrata

martedì 7 dicembre 2010

John Lennon tribute - Cavaion V.se 11 dicembre 2010

Sabato 11 dicembre, ore 21.00, Sala Civica di Corte Torcolo a Cavaion Veronese, con ingresso libero, tre voci e una chitarra racconteranno la storia di John Lennon attraverso la sua musica, le sue parole, i suoi incontri, le sue scelte, le sue domande, le sue risposte.
L'associazione Melograno vi aspetta per (ri)scoprire questo personaggio chiave della cultura del `900 insieme a Diego Gastaldelli (voce e chitarra), Enrico Gastaldelli (voce), Giulia Ugatti (voce).

lunedì 6 dicembre 2010

Il Sole 24 Ore. Conti in Disavanzo, Cavaion Veronese secondo comune nel Triveneto

Cavaion Veronese si classifica secondo!  Il consumo di territorio di tutti questi anni non ha portato nemmeno benefici alle casse... Ed in più i nostri amministratori attuali ed ex sono andati ad indebitarci ulteriormente (perchè il debito comunale grava su tutti noi sia ben chiaro), tramite mutui, acquistando nuovi terreni  ( per esempio in Via Lionello Fiumi sottostante i "loculi" dell' Eurocongressi Hotel) facendo il famoso saltone più lungo della gamba. Chiederemo aiuto alla Merkel o a Trichet pure noi?

FINANZA LOCALE SINDACI IN AFFANNO da Il Sole 24 Ore del 01 dicembre
Oltre la metà dei comuni ha i conti in disavanzo
PADOVA Gianni Trovati «Dateci il 20% dell'Irpef e vi solleveremo il mondo». L'avvio in pompa magna del cantiere attuativo del federalismo fiscale ha messo in ombra il movimento dei «sindaci dell'Irpef», che non a caso era nato in Veneto e aveva dilagato tra i mugugni degli amministratori leghisti: da queste parti l'autonomia fiscale risolverebbe un monte di problemi che, nella lunga attesa della riforma, cominciano a diventare sempre più evidenti nei bilanci locali. Il Veneto è la regione con il più alto tasso di sforamento dei vincoli di finanza pubblica (più del 10% dei comuni sopra i 5mila abitanti ha sforato il patto nel 2009), ma anche dove lo statuto autonomo di Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia evita il problema sono sempre più numerosi i bilanci locali che zoppicano, colpiti da un fenomeno semplice: le entrate correnti stabili (tributi, tariffe e trasferimenti) sono state frenate dal blocco della leva fiscale e dall'addio all'Ici sull'abitazione principale, mentre le spese correnti sono andate avanti per la loro strada e hanno complicato anche gli assestamenti. Risultato: dei 1.109 comuni dell'area che hanno trasmesso i certificati dell'ultimo preventivo al database del Viminale pubblicato da poco sul sito del ministero (su un totale di 1.133 comuni delle tre regioni del Nord-Est), in 559 (cioè il 50,4%) hanno registrato uno squilibrio più o meno importante nelle partite correnti. In qualche raro caso, uno squilibrio episodico può essere dovuto a uno sforzo per estinguere in anticipo i mutui, ma in totale, il "rosso" supera i 165 milioni di euro, e vale quindi poco più di 35 euro per ogni abitante di questi 559 comuni. I record della zona si incontrano a Teolo (Padova), Cavaion (Verona) e Faver (Trento), dove circa un sesto delle uscite deve essere coperto con qualche entrata straordinaria, mentre il Friuli-Venezia Giulia e la Provincia di Bolzano sono quasi immuni dal problema. Fino a ieri, la soluzione era relativamente semplice, perché tra le entrate straordinarie che potevano entrare in campo a riequilibrare i conti c'era il 75% degli oneri prodotti dai permessi di costruire. Il meccanismo, figlio di una deroga rinnovata di anno in anno (gli oneri sono un'entrata straordinaria, e non dovrebbero finanziare uscite abituali), non piace però al governo, anche perché nel lungo periodo "droga" i conti locali e li rende sempre più dipendenti dal nuovo mattone. Un primo tentativo di far sopravvivere la deroga anche per i prossimi tre anni si è scontrato contro il «no» della commissione bilancio della Camera, e l'ultima chance è ora il tradizionale «milleproroghe» di fine anno. Se il governo dovesse confermare la linea del rigore, per molti sindaci far quadrare i conti si trasformerà in un'impresa spericolata. Il tema impegna anche le grandi città. Venezia, che deve fare i conti con un casinò sempre meno generoso e non può introdurre l'addizionale Irpef perché il blocco nazionale delle aliquote l'ha colta con il prelievo a zero, già nel 2010 ha dovuto coprire con entrate extra quasi 26 milioni (il 5% delle spese) e guarda con preoccupazione un patto di stabilità che minaccia di aumentare di 16 milioni l'obiettivo di bilancio per l'anno prossimo. Verona, Trieste e Trento mostrano uno squilibrio corrente fra il 3,5 e il 4,4%, mentre a Bassano si arriva al 4,7% e a Castelfranco al 5,6 per cento. Numeri che destano più di una preoccupazione, ma che rimangono lontani dai casi limite come quello di Cavaion, che avendo sforato il patto nel 2009 avrebbe dovuto tagliare di quasi un milione la spesa come prevedono le sanzioni imposte dalla legge nazionale: il comune, però, si è rifiutato di farlo in nome del «mantenimento della qualità nei servizi». gianni.trovati@ilsole24ore.com 

Mercoledí 01 Dicembre 2010

mercoledì 1 dicembre 2010

A Bardolino nasce la web-tv comunale aperta alla cittadinanza

A Bardolino nasce la prima web tv comunale veronese (e forse del Veneto stando alle parole del sindaco di Bardolino), speriamo che anche gli altri comuni, seguano tale esempio, perchè la trasparenza  non è  solo dovere nostro ma prima di tutto loro!
Per altre considerazioni in merito vi lascio al mio post Riprese dei consigli comunali, dovere nostro? No Loro!

BARDOLINO. Operazione trasparenza
Il Comune inaugura la sua «web-tv» aperta ai cittadini.Sarà visibile in rete nel giro di pochi giorni con i consigli comunali e i cantieri delle opere
È Bardolino il primo Comune della provincia di Verona a dotarsi di una “web-tv”: lo strumento informatico che permetterà a tutti i residenti, collegandosi al sito www.bardolinotv.com direttamente o attraverso il sito del Comune, non solo di dialogare con l'amministrazione comunale ma anche di vedere i consigli comunali piuttosto che l'avanzamento dei lavori degli interventi pubblici, oppure i filmati delle manifestazioni e i lavori prodotti dagli studenti delle scuole del territorio.
«L'obiettivo», ha dichiarato il sindaco Ivan De Beni, «è quello di avvicinare sempre di più i cittadini alla vita del Comune e di coinvolgerli in un rapporto il più diretto e trasparente possibile con gli amministratori. A questo servono i servizi già attivati, come l'sms sindaco e la newsletter. Con la web-tv, che crediamo essere non solo la prima del veronese ma è probabile anche nel Veneto, aggiungiamo un altro tassello a questo percorso di comunicazione sempre più stretta tra amministrazione e cittadini». «Cittadini», ha aggiunto De Beni, «che attraverso questo strumento potranno intervenire per esprimere le loro opinioni, le critiche e per chiedere informazioni o interventi. In questi ultimi casi noi puntiamo a portare a regime il sistema web-tv in modo da riuscire a dare un primo riscontro entro 24 ore».
L'allestimento della “web-tv”, che dovrebbe essere in rete già nei prossimi giorni, è stato affidato alla società Media Group di Bussolengo.
Tra le prerogative illustrate dai tecnici, c'è «la scelta del Comune, che ha voluto creare un sito di sua proprietà, e quella di aver fatto un prodotto compatibile con la telefonia mobile, per cui ci si potrà collegare alla web-tv di Bardolino  anche dai telefonini. E vista la vocazione turistica del territorio, lo strumento è già stato predisposto per ospitare in futuro i contenuti anche tradotti in altre lingue». G.B.
Articolo de L'Arena di Verona del 01 dicembre 2010

Tutti i segreti di Julian Assange l'uomo che fa tremare il potere di Federico Rampini

Da la Repubblica.it del 01-12-10

Viaggia sotto falso nome, usa telefoni criptati, paga solo in contanti. Ecco come vive il "James Bond della contronformazione". Con lui giornalisti e hacker, che lavorando davanti a computer in bunker atomici grazie a finanziamenti da donazioni volontarie 


NEW YORK - Ottantamila lettori di Time vogliono che sia Julian Assange l'"uomo dell'anno" da mettere in copertina. "Va braccato come Osama Bin Laden", intima invece la leader della destra americana Sarah Palin. "Condanniamo a morte tutte le gole profonde", invoca sulla Fox News l'anchorman Bill O'Reilly mentre il deputato repubblicano Peter King propone "il reato di terrorismo" per le fughe di notizie. Ma chi c'è davvero dietro WikiLeaks? A chi giova politicamente il cataclisma diplomatico orchestrato dal suo capo Assange? Come funziona il suo universo parallelo, che usa un'impenetrabile segretezza interna per imporre il massimo della trasparenza ai governi di tutto il mondo? A meno di protettori potenti, solo un genio può sottrarsi alla caccia all'uomo planetaria, e resuscitare il suo sito dopo formidabili attacchi informatici. Questo australiano di 39 anni si è già conquistato un posto nel Pantheon dei grandi dell'èra Internet.

Come Bill Gates (Microsoft), Larry Page (Google) o Mark Zuckerberg (Facebook) anche Assange è un innovatore rivoluzionario, usando le nuove tecnologie ha scardinato consuetudini diplomatiche antiche di secoli. Un "gigante dell'informatica" lo definiscono anche quegli ex collaboratori che hanno deciso di abbandonarlo per divergenze politiche o etiche. E' un giustiziere o un criminale, angelo o Mefistofele? Daniel Ellsberg, la gola profonda che nel 1971 rivelò al New York Times le bugie di Stato sul Vietnam (i Pentagon
Papers), considera Assange l'eroe del nostro tempo: "Ho aspettato 40 anni  -  dice  -  per vedere qualcuno che abbattesse i segreti di Stato in modo da cambiare il corso della storia". Le defezioni polemiche di tanti suoi collaboratori possono dipingere un altro personaggio: ambiguo, irresponsabile, o manipolato.

Dalla clandestinità, rispondendo per email alle interviste, Assange sfida i suoi avversari: "Quel che abbiamo fatto finora è una millesima parte della nostra missione". A Hillary Clinton che lo accusa di mettere in pericolo vite umane: "Da 50 anni questo è l'alibi usato da ogni governo americano, per impedire che l'opinione pubblica sappia ciò che fanno. Ma il coraggio è contagioso: più dimostriamo che la verità è vincente, più avremo nuove rivelazioni".

Conduce "una vita da James Bond della contro-informazione", come la definisce lui stesso. Viaggia sotto falso nome, evita gli alberghi, si tinge i capelli, cambia continuamente telefonino (criptato) e impone ai suoi collaboratori di fare lo stesso. Paga solo in contanti (le carte di credito lasciano tracce) e anche quelli deve farseli prestare per non usare il Bancomat. Eppure l'inizio di questa storia è ben diverso, il che infittisce il mistero di WikiLeaks. Catalogata al suo battesimo nel 2006 come un "organo d'informazione internazionale non-profit", si autodefinisce così: "Un sistema a prova di censura, per generare fughe massicce di documenti riservati senza tradirne l'origine". Tra le regole statutarie: "Accetta solo materiali segreti", e i documenti devono avere "rilevanza politica, diplomatica, storica, etica". Un anno dopo il suo lancio, sul sito WikiLeaks c'erano già 1,2 milioni di documenti. Assange non figura subito come il capo. Alle origini l'organizzazione si descriveva come un collettivo, animato da noti dissidenti cinesi come Xiao Qiang, Wang Youcai e Wang Dan; giornalisti in lotta contro le dittature; matematici ed esperti informatici che cooperavano da Stati Uniti, Europa, Australia, Taiwan, Sudafrica. La componente cinese nel nucleo fondatore è importante: quei dissidenti si sono allenati a "bucare" un muro impenetrabile, la Grande Muraglia di Fuoco, la censura informatica della Repubblica Popolare. La loro presenza è anche all'origine di velenosi sospetti  -  probabilmente infondati  -  sull'infiltrazione dei servizi segreti di Pechino in WikiLeaks.

Nei primi anni la battaglia è rivolta soprattutto contro i regimi autoritari, i genocidi, la repressione del dissenso. Nel 2008 WikiLeaks si guadagna un riconoscimento da Amnesty per le rivelazioni sulle esecuzioni sommarie della polizia in Kenya. The Economist assegna al sito il premio New Media Award. Tutto cambia di colpo nell'aprile di quest'anno, quando su WikiLeaks appare il video di una strage di civili iracheni da parte dei soldati americani. Poi a luglio esce la prima infornata di 76.900 documenti segreti sulla guerra in Afghanistan. Seguita da 400.000 comunicazioni confidenziali sul conflitto in Iraq. Per arrivare al grande botto che domenica scorsa ha sparpagliato alla luce del sole 250.000 dispacci diretti al Dipartimento di Stato dalle ambasciate Usa. L'America di Barack Obama diventa il bersaglio numero uno. In coincidenza con questa svolta, aumenta a dismisura la visibilità di WikiLeaks.

Emerge come leader l'australiano Assange, con un passato di pirata informatico. La novità sconvolge alcuni sostenitori del "primo" WikiLeaks. L'agenzia stampa Associated Press, il Los Angeles Times, la federazione degli editori di giornali Usa, che avevano finanziato il sito, ci ripensano. Amnesty International e Reporters senza frontiere criticano Assange con lo stesso argomento della Clinton, "per avere messo in pericolo vite umane" (divulgando nomi di informatori afgani della Cia, ora esposti alla vendetta dei Taliban). Alla ritirata dei grandi sostenitori Assange reagisce appoggiandosi su una miriade di simpatizzanti, i micro-pagamenti affluiscono dal mondo intero usando il sistema Paypal. Più inquietanti sono le defezioni tra gli amici e i collaboratori più stretti. Un vero e proprio "scisma", accelerato dopo le accuse di molestie sessuali da parte di due donne svedesi contro Assange (lui nega, sostiene che i rapporti furono consensuali). Almeno una dozzina di volontari del nucleo originario di WikiLeaks sono partiti. Alcuni parlano. Come il 25enne islandese Herbert Snorrason che di Assange dice: "Ormai è fuori di testa". Birgitta Jonsdottir, una parlamentare islandese che era stata anche lei tra gli attivisti fondatori, accusa Assange di aver deciso tutto da solo sui segreti militari americani in Afghanistan. Altri, dietro l'anonimato, lo accusano di essere diventato "megalomane, dittatoriale".

Non lo abbandonano però i fedelissimi: 40 volontari, 800 aiutanti esterni. Un miracolo economico, per un'organizzazione che sopravvive con un budget di soli 200.000 euro all'anno. Senza una sede fisica. Spostandosi virtualmente in quelle "piazze giuridiche off-shore" dalle leggi più tolleranti per la libertà di espressione. Un prodigio tecnologico, soprattutto: "Com'è possibile  -  hanno chiesto le autorità inglesi in questo weekend di attese isteriche  -  che il Pentagono con tutta la sua potenza nella guerra elettronica non riesca a oscurare per sempre WikiLeaks?". La risposta è tutta nel genio di Assange. In fuga perpetua dall'Australia alla Svezia, da Berlino a Londra, forse in procinto di chiedere asilo alla Svizzera, anche per i "server" di Internet lui usa lo stesso metodo, cambia costantemente i propri snodi di comunicazione. E ha un'arma segreta, quella che lui definisce la sua "polizza vita": molti documenti riservati in suo possesso sono già stati "scaricati" via Twitter in forma criptata sui computer di decine o forse centinaia di simpatizzanti. "Se succede qualcosa a me  -  minaccia Assange  -  o al sito principale, scatta automaticamente la divulgazione della password che consentirà di diffondere tutto questo materiale". Bluff o verità? Tutto ciò che riguarda Assange si presta a doppie letture, è circondato da un alone di mistero.

Lo stesso uso politico che ne viene fatto: la destra americana lo denuncia come un terrorista, ma al tempo stesso strumentalizza le fughe di notizie contro l'Amministrazione Obama. I mass media hanno imparato quanto Assange possa essere implacabile: il New York Times è stato messo "in quarantena" per non avere accettato a scatola chiusa i diktat di WikiLeaks, il Wall Street Journal e la Cnn sono stati messi al bando dalle rivelazioni. Braccato da polizie e magistrature, bersagliato dagli hacker, la primula rossa che ha abbattuto ogni regola dei segreti di Stato si fa beffe dell'annuncio che la Casa Bianca e il Dipartimento di Stato rivedranno tutti i sistemi di comunicazione: "Il nuovo volto della censura moderna è impedire le fughe di notizie riservate. Ma per quanto inventino nuove protezioni, sarà sempre possibile escogitare i sistemi per aggirale".
(01 dicembre 2010)