IL CEMENTO DELLA FOLLIA E DELLA SPECULAZIONE
Il cimento dell’armonia e dell’inventione è una raccolta di dodici
concerti composti da Vivaldi tra il 1723 e il 1725. Fra questi i più famosi sono i primi quattro che, formando un tutt’uno,
vengono solitamente riprodotti insieme: “Le quattro stagioni”.
Il sottotitolo del calendario Gru senza ali VI[1], Il cemento della follìa e della
speculazione (forse avrei dovuto scrivere speculatione) mi è venuto in
mente pensando al vivaldiano cimento.
La cosa buffa è che il cimento del prete rosso che allieta le
nostre orecchie e il nostro animo e il cemento
che ferisce i nostri occhi e ci intristisce hanno la stessa radice, la parola
latina “caementum (originariamente caedimentum) dal verbo caedere "tagliare, squadrare", e significò dapprima "pietra
squadrata, pietra di cava", o anche "scheggia di marmo". Poi si
indicò con la parola caementum
anche una sostanza
(pozzolana) che, aggiunta alla calce, le conferiva la proprietà di indurire
sott'acqua, cioè la rendeva idraulica.[2]
Infine, sostanza che, interposta
fra altri corpi, ha la funzione di unirli saldamente fra di loro.
In senso figurato è ciò che serve
a stringere, rinsaldare un vincolo: sentimenti, esperienze.
Dal caementum, materiale composito, si arriva al cimento, una mistura usata un tempo dagli orafi per purificare o
saggiare i metalli preziosi ma anche l’operazione
stessa del purificare e saggiare, quindi in genere esperienza, saggio, analisi.[3]
Derivato dall’attività orafa è il
senso figurato rimasto ai nostri giorni, quello di prova, rischio, provocazione
(il famoso tirar a cimento o tirar a siménto,
in dialetto).
Più usato del sostantivo è
sicuramente il verbo riflessivo cimentarsi, esporsi
a cimento, avventurarsi, cimentarsi con qualcuno, affrontarlo, venire a
combattimento con lui impegnarsi a fondo in qualche cosa.
A questo punto si può quindi
senza dubbio affermare che a Cavaion qualcuno si è cimentato nel cementificare,
cementificando rapporti amicali fra venditori di lotti resi miracolosamente
edificabili e tecnici progettisti operanti in loco, estensori di esemplari
piani per la gestione del territorio mirati alla conservazione della bellezza e
delle caratteristiche del paesaggio.
Ora, forse, la crisi ridurrà la
presenza di gru nel territorio cavaionese, il che, se da un lato è auspicabile,
dall’altro mi mette angoscia perché potrebbe rendermi disoccupata. D’altra
parte, questo è il settimo dei calendari-denuncia e, si sa, che il settimo è un
anno critico.
Ma, come qualcuno ci ricorda,
crisi significa momento di scelta, di decisione forte. Brevemente l’origine di
questa parola ormai frequentemente e quotidianamente pronunciata e in merito
alla quale continuano a rassicurarci che sta per finire, senza peraltro
informarci né sul quando né sul come.
Il termine “crisi”, di
derivazione greca, κρίσις (krisis),
originariamente indicava la separazione, provenendo infatti dal verbo greco κρίνω
(krìno): “separare”,
appunto. Il verbo era utilizzato in riferimento
alla trebbiatura, cioè all’attività conclusiva nella raccolta del grano,
consistente nella separazione della granella del frumento dalla paglia e
dalla pula.
Da qui derivò tanto il primo
significato di “separare”, quanto quello traslato di “scegliere”. In origine,
dunque, il termine era di derivazione agricola.
Il separare il buono dal cattivo
comporta una scelta. La crisi ci impone quindi scelte ben precise e, per
questo, i periodi di crisi sono, dovrebbero essere, momenti di riflessione e di
elaborazione di progetti innovativi anche e talvolta necessariamente di rottura
con il passato.
Saprà Cavaion trovare nella crisi,
che non risale a qualche mese fa, l’opportunità verso un cambiamento radicale?
E’ ancora in tempo per poterlo attuare? O, forse, cinque anni orsono ha
purtroppo perso anche l’ultima, veramente l’ultima, occasione offertale dal
destino?
A giudicare dalla scarsa presenza
di cittadini alla prima assemblea pubblica dell’attuale Amministrazione, temo
di sì.
Nonostante la schiacciante
vittoria di Progetto Paese le presenze sono state scarse, mi sembra di poter affermare
che un terzo dei posti a disposizione[4]
fossero liberi, una trentina. Se poi togliamo la tara, ovvero il numero dei
parenti e dei facenti parte il nucleo di PP, arriviamo a numeri veramente
risibili.
1839 sono state le preferenze
espresse a favore di Progetto Paese, equivalenti al 59% del totale.
Il 27 di Novembre u.s. erano
presenti in sala civica Eugenio Turri forse una quarantina di persone, al netto
della tara.
Per quanto riguarda i Cavaionesi,
soprattutto quelli DOCG, c’è da sospettare che siano ormai mitridatizzati,
disperatamente mitridatizzati, sembrano diventati insensibili a tutto. Per
contro, da un po’ di tempo a questa parte, fanno molto moto.
Infine, parafrasando il poeta, augurerei
alla nuova Prima Cittadina: “che la tua
carica, anco tardi venuta, non ti sia
grave” e le consiglierei pause rigeneranti, non si può essere dappertutto.
Distaccarsi un po’ dalle cose,
dalle situazioni, serve a vederle sotto
un altro aspetto, il che, talvolta, può risultare di grande utilità. Come
quando si osserva un’opera d’arte, è necessario allontanarsene per avere una
visione del tutto, altrimenti si corre il rischio di vederne solo un
particolare e giudicarla solo per quello.
Gli esperti, infine, affermano che i capi devono essere soli,
questo per mantenere equidistanza con tutti e garantirsi una grande libertà
nelle decisioni, piacevoli e spiacevoli.
Adriana Bozzetto - una extra-comunitaria
Cavaion Veronese
XII - 2014
[1]
E’ il sesto calendario intitolato Gru senza ali, in realtà è il settimo. Quello
del 2010 aveva per titolo “Il gallo “scomparso
[3]
Nel 1657 Leopoldo de’ Medici fondò a Firenze l’Accademia del Cimento per lo studio delle scienze fisiche
[4]
La Sala Civica è omologata per ospitare 100 persone.
CALENDARIO 2013 Cavaion Veronese "In memoria di un Kaki... Gru senza ali 4"
CALENDARIO 2012 Cavaion Veronese "Hic Manebimus Optime... Gru senza ali 3"
CALENDARIO 2011 Cavaion Veronese "Gru senza ali 2... I loro pulcini"
CALENDARIO 2010 Cavaion Veronese "Il gallo scomparso"
CALENDARIO 2009 Cavaion Veronese "Gru senza ali"